Annata agraria bresciana: cambiamenti climatici ed emergenze sanitarie l'hanno resa instabile
Facchetti: "Brescia resta una delle più importanti province agricole d’Italia con i suoi primati sia quantitativi che qualitativi nella produzione di latte vaccino, nell’allevamento dei bovini da carne, dei suini e dell’avicoltura in generale, polli, tacchini e uova in primis, nonostante l’annata particolarmente difficile"
Annata agraria bresciana: cambiamenti climatici ed emergenze sanitarie l'hanno resa instabile. A renderlo noto è Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia in occasione della conferenza stampa di presentazione dei dati dell'annata agraria 2023/2024 in provincia di Brescia.
I dati dell'annata agraria 2023/2024
“Un’annata particolarmente instabile che si chiude leggermente in contrazione rispetto alla precedente a causa dell’andamento climatico, dell’incidenza dei costi di produzione, delle dinamiche di mercato, che cambiano in modo sempre più repentino e delle emergenze sanitarie in corso: peste suina africana, blue tongue e influenza aviaria che rischiano di compromettere il presente ed il futuro delle imprese allevatoriali”.
Ad essere messo al centro il valore della produzione lorda vendibile (PLV) che si attesta attorno al - 1,7% rispetto all’annata record precedente, che deve purtroppo ancora confrontarsi con l’incidenza significativa dei costi di produzione. La piovosità ha fortemente interessato il settore cerealicolo e le colture in pieno campo in generale, il 2024 infatti ha registrato una piovosità notevolmente sopra la media e, soprattutto, concentrata nei mesi maggio-giugno e settembre–ottobre. Se ne ha giovato la disponibilità idrica per i “mesi irrigui”, ha per contro notevolmente compromesso la prima fienagione – sia in pianura che in montagna -, i lavori di semina primaverili ed i lavori di raccolta e di semina autunnali. Questi alcuni dei temi trattati durante la mattinata alla presenza, tra gli altri, del direttore di Coldiretti Brescia Massimo Albano e del vicedirettore Mauro Belloli.
“Ma dobbiamo commentare anche elementi positivi della nostra amata agricoltura – continua la Presidente Facchetti – perché, lo confermano i numeri, Brescia resta una delle più importanti province agricole d’Italia con i suoi primati sia quantitativi che qualitativi nella produzione di latte vaccino, nell’allevamento dei bovini da carne, dei suini e dell’avicoltura in generale, polli, tacchini e uova in primis, nonostante l’annata particolarmente difficile. Ma l’agricoltura bresciana è tanto altro ancora: è seminativi e filiera bosco legna, è produzione in pieno campo e coltivazioni in serra, è vino e olio di qualità, è florovivaismo e IV gamma, è ospitalità agrituristica, è tradizione e innovazione. Senza dimenticare l’insostituibile ruolo a tutela del territorio e delle biodiversità che le imprese agricole – grandi o piccole, professionali o part time, di montagna o di pianura, svolgono quotidianamente in silenzio”.
“Brescia si conferma all’avanguardia nell’innovazione tecnologica, in continuo miglioramento, con l’intento di traghettare il sistema agricolo verso un futuro basato sulla massima sostenibilità e su ottime condizioni di benessere animale elevate – conclude la presidente Laura Facchetti - è tra le provincie che più ha investito e che più ha voglia di investire nell’agricoltura di domani, sostenibile e competitiva”.
Ad essere affrontato poi il tema delle filiere agricole bresciane, con alcune dichiarazioni in merito.
LAURA FACCHETTI – PRESIDENTE COLDIRETTI BRESCIA E IMPRENDITRICE AVICOLA
"La produzione italiana di carni avicole nel periodo gennaio/ settembre 2024, ha fatto registrare un leggero aumento in termini di numero e di quantitativi, sia per quanto concerne i polli da carne che i tacchini, quest’ultimi reduci da alcuni anni di riduzione della produzione a causa dell’influenza aviaria. L’aumento delle quantità non corrisponde però ad un aumento della produzione lorda vendibile in quanto la remunerazione del prodotto è stata inferiore rispetto al 2023. Per quanto riguarda il settore uova le previsioni di produzione per il 2024 indicano una sostanziale parità nelle quantità prodotte. Lo stesso discorso delle carni vale anche per le uova i cui prezzi di realizzo sono risultati inferiori rispetto a quelli dell’anno precedente".
NADIA TURELLI – RESP. DONNE COLDIRETTI E PRODUTTRICE DI OLIO
"Veniamo da un alternarsi di annate con scarsa produzione, ad annate con sovrapproduzione. Oggi ci troviamo in un’annata positiva sia per quanto riguarda la quantità che la qualità. Grazie ad un’estate siccitosa e con punte di calore molto alte non c’è stato lo sviluppo e dell’attacco della mosca olearia .Le drupe sono sane, integre, queste condizioni garantiranno la realizzazione di oli perfetti chimicamente e con profumi e sapori tipici dei ns territori".
GIUSEPPE KRON MORELLI – IMPREDITORE AGRICOLO SETTORE CERALICOLO
"L’andamento climatico estremamente anomalo ha influito notevolmente sui cicli colturali sia dei cerali autunno vernini (orzo, grano tenero e grano duro) sia sui cereali primaverili-estivi (mais e sorgo). La primavera ricca di pioggia ha costretto a semine tardive e, in molti casi, a risemine per eccesso di acqua nei terreni. Il periodo piovoso si è protratto anche in coincidenza della raccolta peggiorando ulteriormente la situazione e portando cali di produzione che vanno dal -25% per i cereali autunno-vernini a punte di -35-40% sia per mais che sorgo con gravi problemi qualitativi. Anche per la soia l’andamento climatico ha portato a marcescenze della granella ancora in campo, con enormi difficoltà di trebbiatura e cali produttivi fino al 50%".
