Un sogno realizzato con nuovi amici incontrati on the road, lui è Daniele Tomasoni, quest'estate ha raggiunto Capo Nord con la sua Honda
A Capo Nord in moto da Azzano
Dalla Bassa bresciana a Nordkapp, sulla sua Honda NC750. A raccontare l’impresa l’azzanese Daniele Tomasoni tornato nelle scorse settimane da quello che viene considerato il punto più a nord dell'Europa.
Sono in molti a guardare Capo Nord come un’avventura da vivere almeno una volta nella vita, a bordo della propria due ruote.
C’è anche stato chi l’ha fatta in bicicletta, ma la sua fama la deve a un lombardo detto Naco, all’anagrafe Giuseppe Guzzi, fratello maggiore di Carlo fondatore del noto marchio motociclistico italiano Moto Guzzi.
Nel 1927 Naco realizzò un prototipo del modello GT 500, prima Moto Guzzi con telaio elastico che volle tributare al dirigibile italiano che l'anno precedente (1926) aveva sorvolato il Polo Nord, comandato da Umberto Nobile e Roald Amundsen.
Tale prototipo a due ruote venne subito ribattezzato come “Norge”, nome appunto del dirigibile semirigido italiano acquistato successivamente dall'Aero Club Norvegese.
Tale mossa si tradusse in proteste da parte delle case motociclistiche concorrenti che accusarono Moto Guzzi di approfittare slealmente della popolarità dell’impresa appena conclusa. Nella caldissima estate del 1928 Giuseppe alla ricerca di refrigerio per le ferie itineranti decise di partire a bordo della Norge e compiere oltre seimila chilometri sino a Capo Nord, dopodiché raggiungesse il circolo polare artico. Considerata la condizione delle strade e le moto dell’epoca fu un'impresa strabiliante che fece parlare i giornali di tutta Europa. Fu così che Moto Guzzi poté utilizzare a pieno titolo la denominazione Norge e Capo Nord divenne un'importante meta motocicloturistica.
L'esperienza di Daniele
E come ogni motociclista che si rispetti anche il 45enne azzanese un pensierino lo fece vent’anni fa, accantonandolo poi in un cassetto. Sposò Daniela e divenne papà di Debora e Denise, quest’anno è riuscito a partire e portarsi a casa 11mila 500 chilometri di percorrenza su due ruote, distribuiti su 25 giorni.
"L’impresa di arrivarci e posizionare la moto sotto il mappamondo e fare una foto ricordo è stata meravigliosa - ha raccontato Daniele - Appoggiandomi a Moto Avventura con la spedizione al Nord in partenza da Copenaghen, ho salutato la mia famiglia 5 giorni prima per giungere puntuale all’appuntamento con il resto del gruppo proveniente da diverse parti d’Italia".
Sveglia presto, colazione abbondante e in sella alla moto e poi ogni giorno 500 o 600 chilometri con tappe intermedie consigliate dove poter effettuare anche qualche visita curiosità in località o in qualche museo o in qualche punto panoramico, a discrezione dei partecipanti.
"Era un viaggio di gruppo ma abbastanza autonomo, attraverso un’app l’organizzazione ci dava punti consigliati così come informazioni pratiche e utili (come i distributori di benzina) ed è stato fatto tutto per bene, la sera ci si trovava in hotel per cena e pernottamento. Immancabile la visita ad esempio al Regalskeppet Vasa, il vascello svedese costruito per il re Gustavo II Adolfo di Svezia tra il 1626 e il 1628, così come altre realtà - ha raccontato l’unico bresciano della spedizione - Sono partito da solo ma nel giro di poco si è creato subito il gruppo con i partecipanti di diverse città quali Vicenza, Venezia, Milano, Torino, Roma, Perugia, Toscana, Sardegna. L’occasione di un caffè insieme univa parecchio senza necessariamente vincolare nessuno. La sera era un momento di condivisione divertente, scherzosa, tecnica, emozionale. Siamo tuttora in contatto tramite gruppo whatsapp, l’amicizia c’è".
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La voglia di ripartire
Un’esperienza che di certo l’azzanese rifarebbe, ogni curva, ogni tornante è degno delle aspettative di chi li vive a bordo della propria due ruote, un altro modo per godersi i luoghi, fare bellissimi incontri, non solo con bellissime persone ma anche con dei greggi di renne in mezzo alla nebbia, che il bresciano ben conosceva ed è diventato punto di riferimento del gruppo.
"Puntiamo ad un’altra meta che al momento è ancora indefinita, la stiamo pensando con Moto Avventura in particolare con l’amico di Roma, Stefano, al quale mi sono molto legato anche per un fatto che ci ha colpiti da vicino".
Il ricordo di un amico nel cuore
Tra il gruppo stretto di amici del 45enne, nella spedizione, c'era anche il toscano Pierfrancesco Giannarelli.
Il 69enne a bordo della sua Harley Davidson è stato coinvolto il tragico incidente, nel quale ha perso la vita, avvenuto all’interno di un tunnel sulla strada delle isole Lofoten, un arcipelago della Norvegia, a 800 chilometri dall’arrivo, Capo Nord.
"E’ stato un duro colpo. Pier è mancato il giorno prima di Capo Nord - ha raccontato Daniele - Avevamo legato parecchio. Pochi giorni dopo avrebbe compiuto 70 anni, ha deciso di fare questo ultimo viaggio sulla due ruote prima di appendere il casco. Quel giorno era proprio in viaggio con noi, tutti eravamo in quella galleria. Quanto accaduto ci ha resi titubanti a proseguire. Poi abbiamo deciso di arrivare a Capo Nord e arrivarci proprio per lui. Una volta in Italia ci siamo riuniti e abbiamo partecipato al funerale a Massa per salutarlo un’ultima volta. E’ incredibile come esperienze come questa possano legare così tanto quelli che poco prima erano perfetti sconosciuti".
Il sindaco azzanese Matteo Ferrari
Un'esperienza che in paese, ha creato curiosità e grande entusiasmo. Il primo cittadino Matteo Ferrari ha raccontato:
"E' bello sapere che abbiamo concittadini che portano avanti le proprie passioni con caparbietà, che sanno alzare l'asticella ogni volta. Il viaggio intrapreso da Daniele è stato di certo ricco di emozioni, non meno di rapporti umani. La sua esperienza di stringere nuove amicizie sulla strada di una passione condivisa sta di certo insegnando molto a tutti noi. Il nostro biker azzanese è l'esempio della speranza di costruire rapporti concreti. I complimenti da parte della nostra amministrazione comunale".