Istituto Tecnico Jannacci, un viaggio nella canzone dialettale a Sabbio Chiese
Con Lorenzo Monguzzi, Alberto Patrucco e Charlie Cinelli accompagnati alla chitarra elettrica dal musicista Andrea Marinaro.
Istituto Tecnico Jannacci è un viaggio nella canzone dialettale milanese e non solo.
Una serata variegata
Durante la serata di venerdì 29 ottobre al cinema teatro La Rocca, verranno proposti brani e monologhi dei suoi principali interpreti. Non solo Enzo Jannacci quindi ma anche Ivan Della Mea, Franco Loi, Giorgio Gaber, alcuni pezzi dell'ultimo disco in dialetto brianzolo di Lorenzo Monguzzi appunto dal titolo Zyngher e del cantautore bresciano Charlie Cinelli. Sul palco (per la prima volta insieme) Lorenzo Monguzzi – voce e chitarra, Alberto Patrucco – voce e dialoghi, il musicista e cantautore bresciano Charlie Cinelli e il musicista Andrea Marinaro alla chitarra elettrica, proporranno una serata di teatro canzone alternando monologhi a canzoni guidandoci in un viaggio a tratti irriverente e dissacrante, in altri intimo e profondo, alla scoperta della forza della canzone e della lingua dialettale. Dopo il successo di pubblico e critica ottenuto alla prima assoluta della scorsa estate, il viaggio continua e si arricchisce. Sul palco ci sarà anche Charlie Cinelli, musicista e cantautore di straordinario talento.
Lorenzo Monguzzi
Nasce in Brianza, dove attualmente vive, il 14 maggio 1967. Nel ’92 fonda con alcuni amici musicisti gli Zoo. A metà degli anni ’90 nascono invece i Mercanti di Liquore. Nell’arco di oltre un decennio si esibisce in innumerevoli concerti in tutta la penisola, conquistandosi una sempre crescente notorietà e la stima di un pubblico sempre più vasto e affezionato. Nel 2003, insieme ai Mercanti di Liquore, inizia a collaborare con l’attore Marco Paolini. Il primo spettacolo di quella che sarà una lunga e proficua collaborazione si intitola Song n.32 Concerto variabile, in cui le canzoni del trio si alternano a brevi monologhi, poesie e filastrocche. Ritroviamo Lorenzo come autore e interprete musicale in Album d’Aprile di Marco Paolini. Con i Mercanti di Liquore incide: Mai paura 1999; La Musica dei Poveri 2002; Sputi 2004; Che cosa te ne fai di un titolo 2005; Live in Dada 2006; Miserabili 2008. Nella primavera 2013 ha dato vita ad un nuovo progetto: Portavèrta, primo disco da solista. Nel disco (terzo classificato alle Targhe Tenco 2013) le nuove composizioni spaziano tra diversi generi, mantenendo un contatto con la scuola cantautorale ma aprendosi nel contempo nuove strade e nuove possibilità espressive. Dall’autunno del 2012 all’Aprile del 2015, sempre con Marco Paolini, è protagonista della tournée teatrale Ballata di Uomini e Cani, dedicata a Jack London, insieme a Gianluca Casadei alla fisarmonica e Angelo Baselli al clarinetto. Nel 2020 da alle stampe il suo nuovo disco dal titolo Zyngher, in cui ha riscritto e reinterpretato in dialetto brianzolo alcuni grandi classici del rock internazionale. Troviamo canzoni di artisti come Suzanne Vega, Clash, Nick Cave, Johnny Cash, catapultati in un ambiente diverso dal loro, più ruspante e provinciale. Il disco si intitola “Zyngher” (Zingaro) mutuato dall’omonima canzone di Suzanne Vega, a chiarire che l’obiettivo non è creare un’area protetta intorno alla propria cultura locale, ma al contrario imbastardirla e costringerla a confrontarsi con il mondo intero, che peraltro le è sempre più vicino. A completare il progetto alcuni pezzi originali, sempre in dialetto, che mi sembravano estremamente coerenti con il resto. Il disco ha visto la partecipazione di molti amici musicisti, alcuni di lunga data, altri più recenti: Nadir Giori (Sulutumana), Adriano Sangineto, Leslie Abbadini, Piero Mucilli e tanti altri. Dal 2021, con Piero Mucilli, ha ridato vita ai Mercanti di Liquore e stanno girando l'Italia collezionando sold -out ad ogni concerto. Sempre con i Mercanti di Liquore ha dato vita ad un progetto benefico per Emergency dal titolo “I Mercanti di Liquore e i Figli Storti” ed hanno recentemente pubblicato il singolo Lombardia, con 28 artisti del panorama musicale italiano. Questi gli artisti che hanno partecipato al progetto: Adriano Sangineto, Aimone Romizi (Fast Animals and Slow Kids), Andy (Bluvertigo), Andrea Scaglia (Ritmo Tribale), Cippa e Paletta (Punkreas), Cisco, Davide Romagnoni (Vallanzaska), Diego Potron, Divi (I Ministri), Edda, Edo Sala (Folkstone), Elio Biffi (Pinguini Tattici Nucleari), Emi - (Mellowtoy / Wolf Theory), Finaz (Bandabardò), Francesco Moneti (Modena City Ramblers), Giambattista Galli (Sulutumana), Giorgieness, Giorgio Canali, Lorenzo Marchesi (Folkstone), Marco Paolini, Marta Ferradini, Maurizio Cardullo (Folkstone), Mauro Ermanno Giovanardi (La Crus), Omar Pedrini, Sara Piolanti (Caravane Deville), Stefano Iasko Iascone (Cacao Mental), Wilko (Rats).
