Cup Unico Regionale, Vizzardi: "Tempistiche inaccettabili"
"Sono due anni di visite cancellate, due anni di prevenzioni non fatte e due anni di Sistema Sanitario Nazionale che dovrebbe essere accessibile a tutti"
Cup Unico Regionale, Vizzardi : "Tempistiche inaccettabili".
Cup Unico Regionale e le parole di Vizzardi
“Siamo profondamente delusi dall’epilogo negativo di una mozione per noi fondamentale per tutelare la salute dei cittadini lombardi” spiegano Lisa Noja, Giuseppe Licata e Massimo Vizzardi consiglieri di Azione Italia Viva in Lombardia.
“Il rinvio ingiustificato al 2026 per l’operatività del CUP Unico Regionale annunciato dalla Giunta lo scorso 3 ottobre non è solo grave è quasi una presa in giro. Il CUP era già previsto dal Testo Unico sulle leggi regionali del 2009 e la sua realizzazione doveva essere completata già nel 2017. A maggio scorso era stato assicurato che il percorso sarebbe terminato entro la fine del 2024. Un mese fa scopriamo che non sarà il 2024, bensì il 2026. E ciò nonostante siano già stati stanziati in favore di Aria S.p.a oltre 70 milioni di fondi regionali. È una dilazione inaccettabile che compromette la possibilità di avere in tempi ragionevoli uno strumento essenziale per ridurre le liste d’attesa. Con la nostra mozione abbiamo chiesto di tornare alle scadenze previste solo pochi mesi fa, per arrivare ad avere il CUP attivo entro la fine del prossimo anno. Un atto dovuto verso i cittadini lombardi che attendono il CUP da quasi quindi in anni e che ogni giorno incontrano difficoltà enormi a prenotare visite essenziali per la loro salute. Dispiace davvero prendere atto del rifiuto di accogliere la nostra mozione. Questa Giunta e la sua maggioranza, che si vantano di una sanità lombarda di serie A, poi non sono nemmeno in grado di garantire l’adempimento degli impegni che hanno loro stessi assunto verso i cittadini pochi mesi fa”.
Secondo il CENSIS sono 19,6 milioni gli italiani che, nell!anno che ha preceduto la pandemia, per almeno una prestazione sanitaria, hanno provato a prenotare nel Servizio sanitario nazionale e poi, constatati i lunghi tempi d!attesa, hanno dovuto rivolgersi alla sanità a pagamento, privata o intramoenia. E sulla base di quanto emerge dal Rapporto n. 9 "Il monitoraggio della spesa sanitaria”, del Ministero dell!Economia e delle Finanze e riferito all!anno 2022, risulta in crescita costante la spesa sanitaria che i cittadini sostengono per cure private: si è passati infatti da 34,85 miliardi di euro del 2019 ai 37 miliardi del 2021, 2,15 miliardi in più di cui il 50% per visite specialistiche e interventi. Il motivo principale per cui viene scelta la sanità privata è per lo più la tempistica delle liste d’attesa che, spesso e volentieri, sfiorano l’impensabile anche davanti ad una presunta urgenza.
La legge regionale n. 33 del 2009 "Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità”, che all!art. 21, inerente il sistema informativo sanitario, al comma 3, tra gli interventi previsti a cura di Regione, prevede che le strutture sanitarie pubbliche e private che erogano prestazioni per conto del servizio sanitario nazionale debbano utilizzare quale unico sistema di prenotazione delle prestazioni il sistema di prenotazione regionale, pena la mancata remunerazione di ogni prestazione prenotata al di fuori di tale sistema.
Le parole di Massimo Vizzardi
“Tempistiche inaccettabili di cui non capiamo la motivazione che invece vorremmo ci fosse spiegata e giustificata dall’assessore e dalla giunta - dichiara Massimo Vizzardi (sindaco di Chiari ndr)- due anni di ritardo (sui tempi previsti da maggio perché da legge regionale questo sistema dovrebbe essere funzionante dal 2017) sono due anni di visite cancellate, due anni di prevenzioni non fatte e due anni di Sistema Sanitario Nazionale che dovrebbe essere accessibile a tutti che invece rimane elitario e solo per chi se lo può permettere”.
Il 3 ottobre, l’Assessore Regionale al welfare Bertolaso ha illustrato il piano per la realizzazione del CUP con le risorse destinate alla società Aria S.p.a ( 51.642.000 IVA inclusa), soprassedendo al fatto che le tempistiche previste dall’ultima relazione del maggio 2023 fossero di un sistema funzionante entro la fine del 2024, mentre il 3 ottobre si annunciava una dilazione al 2026.