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Il Ragionier Capoferri spiega il coaching con la parabola della focena

Il Ragionier Capoferri spiega il coaching con la parabola della focena
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L'importanza del coaching per le imprese ci viene illustrata dal Ragionier Gianpiero Capoferri dello Studio Capoferri di Chiari attraverso la divertente parabola della focena.

Il coaching spiegato dal Ragionier Capoferri con una parabola

Quella narrata dal Ragionier Capoferri, coach abilitato attraverso diversi master, è la parabola della focena. "La focena è un piccolo cetaceo molto intelligente - racconta Capoferri - Quando viene portata nella vasca del delfinario, con il pubblico che assiste al suo spettacolo, se esegue un numero applaudito dal pubblico il suo trainer la gratifica prima con un fischio di feedback (che in sostanza vuol dire "Brava!"), quindi con un gustoso pesciolino".

Ragionier Capoferri

Primo spettacolo della focena, subito un premio

La focena non è una novellina. Ricorda bene che in altre occasioni quando aveva mantenuto la testa fuori dall'acqua il suo trainer le aveva indirizzato un fischio di approvazione e dato un pesciolino da mangiare. Così, una volta trasferita nella vasca davanti al pubblico, notata subito la presenza del trainer tira fuori la testa dall'acqua e resta nella posizione per qualche istante. Matematico: il trainer fischia e le regala il pesciolino! La focena, contenta, ripete più volte l'esercizio ottenendo ogni volta la sua ricompensa.

Secondo spettacolo, un premio... sudato

Nel secondo spettacolo, invece, la focena deve sudare le classiche sette camicie per ottenere il suo premio. "Eppure - pensa - non faccio che tenere la testa fuori dall'acqua come prima, l'ho fatto per decine di volte... Perché il mio trainer non mi premia?" Poverina, la focena senza pesciolino è disperata. Affranta perde l'equilibrio e si ritrova sottosopra con la coda che si muove fuori dall'acqua sventagliando a destra e sinistra. Quanti "ohhh" di meraviglia dal pubblico! Proprio quello che voleva il trainer che, soddisfatto, a vedere questo nuovo esercizio fischia e regala il premio al suo animale. La focena capisce al volo: ripete all'infinito l'esercizio, ottenendo ogni volta fischio di approvazione e pesciolino.

Terzo spettacolo, terza difficoltà

Chiamata ad esibirsi davanti al pubblico per la terza volta la focena pensa, rivolgendosi al suo trainer: "Stavolta non mi freghi". E comincia a dimenare la coda come una pazza, senza però ricevere il premio. La poverina ha l'acquolina alla bocca ma nulla da mangiare. E' arrabbiata con il suo trainer tanto che, per il nervoso, comincia a roteare su se stessa! E... sono subito applausi, puntuali arrivano fischio e premio.

Miracolo del premio: la focena ha imparato 14 esercizi!

Si continua così, per altre 11 volte. E ogni volta la focena viene premiata solo nel momento in cui inventa un nuovo esercizio. Meraviglia: per mangiarsi ogni volta i suoi pesci la focena ha inventato ben 14 esercizi diversi, tutti capaci di riscuotere gli applausi del pubblico. "Visto quanto poco è bastato per ottenere dalla focena un lavoro sempre nuovo e più ardito? Un encomio (feedback col fischio), un pescetto (del costo di pochi centesimi) e un po' di pazienza...".

Il Ragionier Capoferri e il coaching: perché è importante la parabola della focena?

"Perché dimostra quanto sia utile la gratificazione non tanto per i cetacei ammaestrati al delfinario,  quanto per gli uomini. Come un fischio e un pesce possono rigenerare il talento creativo di una focena, allo stesso modo possono bastare pochi accorgimenti per restituire nuove motivazioni al proprio team di manager. Se queste figure vengono lasciate sole nella gestione di un’azienda, senza ricevere incoraggiamenti o segnali di fiducia, quando dovranno prendere decisioni importanti rinunceranno a studiare soluzioni innovative per mancanza di stimoli. Se al contrario, un superiore, o il capo, saranno capaci di influenzarle positivamente affinché riescano a trovare nuove modalità in grado di favorire la crescita aziendale, probabilmente le decisioni operative adottate saranno diverse e ben più fruttuose".

Vuole dire che per essere vincenti bisogna essere gratificati?

"E’ esattamente così. Se il management è abbandonato a sé stesso può capitare che perda punti di riferimento. Può essere colto da cattivi pensieri, come: “tanto a chi interessa cosa faccio? Vada bene o male, la considerazione nei miei confronti resta sempre la stessa”. La presenza di un superiore in grado di indirizzare le scelte e stimolare le abilità con semplici meccanismi come quelli della gratificazione morale e anche materiale, o altri atti in grado di potenziare il rapporto di stima e fiducia reciproca, invece, riesce quasi sempre a essere decisiva".

Il Ragionier Capoferri e il coaching: come si agisce quando un'azienda ha bisogno di nuovi stimoli?

"Si motivano gli imprenditori a essere presenti perché riescano a stimolare il proprio team nell’ottica di una crescente efficienza. I benefici effetti di questa operazione ricadono a cascata su tutto il personale, tanto che quest'ultimo, in breve tempo, ritroverà quello smalto e quell‘entusiasmo che sembravano essere sopiti. Il metodo della gratificazione trasferito ai subalterni, inoltre, è un’arma vincente. Può infatti trasformarsi nella molla che permette all’azienda di sperimentare ogni percorso per sopravvivere nei momenti difficili ed essere pronta ad agganciare la ripresa".

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