L'incredibile corsa (benefica) di Stefano Delbarba: 660 chilometri in Svizzera
Il super atleta di Adro e la sua nuova sfida per raccogliere fondi per la ricerca scientifica
Quasi 660 chilometri di corsa con circa 50mila metri di dislivello. C'è un motivo se la chiamano "la corsa più dura al mondo", ma la sfida non fa paura all'atleta estremo adrense Stefano Delbarba, che tra un paio di settimane affronterà la sua ennesima impresa epica alla Swiss Peak.
«L’alieno della Franciacorta», come è stato soprannominato da amici e conoscenti, sarà in Svizzera dal 26 agosto all’8 settembre. Delbarba sarà uno dei 168 atleti, provenienti da tutto il globo, chiamati ad affrontare la corsa estrema. A muoverlo sarà la voglia di superarsi, ma anche il desiderio di aiutare gli altri: Delbarba correrà con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca scientifica.
Stefano Delbarba: "La vita è per il 10% ciò che ti accade"
"Sono quasi 9 anni che la mia vita è cambiata totalmente, ci sono state circostanze e scelte che hanno dato il via a una nuova esistenza - ha spiegato il 50enne adrense in una lunga intervista a ChiariWeek - Come si dice, la vita è per il 10% ciò che ti accade, il 90% come reagisci. Da allora sono entrato nel mondo della corsa semplicemente usandola come "valvola di sfogo" che poi si è trasformata in una passione sempre più travolgente». Un’escalation di chilometri (qualche decina di migliaia dal 2015 a oggi, per un milione di metri di dislivello), in gare estreme che sono diventate quasi una normalità. «La cosa sorprendente è che mi fa stare bene - ha rivelato - Entrando in questo mondo ho avuto la possibilità e la fortuna di conoscere un sacco di gente, trovare persone speciali e nello stesso tempo perderne altre. A volte fa davvero male, ma penso che nulla accade per caso, l'importante è guardare avanti e trovare nuove motivazioni".
Una preparazione durata mesi
La trasferta lo preoccupa perché sarà una vera e propria prova di sopravvivenza.
"Chi mi è stato vicino in questi mesi sa bene che tipo di preparazione ho fatto, quanti weekend ho sacrificato, quante ore di sonno ho buttato (perché lavorando tutto il giorno si corre di notte) - ha proseguito - I lavori in palestra dal fisioterapista sono a dir poco devastanti: devastante è stato tutto lo sforzo fisico di questi mesi e ora che il più è fatto c'è l'aspetto mentale da equilibrare perché la pressione è tanta".
Già, perché anche stavolta, come era già successo alla "Trenta per Trentapassi", non si tratta più "solo" di una sfida con se stesso: alla gara si associa l’obiettivo solidale, poiché gli sponsor doneranno 1 euro ciascuno per ogni chilometro che l’atleta percorrerà e il ricavato sarà devoluto alle associazioni Angeli per la Vita di Corte Franca e Cistinosi Italia. Anche i privati potranno contribuire alla causa attraverso la piattaforma GofundMe.
Per battere la sindrome di Menkes e la Cistinosi
"Ricerca medica sulla sindrome di Menkes e Cistinosi Italia", questo il nome della raccolta fondi che si è posta un obiettivo indubbiamente ambizioso: 20mila euro. Soldi che andranno ad alimentare la ricerca: gli Angeli per la vita, guidati dal presidente Diego Facchinetti, il quale ha perso il figlio Luca a causa della sindrome di Menkes, sono costantemente in prima linea per dare speranza (e una prospettiva di cura) agli altri bambini malati; l’associazione Cistinosi è invece presente ad Adro grazie alla mobilitazione di Elisa Marini, giovane mamma adrense che, nel marzo 2020, in piena pandemia, dopo un difficile percorso ospedaliero con il figlio Francesco (all’epoca di appena sei mesi) ha ricevuto per lui la diagnosi della Cistinosi, malattia ultrarara.
"Se io, se noi abbiamo la possibilità di fare una scelta nella nostra vita, ci sono invece questi bambini che la scelta non la possono fare, ma il nostro contributo può farli vivere meglio" ha sottolineato Delbarba.
Un esempio, insomma, per tante altre persone: perché tutti, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per rendere il mondo un posto migliore.