A Montichiari il pallone si tinge d’azzurro

A Montichiari il pallone si tinge d’azzurro
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Montichiari caput mundi. Almeno quando si parla di calcio.

Il centro sportivo di Montichiarello strizza l’occhio ai colori della nazionale e con la cerimonia di presentazione andata in scena lo scorso lunedì viene «promosso» a Centro federale di formazione territoriale della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

Un nome lungo e complicato che può essere riassunto con poche parole: l’azzurro della nazionale crescerà anche sui prati sintetici di Montichiarello.

La presentazione - Tanto il fermento che si respira al momento della presentazione del progetto. Un disegno che, in ambito federazione, parte dal 2015, quando seduti attorno a un tavolo si decise di individuare entro il 2020 il numero-record di 200 centri territoriali dislocati in tutta la penisola che possano far sentire la vicinanza della nazionale a tutti gli appassionati e portare, con il tradizionale color azzurro, anche tutti gli ideali che ne derivano, dalla formazione dei giovani calciatori come futuri adulti, fino agli aspetti prettamente tecnico-tattici, contemporaneamente testa e coda del progetto.

Montichiari, di questi 200 luoghi di calcio che sorgeranno entro breve (più di uno a settimana per i futuri tre anni), è il ventesimo. Nato sotto la stella della piccola grande rivoluzione che il presidente di Montichiarello Italo Giacomini ha attuato nell’ultimo periodo, il centro federale territoriale nasce in città nella stessa annata che ha visto i colori neroazzurri svettare sul merchandising, che allo stemma dell’Inter dovrà ora affiancare anche quello della Nazionale, per un progetto che con questo nuovo tassello diventa ancor più scintillante.

E’ proprio sull’eccellenza sportiva che si apre l’intervento del sindaco Mario Fraccaro che spaziando dall’unico velodromo coperto presente in Italia fino alle massime serie di volley femminile e basket maschile presenta agli esterni quanto Montichiari respiri e voglia respirare sport ai massimi livelli agonistici, senza dimenticare i vantaggi che avere sul proprio territorio una dislocazione Figc offre in ambito di giovani allenatori e possibilità lavorative.

Ed è proprio guardando al futuro che si apre l’intervento del «big» di giornata, il vice-presidente della settore giovanile scolastico nazionale Roberto Samaden, nelle veci del presidente Tavecchio, invece grande assente.

«Le persone prima, il calcio poi» può essere la sintesi del vice-presidente che sposta l’attenzione verso aspetti spesso sottovalutati del progetto come la formazione personale non solo degli undici calciatori che un giorno scenderanno in campo con la maglia azzurra in chissà quale competizione internazionale (uno su un milione, circa), quanto di tutto l’entourage di persone che, dagli arbitri, fino agli allenatori, passando per semplici tifosi o addirittura genitori forma il circondario calcistico, per non dire il mondo intero.

Un progetto dunque che sfocia nel sociale, vedendo sì il gioco del pallone come valvola di sfogo per i giovani calciatori, ma anche come una possibilità, con il pretesto del calcio, per impartire insegnamenti educativi fondamentali nella vita di ognuno.

Per farlo, la Figc si avvalerà di personale qualificato che durante la stagione calcistica presenzierà nella giornata di lunedì ad allenamenti formativi sul sintetico di Montichiarello.


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