Mondonico più forte della brutta bestia

Mondonico più forte della brutta bestia
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Il Mondo è uno tosto, lo sanno bene a Bergamo. Baffo sbarazzino e sguardo sincero, Emiliano Mondonico ha un legame strettissimo con la città e la sua gente, merito di sette anni (tre prima, quattro poi) vissuti da allenatore dell’Atalanta e di quella storica cavalcata in Coppa delle Coppe nella stagione ’87-’88. Ma il Mondo è stato anche un simbolo dell’AlbinoLeffe, del Torino e della Cremonese. Ovunque si vada, in giro per l’Italia, è difficile trovare qualcuno che di lui parli male.

Il 9 marzo ha compiuto 70 anni e, nel giorno dei festeggiamenti, ha voluto dare la notizia: «Sto di nuovo combattendo la brutta bestia».

Il 29 gennaio 2011, mentre sedeva sulla panchina seriana, Mondonico comunicò di dover lasciare temporaneamente l’incarico perché alle prese con una battaglia più grande e più difficile di una partita di calcio: un tumore all’addome. Dopo l’intervento, meno di un mese dopo tornò a bordo campo e guidò l’AlbinoLeffe verso un’insperata salvezza in Serie B. A fine anno, però, decise nuovamente di lasciare. Necessitava di altre cure, la sua battaglia non era ancora finita. il gol vittoria arrivò a novembre di quello stesso anno, quando in un’intervista annunciò di essere pronto per una nuova avventura visto che, finalmente, il sarcoma era stato battuto. A parte una breve parentesi con il Novara in Serie A, però, il Mondo da allora ha svestito i panni del timoniere per vestire invece quelli dell’opinionista tv, simpatico e puntuale, schietto e mai arrogante. Un uomo in grado, con la stessa placida fiducia nella vita, di mettere nella stessa intervista il suo più grande amore, il calcio, al fianco del suo più grande incubo, la malattia.

Parlando a Il Giornale delle sue prime settanta candeline, Mondonico ha confessato: «Le battaglie più difficili le sto ancora combattendo per mettere al tappeto la brutta bestia che bussa alla mia porta. Ma io non mi arrendo. Se tornerò ad allenare? La malattia non mi permette di essere al cento per cento e se non sei al massimo non puoi buttarti nella mischia. Mi consolo con quelle cinque cose terribili che mi hanno tolto dallo stomaco». Poche semplici parole tra un ricordo e un aneddoto, tra una chicca sul pallone e una carezza per Andrea Belotti, che sente un po’ suo figlio calcistico essendo cresciuto nelle giovanili dell’AlbinoLeffe. Naturalmente tutto il mondo del pallone, nel weekend appena trascorso, ha voluto dedicare una parole d’affetto per il Mondo. Giornalisti, dirigenti, ma anche tanti tifosi (in particolare quelli di Atalanta, Fiorentina e Torino) hanno mandato un pensiero al tecnico di Rivolta. Il quale, dopo la brutta notizia, ha voluto ringraziare tutti con una bella notizia: dalla sua postazione alla Domenica Sportiva ha comunicato che «sono stati cinque-sei giorni un po’ balordi, ma oggi sto meglio di prima. L’intervento è riuscito: non sono proprio capace di arrendermi». E chi lo abbatte il Mondo?


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