DEPURATORE DEL GARDA

Mamme del Chiese, nuova replica al presidente Ato Boifava

Continua il confronto a distanza sul tema della depurazione

Mamme del Chiese, nuova replica al presidente Ato Boifava
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Mamme del Chiese, nuova replica al presidente Ato Boifava. Continua a distanza il confronto tra i Comitati ambientalisti (in questo caso le «Mamme del Chiese») e il presidente di Ato Aldo Boifava, che nelle scorse settimane aveva risposto pubblicamente alle accuse ricevute riguardo l'annosa vicenda del Depuratore del Garda. Quest'oggi è prevista a Roma la cabina di regia in merito alla maxi-opera dopo che il Ministero per l'Ambiente si è defilato.

La lettera firmata

«Sig. Presidente Boifava, abbiamo letto la sua replica alla nostra lettera aperta, pubblicata sul GdB il 14 settembre e concordiamo con Lei su un punto: è necessario evitare che sterili polemiche si trascinino oltre.

Le polemiche, infatti, se sono sterili non portano a nulla, mentre quando sono costruttive e propositive hanno il merito di aprire orizzonti più ampi a chi ha occhi, orecchi e cuore per intenderle.

Noi non ci sentiamo responsabili di alcuna polemica e quando nella sua lettera sopracitata afferma che le sue parole vengono distorte, la preghiamo di riascoltare la registrazione della videoconferenza del Tavolo tecnico del 2 settembre, saggiamente pubblicata dal sindaco di Montichiari, perché le riportiamo fedelmente.

Come può affermare, nella sua replica, di aver espresso nei nostri confronti apprezzamento quando asserisce che mescoliamo le tematiche “che sono quelle dei depuratori con quelle di altre situazioni del Chiese”?

Se per Lei esporre a 360° le problematiche del Chiese è come mescolare argomenti non collegabili la colpa decisamente non è nostra. Per noi tutte le tematiche che riguardano le criticità del Chiese fanno capire quanto sia sbagliato questo progetto in merito alla localizzazione sul fiume Chiese degli impianti di depurazione a servizio dei comuni gardesani.

A supporto della nostra affermazione e di tutta la documentazione prodotta dai Comitati e dalle Associazioni ambientaliste, nonché dai tecnici incaricati dai sindaci, culminate nei dossier presentati al Ministero dell’ambiente, si vedano i link del Comune di Gavardo in cui vengono presentati dati reali ed oggettivi mai confutati, ora si aggiungono gli interessanti contributi del prof. Marco Bertoli, docente dell’Università di Parma, il quale nel suo articolo apparso sulla stampa nei giorni scorsi afferma: “Quando viene realizzato un impianto di dimensioni così notevoli, viene impattata la qualità chimica e microbiologica del fiume……...Nel punto in cui il fiume riceverà gli scarichi la portata è bassissima e la capacità di diluire il carico inquinante è minima….Questo dovrebbe indurre le persone serie a riflettere sulla scelta del fiume Chiese».

Il prof. Bertoli è presente anche nell’interessantissimo docufilm di Arianna Favalli “Chés La partita del fiume Chiese”: Ora stiamo tutti aspettando che il Tavolo Tecnico istituito dal Ministero comunichi su quali dati ha accertato che i nuovi depuratori non producono danni al fiume Chiese. Se lei fosse già in possesso di questi dati li comunichi e li metta a confronto e ci spieghi come mai nello studio del Prof. Bertanza, considerato da Acque Bresciane e ATO, nel Tavolo tecnico e nella Cabina di Regia elemento fondante per l’elaborazione del progetto, non vengono approfondite le criticità del Chiese, epidemia di Legionella compresa.

Questo stesso Tavolo tecnico avrebbe dovuto valutare gli impatti ambientali riferiti sia al fiume Chiese che al fiume Mincio, ma il Mincio non è stato valutato, perché? Crediamo doveroso da parte sua un chiarimento in merito.

Sempre nella lettera sopracitata lei afferma di non accettare che la responsabilità dei temuti danni alla salute le venga attribuita nel suo ruolo di presidente dell’ATO. A nostro avviso, appunto perché è il presidente di una Istituzione così importante e rappresentativa, Lei ha deontologicamente l’obbligo di prendersi le responsabilità che competono al suo ruolo.

Che poi questa responsabilità la debba condividere con tutti gli altri Enti che hanno il famigerato compito di decidere e che non accettano di accogliere le istanze e le preoccupazioni di chi vive lungo l’asta del fiume Chiese, ben documentate e corredate di dati certi e inoppugnabili, per noi è un dato di fatto ma non ce ne faremo mai una ragione, anzi insieme a tutti coloro che si oppongono all’assurdo progetto di portare i reflui fognari dei comuni gardesani nel becino del Chiese diremo sempre NO».

Firmato dalle Mamme del Chiese e da diversi Comitati.

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