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Chiari, parla il coordinatore di FdI: il boom, la svolta, gli equilibri nel centrodestra

Intervista a Claudio Prandelli, a sei mesi dalla vittoria del centrodestra in città. All'orizzonte, la partita del congresso

Chiari, parla il coordinatore di FdI: il boom, la svolta, gli equilibri nel centrodestra
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Una data ancora non c'è, ma probabilmente non si andrà molto oltre alla fine di gennaio. Per Fratelli d'Italia (1.100 voti alle Comunali di Chiari, pari al 12,3%, e primo partito in città alle Regionali dello scorso anno con 1.472 voti e il 24,6%) quella del congresso clarense sarà tuttavia una giornata dirimente. Per il partito, ma anche per il suo attuale coordinatore, nonché presidente del Consiglio comunale Claudio Prandelli. Ne abbiamo parlato con lui, il «traghettatore» di un partito che - a Roma, ma piano piano ormai anche a livello locale - forte di un'ondata di consensi si sente ormai decisamente stretto in un centrodestra storicamente a trazione leghista.

Prandelli, FdI a Chiari è passato da 18 a circa cento tesserati in pochi anni...

Non c'eravamo praticamente più, quando il senatore Maffoni  (ex sindaco di Orzinuovi, ndr) mi chiese nel 2019 di cominciare a gestire il nuovo circolo, per sostenere Alessandro Cugini alle Comunali. Allora andò come andò: facemmo una campagna elettorale di poche settimane. Ma da allora è cominciato tutto. In cinque anni, pur senza rappresentanti in Consiglio comunale, abbiamo lavorato per essere presenti e riconoscibili. È stato un crescendo insperato. Quando fai i gazebo in piazza, difficilmente la gente si avvicina e ti parla. Però poi chiamano e scrivono...

Dalla destra-destra, sul carro sono saliti anche molti sostenitori moderati, se non centristi.

Molti, e con un certo entusiasmo. Molti «civici», molti democristiani... Credo che, come in tutti i settori, avere diversi occhi porta a vedere la realtà in modo più preciso. Oggi, se permette, sono «gongolante».

Perché?

Prima delle elezioni, come sempre, c'è stato il consueto gioco delle parti e anche noi non ci siamo sottratti. Però poi siamo stati i primi a proporre la candidatura di Gabriele Zotti, e poi abbiamo lasciato aperta la porta a tutti gli alleati. Oggi abbiamo un sindaco, un assessore, il presidente del Consiglio comunale, due consiglieri tra cui il rappresentante in Anci, e voci nelle principali fondazioni clarensi. Questo si chiama crescere...

Diciamola con una battuta: FdI è la nuova Balena Bianca?

C'è un nucleo storico (un po' meno bianco, diciamo) che talvolta critica la linea di Giorgia Meloni in quanto ritenuta troppo moderata. Ma una cosa è l'opposizione, un'altra avere responsabilità di governo. E in effetti nessuno, fuori dal partito, pensava che Giorgia Meloni avesse la capacità di mediazione che sta dimostrando di avere.

E a livello locale, come sono i rapporti con i partiti alleati?

Lo confesso: sono particolarmente stupito di questo prolungarsi della luna di miele... Ma seppure con sfumature diverse, i rapporti sono buoni. Le diatribe si risolvono... Con la Lega c'è stato un grosso confronto pre-elettorale, ma non abbiamo mai attaccato nessuno e la mediazione, ancora una volta, ha funzionato. Forza Italia ha subito lo sconquasso del post-Berlusconi, e a Chiari probabilmente sono un po' in crisi.

La campagna elettorale. Come la definirebbe?

Totalizzante, direbbe mia moglie. Io preferisco «coinvolgente». Quando la gente si avvicinava percepivo la necessità di dare risposte a un disagio e a una crisi che c'è, anche se l'80% di chi ha bisogno ha pudore nel dirlo. Una cosa che ti carica di responsabilità.

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