Il neo sindaco Zotti: "Riprendo un cammino che ho iniziato ormai da tempo a favore dei cittadini"
La prima intervista ufficiale dopo l’insediamento di mercoledì mattina e l’accoglienza in Municipio
La firma è arrivata mercoledì mattina. Gabriele Zotti è ufficialmente il nuovo sindaco di Chiari.
Il neo sindaco Zotti: "Riprendo un cammino che ho iniziato ormai da tempo a favore dei cittadini"
Negli scorsi giorni la prima intervista ufficiale al sindaco Gabriele Zotti che con le sue Fratelli d'Italia, Lega, Civica per Zotti e Chiari Tricolore, lunedì ha vinto le elezioni amministrative a Chiari.
Come ha vissuto i primi giorni?
Serenamente, sono un po’ stanco e mi divido tra le varie cose da fare, ma sto cercando di riposarmi. Sono stati mesi impegnativi. Lo spirito è quello giusto. Abbiamo lavorato tanto per questo risultato. Tutti quanti. Anche per questo, lunedì sera, i festeggiamenti si sono spostati all’oratorio dove, in compagnia, abbiamo guardato la Nazionale. Il nostro intento è, e sarà sempre, quello di restare con e in mezzo alla cittadinanza. Stare insieme e dimostrare che ci siamo.
Da che cosa si partirà?
Sicuramente dai Servizi sociali che nella loro complessità meritano da subito un occhio di riguardo e la massima attenzione. Inoltre, in questi giorni, sto lavorando sulla composizione della mia squadra in modo che questa possa essere subito a disposizione della cittadinanza. Voglio che Chiari sia amministrata da persone competenti e che hanno a cuore le tematiche delle quali andranno ad occuparsi, oltre che le giuste e doverose competenze. Sicuramente sarà prioritario, come abbiamo fortemente ribadito per tutto il corso della campagna elettorale, intervenire sulla questione riguardante la sicurezza. Incontrerò a breve il comandante della Polizia Locale per sviscerare le mie priorità e andrò a conoscere il nuovo comandante dei Carabinieri. Inoltre, ho già iniziato a confrontarmi con i sindaci dei Comuni limitrofi, con i quali in questi ultimi 10 anni si erano persi i rapporti, per poter creare una rete. Lavoreremo anche per motivare ed essere di supporto a tutti i dipendenti comunali: i cittadini oltre alla politica devono trovare risposte ai loro quesiti e, senza alcuno stravolgimento, ma cercando di portare serenità, cercheremo un modo per offrire una maggiore disponibilità. Io, compatibilmente con gli impegni lavorativi, sarò il più presente possibile per partecipare alle scelte ed essere di supporto a tutto il personale comunale oltre che, chiaramente, alla cittadinanza.
Come è stato accolto in Municipio?
Sono stato accolto come una persona che ha lasciato il Comune con rispetto al termine del suo precedente mandato amministrativo e che, nello stesso modo, ci è rientrata. Non lo vivo come un inizio, ma come la prosecuzione di un cammino a favore dei clarensi.
Vuole ringraziare qualcuno?
Certamente ringrazio la mia squadra, la mia famiglia e tutti coloro che mi hanno supportato nel percorso che mi ha portato qui. Però, un particolare ringraziamento, lo voglio dedicare a coloro che hanno chiuso un occhio davanti ai partiti politici che ho rappresentato, ma hanno deciso di abbracciare la nostra proposta e le persone all’interno della coalizione. Cercherò di essere il sindaco di tutti e lavoreremo per inserire nel programma, o per correggere ciò che già c’è, nell’intento di venire incontro alle sensibilità di tutti. Inoltre, nessuno resterà inascoltato. Opposizione compresa.
Crede che la politica nazionale possa esserle stata da traino e che la spaccatura del Centrosinistra cittadino possano aver contribuito alla sua vittoria?
Io ho puntato tutto sulla mia capacità di fare politica a livello locale e penso che la mia credibilità, anche in futuro, debba essere supportata anche dalla mia squadra. L’impegno non manca e non verrà a mancare. Non mi sono fatto influenzare da altro o pensato di muovermi in base a un traino. Allo stesso tempo, però, credo che a vincere sia stato il progetto politico inteso come programma e proposta per la mia città. Possono questi due fattori aver influenzato la vittoria? Lo vedremo tra cinque anni. In quel momento si potrà realmente capire se ha prevalso la strategia o, realmente, le persone e il programma proposto.