Alberto Patrucco
Debutta ufficialmente nel 1976 al Teatro Cabaret La Bullona a Milano. Entra in contatto con il mondo del cabaret e assimila l’etica e il modo di intendere e fare spettacolo di quegli anni. La proposta artistica di Patrucco è semplice e in linea coi tempi: monologhi e ballate, eseguite al pianoforte o alla chitarra, per raccontare storie con parole e canzoni originali, per lo più umoristiche. Tra la fine degli anni 70 e gli inizi degli anni 80, inizia un’intensa attività in molti locali milanesi. A partire dal 2000, le esperienze televisive si sommano: i primi “Zelig” e “Colorado Cafè”, oltre a “Funari News”, “Ballarò” e la più recente “XLove”, su Italia 1, nel 2015. A partire dal 2007, riprende il discorso musicale interrotto anni addietro. Col consenso degli eredi, inizia ad adattare e interpretare alcune opere di Georges Brassens mai tradotte in italiano. Nel 2005, gli viene assegnato il Premio Charlot (Cabaret con la K). Nel 2007, il Premio Walter Chiari, il Premio Satiroffida e il Delfino d’oro. Nel 2010, il Premio Paolo Borsellino per l’impegno culturale. E, nel 2016 il Premio Oscar del Successo e il Premio Giorgio Faletti. Patrucco si caratterizza per un accostamento corretto alle varie forme di comunicazione che si trova ad affrontare. La scrittura rimane l’elemento centrale del discorso artistico, il punto di partenza: il contenuto comico è più importante dell’effetto esilarante.
Charlie Cinelli
Il mio nome di battesimo è Giancarlo, sono nato il 21 novembre 1958 a Sarezzo, nella Valtrompia in provincia di Brescia e dopo qualche lezione di musica alle elementari il maestro mi ha consigliato di lasciar perdere….il solfeggio non faceva per me ma ero affascinato dalle canzoni dei Pooh, Demis Roussos, Celentano e Battisti prima e dai Led Zeppelin poi nonché dalla chitarra elettrica imitazione Gibson di un mio coetaneo che la esibì un giorno sul palco del teatro parrocchiale suonando il magico riff di “The house of the rising sun”. Decisi subito che volevo anche io una chitarra, forse anche per il fatto che sembrava attrarre l’attenzione delle ragazze. Iniziai così a imparare i primi accordi nella bottega del barbiere, poi con un insegnante vero e poi con gli amici che già conoscevano James Taylor, C S N & Y, ma anche Genesis, Jethro Tull e Emerson Lake & Palmer. Mi piacevano anche De André, De Gregori e Francesco Guccini e cantavo le loro canzoni insieme agli amici del paese. Un giorno sul giradischi di un amico appunto finì un album di Miles Davis, poi uno di Gerry Mulligan, poi Charlie Parker e ci appassionammo al jazz decidendo addirittura di formare il nostro primo gruppo che chiamammo Bluesettes. Qui mancava il basso quindi, come sempre accade in questi casi, qualcuno si deve prendere l’onere di accollarsi il poco appariscente strumento. Mi iscrissi addirittura al conservatorio dove per un paio d’anni studiai contrabbasso ma poi il servizio militare obbligatorio mi portò via. Al ritorno optai per la musica leggera unendomi al gruppo che accompagnava Iva Zanicchi…Avevo voglia di andare, evadere, esplorare e conoscere il mondo. Iniziai così una serie di esperienze che mi portarono, suonando di tutto e con gruppi di ogni genere, in giro per l’Europa. In Inghilterra mi sposai e rimasi per alcuni anni tra Londra e la Cornovaglia, suonando in locali di ogni tipo e con formazioni che andavano dal trio jazz al gruppo country&western, alla big band stile Glenn Millertutti in divisa… Durante questo periodo iniziai a scrivere canzoni in dialetto, forse per via della nostalgia di casa, infatti un giorno tornai in Italia, oltre a lavorare come session player in Rai, Mediaset e in studio per vari artisti (Lavezzi, Vanoni, Mina, Zucchero, Cocciante, Zero ecc) formai un trio i Charlie & the Cats che proponeva un insolito mix di dialetto e inglese in salsa rock. Ero passato alla chitarra e ci sono rimasto anche quando, nel 1998, ho prodotto il mio primo album solo (Törölölö) una raccolta di canzoni mie in chiave acustica, introducendo anche la fisarmonica e il mandolino. Da allora mi piace spaziare tra i generi a seconda dell’esigenza, mi piace il suono della mia Valley Arts nel Marshall imballato quando suono con i Cats ma mi piace molto anche accarezzare la mia Gibson J200 per raccontare le storie in dialetto durante i concerti folk. Continuo anche a sentirmi un bassista, infatti appena posso imbraccio il mio vecchio Fender Jazz che in Inghilterra avevo fatto modificare con gli EMG, e mi inserisco in ogni tipo di formazione, funk, reggae, blues o rock. Insomma per me è importante suonare, mi sento privilegiato per il fatto di poter proporre sempre il mio repertorio. Qualcuno mi dice che la maggior parte della gente non capisce i testi delle canzoni in inglese ma le ascolta lo stesso quindi dovrebbe fare altrettanto con le canzoni in dialetto…. secondo me qui entriamo in un ginepraio, ma se ti va di addentrarti buon ascolto.
Info utili
L'ingresso è libero e gratuito ma è consigliata la prenotazione sul sito Eventbrite a questo link https://www.eventbrite.it/e/184971413477. L'evento è organizzato dall'Associazione Culturale Fabbrica di Nuvole in collaborazione con il comune di Sabbio Chiese e l'assesseorato alla Cultura.