Secor net: i dati della ricerca
Il progetto che ha interessato ampia parte del territorio bresciano è diventato una ricerca
Secor net: i dati della ricerca.
Tecnologici...sin da bambini
Adolescenti iperconnessi, bambini che si avvicinano sempre prima al mondo dei social, genitori incapaci di mettere delle regole e, ancor più grave, di capire la portata dei problemi causati all’esposizione mediatica. Basta questo per capire l’importanza del progetto Secor net.
Progetto Secor net
«Sicuri in rete -relazioni sicure dentro e fuori la rete» è attivo dalla scorsa primavera grazie ad una cabina di regia decisamente importante. Promosso e sostenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le politiche della famiglia) con un contributo di 110mila euro da destinare a Scuole e Comuni del territorio di Ambito 9 Bassa Bresciana Centrale, assegnato all’associazione Criaf di Pontevico, come ente attuatore in collaborazione con l’Azienda territoriale per i servizi alla persona - Ambito 9 (ente partner). Inoltre fanno parte del coordinamento del progetto: Criaf, Prefettura di Brescia, Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia, U.O.D. Promozione alla Salute Ats Brescia, Azienta Territoriale per i Servizi alla persona Ambito 9, Presidente assemnìblea sindaci Ambito 9, N.P.I.A. Leno, Reparto di pediatria Ospedale di Manerbio e diversi giuristi.
Un impegno corale che ha il suo punto di forza nel fare rete, nel comprendere che la complessità del fenomeno debba essere affrontata da diversi punti di vista, non solo per conoscerlo a fondo ma per contrastarlo efficacemente. Perché sempre più spesso è questo che chiedono giovani, genitori e docenti: un aiuto concreto.
Cyberbullismo, digital datin abuses, hatespeech
Sono fenomeni in costante crescita che il progetto Secor net ha voluto non solo contrastare ma prevenire attraverso la promozione della cultura della non violenza e della consapevolezza digitale, relazionale e affettiva attraverso corsi on line con i docenti, la tecnologia in questo caso è stata di grande aiuto, e momenti di incontro con ragazzi e genitori.
Ma non solo: conoscere, studiare il territorio è necessario per comprendere le fragilità dei giovani e capire dove e come intervenire, ecco perché è stata avviata una collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma con la dottoressa Francesca Ieracitano, esperta in effetti mediali e di comportamenti a rischio online dei giovani sui social media, e con il Centro Studi Socialis di Brescia.
Indagine sui minori tra rischi e benessere digitale
E’ la ricerca che è stata presentata martedì mattina in prefettura a Brescia, alla presenza dei molti professionisti del settore che hanno partecipato al progetto, dalla quale si evince un quadro certo non facile, ma non così drammatico.
La direttrice del Criaf Paola Cattenati ha introdotto quella che più che una conferenza stampa è stato un vero e proprio convegno dove sono stati presentati dati e considerazioni di una indagine importante, si consideri che al progetto Secor net hanno aderito 10mila studenti, 2200 docenti e 1300 genitori, quindi una fetta decisamente rappresentativa del territorio.
«Chiuderemo il progetto il 30 novembre prossimo, ma cercheremo la possibilità di non interromperlo in particolare quello sulle emergenze: abbiamo una rete importantissima che non potremo permetterci di disperdere, il progetto e il corso per docenti mirano alla costruzione di buone prassi di intervento, si devono definire linee operative perché ogni scuola che partecipi possa dirsi un scuola che partecipa al cambiamento», ha iniziato Cattenati che dopo i molti ringraziamenti ha lasciato la parola alla dottoressa Ieracitano.
La tecnologia: un terreno di negoziazione
Demonizzare internet non serve a niente, nemmeno i social media perché questi sono solo strumenti e come ogni strumento deve essere conosciuto e insegnato. La chiave di volta è proprio questa: il conoscere e insegnare, anzi di più, educare alle buone pratiche da mettere in atto nella vita digitale che non è dissimile da quella off line.
«Il sistema sicurezza deve intervenire su più ambiti: responsabilizzare le tecnologie vuol dire deresponsabilizzare gli attori che devono intervenire sulle tecnologiche, devono monitorare e spiegare come usarle - ha spiegato Ieracitano - I giovani usano i social media per comunicare, rimanere in contatto perché la cosa che ancora vince su tutto sono gli amici: il desiderio di incontrarsi».
E questo è uno dei tanti dati da cui partire per individuare strategie proattive al mondo della rete che, come ha ben sottolineato la ricercatrice, è in continua e rapida evoluzione.
«Il campione di giovani analizzato, molto rappresentativo perché quasi tutti quindicenni, ha evidenziato le fragilità su cui è necessario lavorare», ancora Ieracitano. Ed è proprio da qui che si deve partire: lo studio dei dati, fare rete tra diversi enti serve per avere un quadro completo della situazione per sapere dove intervenire.
Secor net e la ricerca che da esso ne è derivata sono diventati un caposaldo: tutti i presenti hanno concordato che questo non deve essere un progetto a sè stante, ma l’impegno deve essere continuativo e capace di evolversi con le nuove tecnlogie.