Frana di Tavernola: onda non più alta di otto metri nello scenario peggiore
Presentato il modello di propagazione elaborato dai tecnici dall’Università di Bologna.
Si tratta dello scenario peggiore, ma anche di quello meno probabile. A Montisola potrebbe arrivare un'onda tra i cinque e gli otto metri, mentre a Iseo di uno o due metri al massimo.
Frana di Tavernola: onda non più alta di otto metri nello scenario peggiore
Nel caso dello scenario di distacco peggiore della frana del monte Saresano, nel giro di settanta secondi l’onda anomala generata dalla caduta in acqua del materiale raggiungerebbe Montisola, per poi tornare verso Tavernola e giungere sulle coste di Iseo in circa 150 secondi. La parete di acqua, viaggiando verso la sponda bresciana del lago, secondo i modelli arriverebbe a un’altezza di cinque metri a 14 chilometri di distanza dal punto di caduta, per poi degradare man mano. A Iseo si prevede possa arrivare, sempre nel caso dello scenario di rischio peggiore (che è quello meno probabile) un’onda alta tra l’uno e i due metri, mentre a Pilzone potrebbe arrivare fino a tre metri. A Monte Isola l’onda potrebbe arrivare tra i cinque e gli otto metri di altezza, mentre a Tavernola tra i tre e i cinque metri.
C’è da precisare che i modelli elaborati dall’Università degli studi di Bologna sono stati calcolati variando solamente l’angolo di attrito basale, con un volume (quello massimo) di materiale di 2,2 milioni di metri cubi, e riprendendo quindi le previsioni del professor Crosta e della relazione Eg4Risk.
Come sottolineato anche dal presidente di Autorità di bacino, Alessio Rinaldi, "si tratta dello scenario peggiore, che è anche il meno probabile". Quindi si può finalmente tirare un altro lungo sospiro di sollievo dopo quello dettato dall’uscita dalla fase di preallarme. Il fronte è in continua decelerazione ed è costantemente monitorato.
La relazione dei tecnici sui modelli di propagazione dell’onda anomala
Clicca e scorri per visualizzare i modelli presentati dall'Università degli studi di Bologna sulla propagazione dell'onda.
I tecnici dell'Università di Bologna hanno illustrato il lavoro svolto in queste ultime settimane, commissionato da Autorità di bacino per conto di Regione, sulla propagazione dell'onda anomala che potrebbe essere provocata dal distacco della parete rocciosa del monte Saresano nell’area dell’ex miniera Ognoli.
"Si tratta di un secondo step del lavoro: il primo ha riguardato l'altezza della possibile onda anomala, mentre questo secondo ha chiarito la sua propagazione all'interno del tessuto urbano dei Comuni rivieraschi bresciani e bergamaschi, e le tempistiche con cui l'onda potrebbe raggiungere le coste sebine - ha sottolineato il presidente di Autorità di bacino - Il report è stato fornito ai tecnici che si stanno occupando della redazione dei piani emergenziali evacuativi di ogni Comune, poiché rappresenta un elemento essenziale per poterli completare".
I territori maggiormente colpiti dall’eventuale un'onda anomala sarebbero, secondo lo studio, quelli di Tavernola, Montisola e Marone: lo slancio dello «tsunami» arriverebbe fino a Pisogne e Sarnico, i due Comuni più a Nord e a Sud del lago, sui quali comunque l’impatto sarebbe lieve.