Arte

Albano Morandi, la prima mostra personale del salodiano in Romania

La mostra sarà visitabile a Cluj-Napoca, Romania da giovedì 5 maggio a domenica 5 giugno 2022.

Albano Morandi, la prima mostra personale del salodiano in Romania
Pubblicato:
Aggiornato:

IAGA Contemporary Art è lieta di presentare la prima mostra personale di Albano Morandi (Salò, 1958) in galleria, dal titolo Hidden on surface. La mostra sarà visitabile a Cluj-Napoca, Romania da giovedì 5 maggio a domenica 5 giugno 2022.

Gli ingredienti

Il progetto espositivo si compone sia di opere iconiche dell’artista sia di lavori inediti, appositamente realizzati per l’occasione, formati da un dittico all’apparenza contrastante, dove pazienti stratificazioni di griglie cromatiche si sovrappongono e addensano, rarefanno e affondano sulla superficie, affiancate a magmatiche, dense, campiture dove s'affacciano i segni organici, piantati nelle terminazioni nervose di Wols o spuntati lungo le partizioni cerebrali di Fautrier. In questa prima mostra che segna l’inizio della collaborazione tra Albano Morandi e la galleria vi sono i Fiori assenti con Gesti ludici, come l’artista ha intitolato questa nuova serie, dove appunto le due declinazioni della sua ricerca – quella segnico-surrealista e quella dadaista-ready-made, tra efflorescenze organiche e tovaglie stese al sole della potenzialità immaginifica – si allineano, specchiandosi l’una nell’altra. Seguono grandi lavori e composizioni di opere che l’artista ha esposto in momenti precedenti istituzionali, dalla Quadriennale di Roma, con Se solo potessimo cadere-Kamikaze, un’opera di grande respiro dove le velature materiche del giallo intenso si contrappongono a un verde profondo e accolgono il bislungo segno, quasi un personaggio appunto, nell’istante di una caduta o di una riemersione dall’altrove.

Alcuni dettagli

Sono esposti anche due straordinari Cieli estranei che l’artista ha realizzato per il cinquantesimo anniversario del film 2001-Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, certo ispirandosi all’ellisse vertiginosa temporale che unisce il primordiale gesto animale con il volteggiare nell’etere di una cellula spaziale: i Cieli estranei, dopottutto, sono calchi organici di stelle che potremo vedere in un altro momento, o forse solo immaginare (esposti nella mostra antologica del 2018 a Città della Pieve). Inoltre vi è una composizione – di nuovo torna la griglia calda e aperta al fiorire della pittura – di piccoli Fiori assenti che sono recentemente stati esposti nella grande antologica, per i 40 anni di ricerca, dedicata ad Albano Morandi a Palazzo Martinengo Cesaresco a Brescia, nel 2021. Altre opere completano il percorso espositivo quali gli intimi Paesaggi e Interni in tempo di coronavirus che l’artista, nel perimetro domestico, ha realizzato durante il lockdown del 2020, lavorando con materiali di riuso che, con continui piccoli tocchi di colore e strati di altri materiali, rendono orizzonti di un altrove possibile, campiture di una immaginazione che resiste al silenzio e alla paura.

Le parole della curatrice

Per Albano Morandi l’arte contemporanea è un compendio di belle arti, teatro, musica e letteratura che sfugge alle leggi del tempo e dello spazio. La stessa curatrice Ilaria Bignotti, nel contributo critico pubblicato nel catalogo realizzato ad hoc, afferma:

"Quella di Morandi è una lunga storia, una storia di pittura che si riscatta, noncurante delle buone regole del Concettuale e delle gabbie Analitiche che sino a poco prima, sul limitare degli anni Settanta, erano ancora lì agguerrite a lanciare dardi monocromi contro l’incipiente aggressione della strategica Transavanguardia. Ma lì in mezzo, senza schivare alcun colpo, noncurandosi proprio di alcuno schieramento, era la nuova generazione di artisti, pittori e scultori che volevano amare, ancora e ancora, il caldo piacere, la sensualità materiale e tattile, del dipingere. La febbrile lentezza del porsi davanti alla tela, dentro ai grembi del colore e davanti alle rappresaglie della forma. Il sapore acre della letteratura, il dolore cinico dell’immaginazione, la sorpresa tagliente del principiare dell’immagine. La possibilità, anche, soprattutto, di contaminare e contaminarsi. Senza alcuna cautela, senza nessun pregiudizio. […] Per questo l’indagine di Albano Morandi rifugge a ogni declinazione eppure, anche nella divergenza apparente dei risultati formali, è tutta, pienamente figlia di una immaginazione inebriante e sperimentale, originaria e alchemica: eterno principiare, Uroboro pittorico".

Seguici sui nostri canali