Tassi d'interesse bassi anche nel 2022, mercato dei prestiti in risalita

Tassi d'interesse bassi anche nel 2022, mercato dei prestiti in risalita
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I tassi di interessi anche per il 2022 dovrebbero prospettarsi bassi. Una notizia che rincuora coloro che avevano già preventivato di voler richiedere finanziamenti personali oppure sottoscrivere mutui per dar vita ai loro progetti.

Il mercato dei prestiti personali sembrerebbe essere in crescita e secondo realtà presenti da anni in questo settore, come Prestitimag, portale per eccellenza nel settore dei prestiti personali e investimenti, le richieste potrebbero aumentare ancora di più nel corso di questi mesi, mantenendo un buon trend di risalita.

I tassi di interesse inferiori agli anni precedenti, hanno contribuito ad un rialzo di richieste per quanto riguarda il settore dei finanziamenti. Ma quali sono le previsioni per il 2022?

Bassi tassi di interesse nel 2022: cosa succederà a mutui e finanziamenti?

Per il mercato finanziario l’andamento sembrerebbe prospettarsi roseo. Grazie ai bassi tassi di interesse su mutui e prestiti, si è registrata una domanda superiore per l’accesso al credito. Richieste che sono state mandate anche dagli under 36, dato in crescita da un po’ di tempo.

Secondo i report dell’Associazione bancaria italiana, il rapporto tra percentuali di tassi di interesse e domande per accedere ai finanziamenti bancari sarebbe più che ottimo. Basti pensare che nel mese di febbraio 2022 i prestiti a famiglie ed imprese sono aumentati del + 2,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Ancor meglio la situazione a gennaio 2022, i cui finanziamenti alle aziende sono aumentati dello + 0,9% e + 4% alle famiglie (percentuali basate sui dati annuali).

Le richieste dei finanziamenti in aumento sono dovute non solo ai tassi di interessi più bassi del solito, bensì anche ad una complessiva ricrescita economica che ha generato dei sollievi sia alle famiglie che alle imprese.

Con la fine dello Stato di Emergenza e delle restrizioni a causa del coronavirus, anche molte incertezze economiche dovrebbero sparire. In questi due anni l’accesso al credito è stato molto contenuto, dato che disoccupazione e discrepanze economiche hanno generato non poche preoccupazioni.

Un limite consumistico che per il 2022, dovrebbe migliorare sensibilmente.

Previsioni per i tassi di interesse: cosa si prospetta a lungo termine?

Se considerassimo e analizzassimo il comportamento della Polonia, Gran Bretagna e Stati Uniti d’America agli inizi del 2022, probabilmente ci aspettiamo che l’Italia e gran parte dell’Europa si adeguino anch’essi all’aumento dei tassi di interesse.

La loro scelta è stata presa per via della forte inflazione, fenomeno che a dire il vero al momento sta interessando un po’ tutti. Dunque a fine anno potremmo aspettarci un aumento complessivo dei tassi di interesse, dunque soltanto a quel punto potranno esser prese in considerazione per richieste per l’accesso al credito.

Ad affermarlo è l’Ex Presidente della Riserva federale degli Stati Uniti d'America, Jerome Powell, dopo aver partecipato alla conferenza della National association of business economics.

Si tratta però, soltanto di ipotesi, dato che attualmente sia la Banca Nazionale Svizzera (BNS) che la Banca Centrale Europea (BCE) sono contrarie all’aumento dei tassi di interesse. Piuttosto che gravare sui consumatori e debitori, al momento entrambi gli istituti di credito preferirebbero sfidare il fenomeno dell’inflazione.

Gli esperti del settore hanno ipotizzato anche il caso in cui la BNS dovesse adeguarsi all’aumento dei tassi e la BCE lasciare tutto invariato. In questo caso la valuta svizzera, quindi il franco, dovrebbe aumentare il suo valore, rendendola sempre più solida ed economicamente forte.

Inflazione ai record storici e crisi economica da far paura

Nonostante la visione della BCE e della BNS che al momento di voler aumentare i tassi di interessi non ne vogliono sapere, in un noto settimanale tedesco, il Die Zeit, il presidente della banca centrale Deutsche Bundesban, nonché Joachim Nagel, ha confermato di voler continuare momentaneamente la sua visione conservatrice fino a quando il mercato glielo permetterà.

La sua idea è che questa alta inflazione potrebbe finire in un periodo non eccessivamente lungo. A pensarla così non è l’economista Klaas Knot, appartenente alla banca olandese. Knot crede che l’inflazione non solo possa continuare ancora per un po’ di tempo, bensì potrebbe aumentare più del dovuto.

Al momento l’inflazione ha raggiunto record storici da paura: 5,9% ben tre volte maggiore rispetto all’obiettivo prefissato dalla Banca Centrale Europea. Il dato è stato osservato ed è in continuo monitoraggio da Altroconsumo, associazione a tutela dei consumatori.

Le dichiarazioni di Nagel presso il quotidiano tedesco, sono state le suddette:

È chiaro per me che se le prospettive di inflazione lo richiedono, dovremo continuare a normalizzare la politica monetaria e anche iniziare ad aumentare i nostri tassi di interesse chiave”.

Se gli acquisti netti di asset termineranno nel terzo trimestre come previsto al momento, si potrà aprire alla possibilità di aumentare i tassi di interesse di riferimento quest’anno, se necessario”,

La durata dell’inflazione – tra i tanti motivi esistenti – dipenderà soprattutto dall’occupazione sul lavoro e dall’andamento del mercato. In questo periodo ad esempio, si riscontra una preoccupante carenza di manodopera aziendale nonostante in Italia ci sia tanta disoccupazione.

La soluzione a questo punto, è quella di ragionare una strategia finanziaria che sia scrupolosa e ben attenta.

Prestiti e tassi di interesse: le conclusioni

Dall’esterno la situazione potrebbe sembrare più semplice del previsto. In verità le difficoltà e la complessità di making decision è piuttosto elevata. Qualora l’inflazione continuasse a crescere, ci si potrebbe ritrovare in un momento in cui i tassi di interesse dovrebbero esser rialzati immediatamente e soprattutto, fortemente.

A quel punto potrebbe essere persino peggiore rispetto ad aumentare oggi i tassi. L’incertezza di attendere e sfidare l’inflazione potrebbe avere un effetto boomerang, motivo per cui nei prossimi giorni le banche centrali si riuniranno per poter trovare una strategia finanziaria che possa limitare i danni o ancor meglio, annullarli.

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