ALBERTO CAVAGNINI – VICEPRESIDENTE COLDIRETTI E SUINICOLTORE
"Il 2024 si caratterizza per essere il terzo anno in cui il settore suinicolo deve affrontare una grossa problematica, che è la peste suina africana. Sul fronte dell’aspettativa, alla luce della nuova nomina del commissario sulla PSA Giovanni Filippini, il settore ripone una grande fiducia. Sul fronte prezzi, stiamo vivendo un momento di dicotomia che caratterizza queste situazioni, dove abbiamo da una parte le zone libere da restrizione con dei prezzi molto alti e, per contro, si è controbilanciati da prezzi molto bassi, che raggiungono addirittura un terzo del costo di produzione per i prezzi di liquidazione degli animali provenienti dalle zone di restrizione".
SILVANO BRECIANINI VICEPRESIDENTE COLDIRETTI BRESCIA E VITICOLTORE
"L'annata in Franciacorta è stata caratterizzata da una primavera eccezionalmente piovosa in particolare nei mesi di maggio e giugno, luglio ed agosto sono stati mesi caldi ed asciutti. In generale la vendemmia ha evidenziato rese inferiori del 30% rispetto al 2023 che però è stata un annata generosa. La grandinata del 26 agosto ha colpito i comuni di Coccaglio, Rovato Cazzago dove buona parte delle vigne era già stata raccolta pertanto nonostante l'evento della grandine sia stato particolarmente severo i danni limitati. Dal punto di vista dello stato sanitario delle uve in generale commenti positivi, grappoli sani ma spargoli e di "peso" inferiore alle aspettative".
GIOVANNI MARTINELLI – VICEPRESIDENTE COLDIRETTI BRESCIA E PRODUTTORE DI LATTE
"Il settore latte ha risposto positivamente, il mercato, sia del latte alimentare che del formaggio in particolare delle DOP, decisamente buono. La preoccupazione degli allevatori è soprattutto rivolta alla campagna perché si riscontra difficoltà nel reperire materia prima buona qualità per l’alimentazione degli animali viste le condizioni climatiche avverse che si sono protratte per gran parte dell’anno".
FABIO ROZZINI – CONSIGLIRE COLDRIETTI BRESCIA ALLEVATORE DI BOVINI DA CARNE
"Il settore della carne rossa quest’anno sta vivendo un periodo molto negativo che perdura da parecchio tempo. E’ vero che la carne è aumentata di prezzo per il consumatore e quindi i consumi si sono ridotti ma il tema vero è che sono aumentati i ristalli, infatti i problemi sanitari legati alla bluetongue - con la conseguente chiusura dei dipartimenti in Francia a in Sardegna – generano situazioni per cui si fa sempre più fatica a fare il ristallo con il conseguente aumento del costo e l’impossibilità a far “tornare i conti”.
EDOARDO MOMBELLI –APICOLTORE
"L’annata apistica ha avuto un inizio disastroso, il peggiore nella storia degli ultimi cinquant’anni e alcune aziende si trascineranno questo problema fino all’anno prossimo. Dalla metà di giugno, col sistemarsi del meteo, le condizioni hanno consentito di fare delle produzioni discrete sia per il millefiori che per le melate e i castagni. La sanità apistica in questo momento è buona, non ci sono state perdite per il momento, le api sono riuscite a fare buona scorta che gli di passare discretamente l’inverno. Il mercato del miele si muove a rilento per il problema legato alla mancanza di prodotto".
FAUSTO DESTER – PRESIDENTE ASSOCIAZIONE FLOROVIVAISTI BRESCIANI
"La stagione per il settore del florovivaismo, è stata determinata in gran parte dall’andamento climatico. Per quanto riguarda la coltivazione di piante in serra, è stata molto compromessa la prima parte della stagione con una ripresa del mercato dal mese di giugno, ma poi si è di nuovo rilassato un po’ durante l’estate perché con il gran caldo e la siccità anche lì certe situazioni non hanno funzionato. Nei vivai, sempre a causa delle condizioni climatiche e dell’arrivo dell’autunno, si è evidenziata una riduzione delle attività dei giardinieri con conseguente rallentamento del mercato. Quindi un’annata un po’ più scarsa rispetto agli anni precedenti".
FELICE POLI – PRESIDENTE O.P. SOLE E RUGIADA – SETTORE QUARTA GAMMA
"Un’annata piena di difficoltà: dalla GDO non arrivano segnali positivi ed è sempre più difficile garantire una giusta remunerazione verso gli imprenditori agricoli. Gli eventi meteo di quest'anno, soprattutto per coloro che hanno le colture a pieno campo, non sono stati d’aiuto. Anche i nuovi player stranieri - che stanno facendo acquisizioni un po' in tutta Europa e anche nel mercato nazionale, non aiutano la stabilità delle dinamiche commerciali e oggi, difendere il made in Italy come cibo di estrema eccellenza, sta diventando una priorità assoluta. Infine chiediamo più attenzione da parte delle istituzioni - in modo particolare al Piano di Sviluppo Rurale – per garantire il sostegno del settore".