Ceci a Montichiari per le Olimpiadi 2020
Fisico da professionista, testa da guerriero. Luca Ceci , 27 anni, è entrato nella redazione di In Montichiari Week con tutta la grinta che schiaccerà sui pedali. E pure con la bici. «Scusate, la porto dentro perché non me la sento di lasciarla in strada». Passione e dettagli. Luca, pistard da Ascoli Piceno, è così. E vuole dare tutto «per un obiettivo davvero importante: le Olimpiadi del 2020. Ecco perché il mio team si chiama proprio Geta 2020». Già campione italiano, ha scelto il velodromo di Montichiari per rilanciarsi. «La struttura che avete qui è senza dubbio la migliore in tutta Italia. Prima della sua costruzione, d’inverno dovevamo spostarci all’estero, io spesso andavo a Valencia per i «collegiali», mentre in estate la sede era Padova. Ho deciso di trasferirmi qui per un anno, insieme a mio padre Vincenzo (ex campione, ha partecipato anche alle Olimpiadi di Los Angeles, ndr) mio allenatore e direttore sportivo e a Gianluca Sfascia, una delle promesse in assoluto per questa disciplina.
E’ nella categoria Juniores, ha 17 anni, ed è davvero fortissimo. Voglio seguirlo bene ed allenarlo al meglio». Luca esce da un periodo non facile. Negli ultimi tre anni non si è allenato come avrebbe voluto e adesso sa che questa è l’occasione per rilanciarsi. «Devo assolutamente dare il meglio - dice - perché non ho più vent’anni e ho perso troppo tempo per i miei gusti. Proprio qui a Montichiari ho segnato il record della pista e sempre qui ho trovato l’ambiente ideale. La tranquillità che Pietro Bregoli mi sta garantendo è fondamentale per me e per la mia ripresa». A giugno i primi, nuovi appuntamenti. «Sarò in Portogallo ai primi del mese, e poi in Germania. Mi voglio mettere alla prova con due test «Classe 1» (competizioni che, in una gerarchia di gare, sono subito prima degli Europei, ndr): devo riprendere la forma-gara, voglio risentire le sensazioni che solo l’agonismo ti dà, è necessario per me capire a che livello sono, senza puntare ad alcun obiettivo, anche perché gli avverari, soprattutto in Germania, saranno tosti. Perché poi, a luglio, affronterò un’altra CL-1 a Fiorenzuola: e lì vorrò anche provare un piazzamento, ce la metterò tutta». Alle spalle, Luca si è lasciato anche la squalifica per Doping arrivata nel 2012. Due anni, poi ridotti ad otto mesi per aver assunto un integratore, la Metilesanamina, vietato dalla Wada (l’agenzia anti doping).
«Fu un errore del tutto inconsapevole - spiega Luca - acquistai un prodotto che all’interno aveva questa sostanza. Quando mi arrivò la telefonata dal mi è crollato il mondo addosso, poi però ho spiegato le mie ragioni e il Coni le ha comprese. Ma hanno dovuto comunque punirmi, seppur in maniera minore. Ho passato davvero un periodo difficile, anche perché ero proprio all’apice della mia carriera, ero in Nazionale ed avevo appena interrotto le 19 vittorie consecutive di Roberto Chiappa arrivando anche ad essere, a Mosca, il primo italiano a scendere sotto i 10 secondi. Adesso voglio ripartire con più cattiveria di prima».
Matteo Oxilia