Brescia e campioni: i giocatori più forti in biancazzurro

Brescia e campioni: i giocatori più forti in biancazzurro
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Il campionato italiano di Serie A, come i maggiori campionati europei, può essere sommariamente diviso in due gruppi: le squadre che si contendono i successi e le squadre più “operaie”, come conosciute in gergo. Ma se dalle prime è comune attendersi determinati risultati, quando a mettersi in luce sono le seconde la cosa è in grado di generare dei veri e propri fenomeni di costume. Per fare un esempio, basti pensare alla recente storia del Leicester: allenato da Claudio Ranieri, uno che di squadre operaie se ne intende, è stato capace nel 2016 di tenersi alle spalle i nomi più altisonanti del campionato inglese, regalando una storia culminata con la vittoria della Premier League. Tornando in Italia, e lasciando da parte i successi, la storia della Serie A è ricca di squadre che, in un modo o nell’altro, si sono distinte come squadre di culto. Fra queste, merita senza ombra di dubbio un posto il Brescia, squadra in grado di calamitare alcuni nomi che, a torto o a ragione, non era facile accostare al calcio cosiddetto di provincia.

Roberto Baggio

Partendo dalla vetta, non si può fare a meno di partire dall’indiscusso simbolo del calcio italiano degli anni ’90. Il Pallone d’Oro 1993 infatti, dopo una carriera nelle rose di tutte le squadre di vertice, decide di sposare il progetto del Brescia e del suo allenatore Mazzone, al quale si lega con un rapporto di amicizia, oltre che professionale: qui, spinto dal desiderio di guadagnarsi una convocazione per i mondiali di Giappone e Corea del Sud, Baggio si rende protagonista di quattro stagioni condite da prestazioni di classe pura. Non fosse per i numerosi infortuni, sarebbe stato difficile parlare di un calciatore nella parabola discendente della sua vita sportiva. Al territorio di Brescia è rimasto particolarmente affezionato, come evidente anche dalle numerose visite nella zona.

Gheorghe Hagi

In netto anticipo rispetto a Baggio, un altro top player internazionale scelse Brescia come meta calcistica: Hagi. Accostato a Maradona, per il carattere sopra le righe e il piede mancino, vestì fra il 1992 e il 1994 la maglia delle rondinelle: considerando che si tratta di una parentesi fra le esperienze con Real Madrid e Barcellona, la scelta di Brescia assume un significato sicuramente importante.

Mario Balotelli

Rimanendo in tema di caratteri spigolosi, anche Balotelli, cresciuto a Brescia, ha recentemente giocato in casa. Per quanto più volte distintosi per il suo carattere sopra le righe, e a buon diritto inserito fra gli sportivi più eccentrici, non può per questo dimenticarsi di come si tratti di uno dei più forti centravanti italiani dei tempi recenti, nel quale sono stati in molti a vedere il futuro della nazionale. Protagonista di una parentesi chiusa in modo burrascoso, ha comunque rappresentato un nome affascinante nel mercato per comporre la rosa del Brescia 2019/2020, a testimonianza delle indiscutibili doti sportive che gli sono riconosciute.

Andrea Pirlo

Altra grande icona della nazionale italiana, del Milan e in conclusione di carriera anche della Juve, della quale è l’attuale allenatore, Pirlo ha rivoluzionato il ruolo di regista. Anche per lui giocare nel Brescia era giocare in casa: in rosa proprio insieme a Baggio nella stagione 2000/2001, si è messo in luce come uno dei migliori centrocampisti italiani.

Luca Toni

A concludere i volti eccellenti del recente passato della nazionale italiana non poteva mancare Toni: attaccante della nazionale campione del mondo nel 2006, capocannoniere nel 2005/2006 con la Fiorentina, nel 2007/2008 con il Bayern Monaco e nel 2014/2015, a distanza di ben 9 anni dalla prima volta, con il Verona, seppur a pari merito con Mauro Icardi. In una carriera così longeva passa spesso in sordina che anche il centravanti emiliano ha fatto tappa a Brescia: qui, giovanissimo, si è reso messo in luce in due stagioni fra il 2001 e il 2003.

Pep Guardiola

Infine, tornando in campo internazionale, uno dei più forti centrocampisti degli anni ’90, nonché uno fra gli allenatori più innovatori dei tempi recenti, passò proprio a Brescia un’importante parentesi della sua carriera. Non tanto in termini cronologici, certo: arrivato a Brescia nel 2001, Guardiola aveva già alle spalle oltre dieci anni di carriera con il Barcellona, dove era maturato calcisticamente fin dalle giovanili. Ma, nel passaggio da una delle squadre più iconiche del mondo alla provincia calcistica italiana, pesò proprio la presenza in squadra di Roberto Baggio. Lo stesso Mazzone dichiarò come lo spagnolo fu sempre molto schietto sul motivo che lo spinse al trasferimento, asserendo di non aver avuto bisogno di riflettere di fronte alla possibilità di giocare insieme al Divin Codino.

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