Doccia fredda per Paratico: da demolire il plesso di via Mazzini

Esultano gli ambientalisti. Il sindaco: "Nove anni di ricorsi, il cavillismo è una delle malattie italiane e in questa vicenda mi sarebbe servito l’azzeccagarbugli"

Doccia fredda per Paratico: da demolire il plesso di via Mazzini
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Novanta giorni per demolire gli edifici commerciali di via Mazzini a Paratico. Più che fredda, doccia gelata per il Comune di Paratico nell’ambito dell’annosa vicenda giudiziaria legata prima alle ex piscine e poi alle superfici commerciali realizzate in località Tengattini.

Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso di Legambiente ed Edelweiss Renewables

L’ultimo colpo di scena (la questione va avanti dal 2016) è arrivato nei giorni scorsi dal Consiglio di Stato, che ha accolto l’ennesimo ricorso presentato da Legambiente e da Edelweiss Renewables contro il Comune, il Ministero della Cultura e la Soprintendenza di Brescia nei confronti delle imprese One Italy e Cesar, portando i giudici a ordinare l’abbattimento delle tre strutture perché risultano abusive a fronte di un precedente annullamento (con una sentenza del 2024) dei titoli edilizi. Per verificare che la sentenza venga rispettata nei tempi, il Consiglio di Stato ha nominato il prefetto di Brescia come commissario preposto a tale compito, in caso di inerzia del Comune, che deve anche pagare 2mila euro (gli altri 4mila sono a carico delle due società soccombenti il ricorso) di spese legali ai ricorrenti.

Una storia complicata

Parola fine? Si tratta dell’ultimo capitolo di una vicenda complicatissima. Nel luglio 2018 il Tar aveva respinto i ricorsi di Edelweiss e Legambiente contro il permesso di costruire convenzionato rilasciato dal Comune. Il Consiglio di Stato, nel marzo 2019, aveva dato invece il parere opposto, e quindi il Comune nell’aprile 2019 aveva emesso un’ordinanza di demolizione. La società One Italy aveva presentato quindi ricorso, ottenendo la ragione dal Tar, che aveva annullato l’ordinanza. Di nuovo Legambiente ed Edelweiss si erano appellate al Consiglio di Stato, che aveva dichiarato inammissibili i due ricorsi nel novembre 2020. Nel mezzo la quarta variante al Pgt, che aveva recepito alcune indicazioni del Consiglio di Stato, e una nuova autorizzazione paesistica rilasciata dal Comune di Paratico (sempre nel 2020). Sono di maggio e giugno 2021 le autorizzazioni commerciali, divenute operative da quel momento. Ma poi, nel luglio 2021, un’altra sentenza del Consiglio di Stato aveva ribaltato il verdetto del Tar di Brescia, ripristinando la validità dell’ordine di demolizione emesso nel 2019. La società One Italy, allora, aveva presentato ancora una volta ricorso al Tar, e lo stesso avevano fatto Legambiente e la Edelweiss: nel settembre 2022 il Tar aveva respinto i ricorsi di queste ultime, che chiedevano di annullare la variante urbanistica, l’autorizzazione paesaggistica e il permesso di costruire convenzionato rilasciato alla One Italy. Ora l'intervento del Consiglio di Stato.

Le reazioni

Esulta Dario Balotta, ex presidente di Legambiente Basso Sebino ora co-portavoce di Europa Verdi Brescia: «Il movimento ambientalista, Legambiente Lombardia e la sua struttura legale, diretta dall'avvocata Emanuela Beacco, sono state decisive per ottenere questo risultato. Le regole urbanistiche vanno rispettate. Il consumo di suolo va limitato al massimo».
«Non erano da costruire fin dall’inizio, ora chi pagherà? – ha sottolineato Clara Alberti, capogruppo di SosteniAmo Paratico – Noi in tutte le sedi, per anni, abbiamo chiesto di fermarsi, di sedersi al tavolo e, in autotutela, di salvaguardare il Comune e i cittadini. E’ una vicenda giudiziaria che va avanti da nove anni e dovrebbe portare anche a una riflessione autocritica. Sono stati già spesi diversi soldi pubblici per i ricorsi e non è il primo abuso a Paratico che negli ultimi anni finisce davanti al Tribunale amministrativo, vedi il bar Vela».

Il cavillismo è una delle malattie italiane"

Lunedì il sindaco Carlo Tengattini, con la responsabile dell’Ufficio tecnico, incontrerà l’avvocato che li ha seguito per capire come muoversi e valutare se sia possibile una fiscalizzazione in extremis, che possa salvare gli edifici dall’abbattimento sistemando la concessione edilizia.

«Prima che venissero costruiti gli edifici commerciali, con la riqualificazione della piazza ceduta al Comune e la realizzazione della rotatoria, che ha messo in sicurezza quel tratto di provinciale dove le auto sfrecciavano, c’era una situazione di estremo degrado, con infiltrazioni d’acqua, di topi, bisce e senzatetto – ha dichiarato Tengattini – Dopo nove anni di ricorsi, tra stop and go, è una situazione pesante, ma la riqualificazione dell’area ha portato beneficio a tutta la comunità. E anche posti di lavoro. Legambiente ed Edelweiss si sono incaponiti con i ricorsi: il cavillismo è una delle malattie italiane e in questa vicenda mi sarebbe servito l’azzeccagarbugli di manzoniana memoria».