Caso Bozzoli: al via le richieste dell'accusa, domani la Corte d'assise entrerà in camera di consiglio
La sentenza potrebbe essere vicina.
Oggi (mercoledì 28 settembre 2022) in scena le richieste dell'accusa.
Sono passati sette anni
Il caso Bozzoli ormai risale a sette anni fa: era l'8 ottobre 2015 quando si persero le tracce dell'imprenditore Mario Bozzoli.
A processo troviamo il nipote, Giacomo Bozzoli accusato di aver soppresso o distrutto il cadavere dello zio. Secondo il pm Giacomo Bozzoli, con l'aiuto di altre persone, avrebbe adagiato il cadavere su una superficie di metallo fuso nel forno grande della fonderia Bozzoli; una volta incenerito lo avrebbe trasportato fuori dallo stabilimento facendone così perdere le tracce in modo definitivo. Nel corso dell'udienza del 29 giugno 2022 il pm ha aggiunto un particolare nuovo rispetto alla tradizionale ricostruzione secondo la quale Bozzoli avrebbe ucciso lo zio in fonderia e poi portato il cadavere fuori dall'azienda sulla sua auto. Una versione che è stata modificata dal momento che nell'auto in questione non sono mai state rinvenute tracce riferibili a Mario Bozzoli.
Domani (giovedì 29 settembre 2022) la Corte d'assise di Brescia entrerà in camera di consiglio dopo le repliche di accusa e difesa, venerdì 30 settembre 2022 potrebbe già esserci la sentenza.
Bruciato un maialino per arrivare alla verità
Si è svolto nel pomeriggio di mercoledì 27 aprile 2022 l'esperimento giudiziale legato al caso Bozzoli che ha visto bruciare un maialino morto nei giorni scorsi. Il tutto all'interno della fonderia Gonzini di Provaglio d'Iseo e non all'interni dell'azienda di Marcheno di proprietà dello stesso Bozzoli con alcune differenze: in primis le dimensioni del forno, in questo caso più piccolo; ad essere bruciato, inoltre, non è stato un corpo da oltre 90 chilogrammi ma quello di un piccolo maiale di 13 chilogrammi trasportato alla fonderia dagli operatori dello Zooprofilattico.
Cosa è emerso
Tre gli elementi principali che sono emersi: in primo luogo il forno non è esploso; nell'immediato si è venuta a creare una fiammata seguita da una fumata bianca ed infine sia all'interno che all'esterno dello stabile si percepiva un odore di carne e fibre bruciate. Il fatto che non sia scoppiato potrebbe far pensare che davvero Mario Bozzoli sia stato ucciso nel forno della sua azienda di Marcheno ma naturalmente gli elementi da chiarire sono ancora molti.
I passi successivi
Una volta terminato l'esperimento, al quale ha assistito anche l'imputato Giacomo Bozzoli, il perito del giudice ha prelevato campioni di Dna dall'animale e oggi (giovedì 28 aprile) procederà a cercare lo stesso profilo genetico all'interno delle scorie.
La protesta
Non sono mancate le manifestazioni di protesta da parte delle associazioni e dei comitati animalisti presenti con striscioni e slogan di protesta. Una voce comune che da giorni si era alzata contro la decisione di sacrificare la vita di un maiale per giungere alla verità.