Parla Frigoni, storico vice di Velasco
Coach Angiolino Frigoni è tornato. L'allenatore di pallavolo è in piena forma e lo si nota subito quando apre la porta di casa sua. Dopo le cattive notizie di salute arrivate nell'agosto del 2015, mister Frigoni si è sottoposto ad un intervento e oggi è di nuovo pronto ad allenare. «Se dovesse arrivare una proposta interessante, anche dall'estero, sarei pronto a valutarla. Non è soltanto una questione economica, ma sarebbe una scelta dettata dalla passione che ho per questo sport», ammette Frigoni che per la generazione anni '90 e per chi è cresciuto con la Nazionale di pallavolo maschile è una sorta di mito, di sportivo che fa rima con vittoria e trionfo. La sua voce è profonda, intensa, proprio come la carriera che si è costruito anno per anno. Tutto è iniziato con la «Eurosiba Eurostyle Carpenedolo», quando in paese Bardolino e Baratti avevano iniziato a investire in una squadra di pallavolo e così «arriviamo in serie B e dopo in A2. Ma è in quel momento che si spezza il legame con Carpenedolo, perché il mio paese non aveva una palestra adatta e temporaneamente dovemmo spostarci a Montichiari in attesa che l'amministrazione comunale dell'epoca realizzasse una nuova struttura. In realtà non se ne fece nulla e così dalla stagione 1986-87 a Montichiari è cresciuta la pallavolo fino alla promozione in serie A1 e alla costruzione del palazzetto».
In quegli anni Angiolino Frigoni era diventato primo allenatore della squadra e nel 1989 è arrivata la chiamata di Julio Velascoper fare il suo vice nella Nazionale maschile di pallavolo. E' questo il periodo della svolta per l'allenatore di Carpenedolo, che racconta come ha incontrato Velasco. «L'ho conosciuto perché allenavamo entrambi in serie A e nell'88 ci siamo trovati in un corso di aggiornamento a Roma, abbiamo parlato, siamo andati insieme in aeroporto e ho avuto modo di confrontarmi con lui. Questo rapporto, ancora oggi, non si è incrinato. Ci sentiamo al telefono, qualche messaggio su Whatsapp e a volte viene a trovarmi a casa a Carpenedolo dove, spesso, organizziamo dei barbecue». Sono anni felici e nel 1990 la Federazione italiana di pallavolo impone agli allenatori una scelta: basta con il doppio incarico tra club e nazionale. Frigoni, a quel punto, opta per la nazionale targata Velasco. E' la scelta migliore, i successi giungono uno dietro l'altro e il mister rimarrà in azzurro fino alle Olimpiadi del 1996: «E' stata un'esperienza gratificante, ho imparato in quel contesto a fare l'allenatore. Anche dal punto di vista umano è stato qualcosa di straordinario, perché ho conosciuto altre culture e non mi riferisco solo allo sport.
Nel 1997, però, Frigoni ha seguito Velasco nella Nazionale femminile e prenderà il suo posto nel 1998, dopo che l'argentino aveva accettato un'offerta economica vantaggiosa dalla società di calcio della Lazio. Al di là degli insegnamenti di Velasco, Frigoni ha imparato molto anche grazie alle sue esperienze tra Russia, Azerbaijan ed Egitto dove ha vinto il campionato africano. Però, nonostante il suo voler essere un cittadino del mondo, Angiolino Frigoni non ha perso il suo legame con Carpenedolo: «Ancora oggi mi diletto con una società femminile a Carpenedolo, la "Pallavolo Carpenedolo", e ogni volta che torno a casa do una mano. Mi sono affezionato a questa realtà, anche perché sento di avere un debito nei confronti di Carpenedolo e ogni volta che torno cerco di dare qualcosa a questo paese che mi ha aiutato molto ad uscire da situazioni complicate. Da Carpenedolo riesco sempre a ripartire e a 62 anni vorrei continuare ad allenare», conclude mister Frigoni. Tutto è possibile per uno sportivo come lui, per un uomo che non ha smarrito la voglia di allenarsi, aggiornarsi e rimanere al passo con i tempi. Bentornato, mister Frigoni.