Invalidità civile per minori neurodivergenti: perché richiederla e come affrontare la procedura

Invalidità civile per minori neurodivergenti: perché richiederla e come affrontare la procedura
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Per una famiglia che cresce un bambino neurodivergente, la quotidianità è spesso scandita da sfide continue: sul piano educativo, relazionale, sanitario, ma anche economico. 

Di fronte a queste difficoltà, esistono strumenti di tutela e supporto che la legge italiana mette a disposizione, tra cui il riconoscimento dell’invalidità civile per i minori

Non si tratta solo di un certificato, ma di un passaggio chiave per accedere a diritti concreti, a partire da forme di sostegno economico, fino a servizi e agevolazioni che possono fare davvero la differenza nella vita del bambino e della sua famiglia.

Ma cos’è esattamente l’invalidità civile? Quando e perché è importante richiederla per un minore neurodivergente, come un bambino nello spettro autistico o con disabilità intellettiva? In questo articolo rispondiamo a queste domande, facendo chiarezza su un tema che spesso spaventa per la sua complessità, ma che vale la pena affrontare.

Invalidità civile: cos’è e come funziona

L’invalidità civile è un riconoscimento giuridico che attesta le limitazioni funzionali di una persona nello svolgimento delle normali attività quotidiane, causate da una menomazione fisica, psichica o sensoriale. Nei bambini, non si parla ancora di capacità lavorative (come avviene per gli adulti), ma si valuta se il minore presenta difficoltà persistenti rispetto a quanto atteso per la sua età.

Nel caso di un bambino con disturbo dello spettro autistico, disabilità intellettive o disturbi del linguaggio e dello sviluppo, queste difficoltà possono riguardare aspetti comunicativi, relazionali, motori o cognitivi. Ed è proprio in virtù di queste limitazioni che si può accedere a forme di sostegno specifiche.

Perché è importante richiederla fin dalla tenera età

Spesso i genitori si chiedono se abbia senso avviare subito la pratica per il riconoscimento dell’invalidità civile. La risposta è sì: più precocemente si inizia, prima si potrà accedere a strumenti di supporto utili, sia per il benessere del minore sia per quello della famiglia.

L’invalidità civile può dare diritto, a seconda della situazione, a:

  • Indennità di frequenza, pensata per i bambini con difficoltà persistenti che frequentano la scuola, un centro riabilitativo, o seguono terapie specialistiche;
  • Indennità di accompagnamento, nel caso in cui il bambino non sia in grado di deambulare autonomamente o abbia bisogno di assistenza continua per compiere gli atti quotidiani;
  • Agevolazioni fiscali, assistenza sanitaria dedicata, percorsi personalizzati nell’istruzione;
  • Tutela dei diritti scolastici e accesso facilitato a insegnanti di sostegno, Piani Educativi Individualizzati (PEI) e altre misure inclusive.

Inoltre, ottenere l’invalidità civile è condizione necessaria per richiedere successivamente l’indennità di accompagnamento o, una volta raggiunta la maggiore età, l’assegno di assistenza o la pensione di inabilità.

La valutazione medico-legale e il ruolo dell’INPS

Il percorso per ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile parte sempre da una domanda formale, presentata online tramite il portale dell’INPS, con l’assistenza di un medico certificatore.

Dopo la presentazione, il minore verrà convocato a visita presso una commissione medico-legale, che ha il compito di verificare, attraverso documentazione sanitaria e osservazione clinica, quanto la patologia incida sulla sua autonomia e capacità funzionale.

È importante sottolineare che la diagnosi da sola non basta: l’autismo, ad esempio, compare negli elenchi ministeriali delle patologie invalidanti, ma l’esito positivo della domanda dipende dal grado di compromissione e dalla documentazione fornita. Ogni caso è valutato singolarmente.

Quali prestazioni economiche possono essere riconosciute

Le due principali misure economiche riconosciute ai minori con invalidità accertata sono invece l’indennità di frequenza e quella di accompagnamento

Nello specifico la prima è destinata ai minori che, pur non essendo totalmente invalidi, presentano difficoltà persistenti nello svolgimento delle attività proprie dell’età e frequentano strutture scolastiche, riabilitative o formative. Il requisito fondamentale è l’effettiva frequenza di un percorso educativo, terapeutico o abilitativo.

Nel caso dell’indennità di accompagnamento, riconosciuta solo in presenza di invalidità totale (100%) e se il bambino non è in grado di deambulare senza aiuto o necessita di assistenza continua per le attività quotidiane. A differenza dell’indennità di frequenza, non prevede limiti di reddito ed è compatibile con ogni altra forma di sostegno. L’importo, in questo caso, è pari a 531,76 euro mensili nel 2025.

Va ricordato che le due indennità non sono cumulabili: si potrà beneficiare dell’una o dell’altra, a seconda della gravità della condizione.

Le difficoltà del percorso e quando farsi assistere

La procedura per il riconoscimento dell’invalidità civile può rivelarsi complessa. Non è raro ricevere un esito negativo, anche in presenza di documentazione adeguata, o che la percentuale assegnata non sia in linea con le effettive condizioni del minore. I tempi di attesa possono inoltre diventare lunghi e frustranti per le famiglie.

In questi casi, avere al proprio fianco un legale esperto in materia di invalidità civile, come gli esperti di Risarcimenti&Rimborsi consente di:

  • impugnare gli esiti non conformi,
  • accorciare i tempi con una gestione efficace della documentazione,
  • recuperare gli arretrati maturati dal giorno della prima domanda,
  • affrontare il procedimento in modo più sereno.

Richiedere l’invalidità civile per un figlio neurodivergente non significa fissarne dei limiti, ma vuol dire riconoscere i suoi bisogni specifici, ottenendo strumenti per accompagnarlo nel percorso di crescita, garantendogli le giuste opportunità.

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