Altri sguardi altri mondi

Il fotografo e regista salodiano Giulio Tonincelli protagonista in biblioteca con The Balkan Route

Da martedì 30 gennaio a sabato 10 l’auditorium della Biblioteca ospiterà una mostra di una decina di scatti dedicati a Bihac, in Bosnia, lungo la rotta balcanica, ingresso libero

Il fotografo e regista salodiano Giulio Tonincelli protagonista in biblioteca con The Balkan Route
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Il fotografo e regista salodiano Giulio Tonincelli protagonista in biblioteca: si parla di Balcani.

Il fotografo e regista salodiano Tonincelli protagonista in biblioteca

Una serata dedicata ai Balcani quella proposta dalla biblioteca di Salò e parte della rassegna "Altri sguardi, altri mondi".  Giovedì 1 febbraio alle 20.30 la Biblioteca ospiterà il fotografo e regista Giulio Tonincelli. Salodiano di 39 anni consegue la laurea presso l'Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia. Nel 2010 inizia lavorare come fotografo freelance e assistente di set. Due anni più tardi atterra negli Stati Uniti per lavorare negli studi di Russ&Reyn e di Steve McCurry. Il 2013 lo porta in Siria con Intermed Onlus per documentare l'attività dei volontari; l’anno successivo decide di conoscere l’Albania in compagnia di un amico che da ragazzo da quella terra aveva attraversato l’Adriatico con la famiglia in cerca di un nuovo destino: ne nasce un corto di 8 minuti, che viene presentato a Bologna nel corso del festival Visioni italiane. Seguono altri viaggi nei vari “sud” del mondo: nel 2016 è in Uganda, nel 2018 in Palestina. Attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica indaga differenti culture, stili di vita, ma soprattutto i drammi dei conflitti e della povertà. Ha partecipato a una quarantina di festival in oltre venti Paesi.

Nel dettaglio

Per rotta balcanica, termine coniato recentemente, si intendono le diverse vie che dalla Turchia giungono nel cuore dell'Europa. In realtà fin dall'antichità questi luoghi furono battuti da pellegrini, viaggiatori, commercianti e anche eserciti; oggi l'accezione del termine tende però verso un sentimento negativo del fenomeno, incolpando e criminalizzando chi queste terre (o mari) le attraversa per cercare speranza e nuova vita. La serata affronta la questione soprattutto da un punto di vista umano: dal primo grande flusso moderno degli anni novanta attraverso l'esperienza di Erminando Allah, fotografo di origini albanesi, fino a giungere alla seconda corrente esplosa nel 2015, raccontata da Niccolò Parigini e Léa Karam, operatori di Mediterranean Hope responsabili dei due progetti di accoglienza in Bosnia ed Erzegovina.

La mostra

Da martedì 30 gennaio a sabato 10 l’auditorium della Biblioteca ospiterà una mostra di una decina di scatti dedicati a Bihac, in Bosnia, lungo la rotta balcanica. Ingresso libero.

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