Possibile che Balotelli per il Brescia calcio sia un "problema tecnico"?
SuperMario è un lusso troppo grande per un club che lotta per non retrocedere?
E' un vero e proprio paradosso. Quest'anno i tifosi delle "rondinelle" hanno toccato il cielo con un dito all'arrivo della notizia dell'acquisto di Mario Balotelli. Ma il rendimento del campione non è sempre risultato così incisivo come nelle aspettative.
Il quotidiano online d'informazione calcistica Quattrotretre.it ha analizzato le performance del Brescia Calcio in relazione al "peso" con cui Supermario è riuscito a incidere. E qualche sorpresa per voi superappassionati del pallone non manca.
Balotelli "problema tecnico"?
Sei dei sette punti del Brescia in questo campionato sono arrivati senza Balotelli in campo. E contro il Torino l’attaccante è stato sostituito perché, secondo Grosso, non ha attitudine al sacrificio difensivo. SuperMario è davvero un lusso troppo grande per un club che lotta per non retrocedere?
Dopo una settimana di fiumi di inchiostro spesi per descrivere i fatti del Bentegodi, necessari (i fiumi, non i fatti) per ribadire a gran voce che in Italia c’è un problema razzismo grande come il Colosseo, il Brescia è tornato a pensare a quello che accade in campo...
I punti in classifica restano sette, sei dei quali centrati nelle prime quattro giornate, giocate senza Mario Balotelli, assente per squalifica. E allora c’è da farsi due conti, seguendo anche le parole pronunciate con brutale onestà da Fabio Grosso: SuperMario è un problema tecnico per le Rondinelle?
Tra paradossi e punti di domanda
Fabio Grosso ha espresso a chiare lettere i dubbi che stavano nascendo già da qualche settimana: Balotelli è con ogni probabilità il giocatore più tecnico e rilevante della rosa del Brescia (Tonali permettendo), ma è davvero l’uomo giusto nel posto giusto?
Arrivato a 29 anni, da SuperMario ci si aspettava un grado di maturità tattica diverso. Non è un centravanti che svaria su tutto il fronte d’attacco, ma dovrebbe avere incamerato una conoscenza del gioco sufficiente per capire come muoversi, quando farlo e, soprattutto, come essere utile ai compagni di squadra con e senza il pallone. Partito titolare in sei delle sette partite in cui è stato a disposizione di Corini prima e di Grosso poi, raramente ha dato la sensazione di essere pienamente parte dei meccanismi bresciani.
Il Brescia, per quanto organizzato e generoso, non sembra ancora arrivato a un livello di vissuto tale da potersi permettere un Balo statico, per certi versi un corpo estraneo, un kicker meraviglioso che però copre troppo poco campo per una squadra che ha bisogno di mordere gli avversari per portare a casa ogni singolo punto salvezza. CONTINUA A LEGGERE LA ANALISI DI QUATTROTRETRE.IT