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Vizzardi eletto in Regione: al centro sanità e trasporti

Il sindaco, candidato con Azione, sarà in opposizione con 1.080 preferenze nella sua città e 3.014 totali sul terriorio

Vizzardi eletto in Regione: al centro sanità e trasporti
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di Federica Gisonna

Vizzardi eletto in Regione: al centro sanità e trasporti

In opposizione, ma eletto. Era terzo nella sua lista di Azione-Italia Viva (a sostegno della candidata Letizia Moratti), ma si è rivelato il più preferienzato. L'unico ad entrare. Un risultato importante, ma che, allo stesso tempo, non gli permetterà più di ricoprire l’incarico di primo cittadino e di consigliere provinciale. Il sindaco Massimo Vizzardi ha ottenuto 1.080 preferenze a Chiari e 3.014 in totale.

Come è nata la sua candidatura? Si aspettava questo risultato?

Prima di tutto c’è da dire che questa era una sfida molto difficile. Una premessa: è stata una scelta presa, soprattutto, alla luce di come Chiari è stata trattata durante la pandemia. Molti cittadini sanno quanto mi abbia indignato il fatto che Chiari, che aveva un ospedale grandemente impegnato nella gestione del Covid, che ha dato la disponibilità per un hub vaccinale con gran parte delle associazioni attive nella sua gestione e in quella del centro tamponi, insieme alla Polizia locale, non fosse stata inserita tra i Comuni con la vaccinazione prioritaria. Arrivavano gli over 75 dagli altri territori, ma non potevano accedere i nostri. A Chiari venivano quelli dei Comuni vicini ma non c’erano quelli di Chiari. Questa cosa non l’ho mai compresa e accettata. Inoltre, più volte mi sono trovato a dover intervenire con forza rispetto ad alcune ipotesi di collegamento dell’ospedale cittadino ad altre realtà, come quando c’era l’ipotesi con quello di Treviglio. Dunque, la mia candidatura nasce dal fatto che Chiari deve stare al centro, il territorio deve essere tutelato ed è evidente che, se non direttamente dalla Regione, non si può intervenire. Inoltre, sottolineo anche che è stata una campagna elettorale molto difficile e breve, durata solo 30 giorni. Una scelta poco rispettosa della democrazia e degli avversari. Ci lamentiamo della scarsa affluenza, ma la compagine uscente non ha fatto nulla per aumentarla, anche rispetto alla data. I candidati, soprattutto alla presidenza, non hanno avuto tempo di farsi conoscere. E’ una sfida importante quella di voler portare gli interessi e le ambizioni di Chiari e del nostro territorio in Regione: al primo posto ci sarà da affrontare il tema della sanità, ma anche dei trasporti, dell’ambiente e del terzo settore, con un focus sulla disabilità e sull’attenzione alle persone. Devono essere rappresentati gli interessi della Provincia, di Chiari, della Franciacorta e dell’Ovest che mi hanno dato un grande apporto. La mia, inoltre, è stata una scelta anche di contrapposizione generazionale. Nella mia lista c’era un candidato storico della politica bresciana ed evidentemente questo risultato non poteva essere scontato. Per questo, la mia elezione va anche in un’ottima di rinnovamento, come fatto a Chiari, della classe politica.

Abbiamo notato che le preferenze arrivano da Chiari, ma anche da altri Comuni. La sua candidatura è dunque stata riconosciuta. Come è riuscito ad ottenere tutti questi consensi ed affermarsi cosi ad ampio raggio?

Penso che elezioni regionali siano come quelle amministrative e che, anche in questo caso, a Chiari abbiano compreso che l’attenzione va data alla persona e non al partito. Ho apprezzato molto il grande consenso arrivato dalla mia città: è un riconoscimento del lavoro fatto. Penso che in questi anni si sia visto che, fondamentalmente, io amo la mia città, ho la passione per la politica e che la volontà è solo di fare il bene di Chiari. Ho messo tutto il mio impegno affinché si potesse migliorare. Come amministratori abbiamo fatto crescere Chiari e questo si è visto anche nei Comuni del circondario, che spesso ci hanno preso d’esempio. A questo si aggiunge anche il fatto che nell’ultimo anno, in qualità di consigliere provinciale ai Lavori pubblici e alla viabilità, ho avuto la possibilità di far conoscere il mio modo di fare politica ad altri sindaci e altre persone, che sono sempre al centro dell’attenzione. Non nego che dal gruppo di Azione è stato fatto un grande lavoro: è una realtà giovane, che mi ha appoggiato e sostenuto. Un gruppo che crede nella competenza, nella chiarezza e, insieme, abbiamo presentato le nostre idee. Questo ha sicuramente aiutato.

Su quali azioni, seppur in minoranza, punterete durante la legislatura?

Ci troveremo in minoranza, ma io credo che i temi maggiori siano due. Su uno, non ci sono nemmeno partiti, maggioranze e opposizioni. Il lavoro che porterò avanti con gli altri 9 consiglieri bresciani riguarda proprio il fatto che la nostra provincia necessita una maggiore attenzione. Nonostante sia la più grande per estensione territoriale e la seconda per popolazione, non è tenuta abbastanza in considerazione. Dobbiamo superare quel “Milanocentrismo” che sta rovinando la Lombardia. Milano è un pezzo importate, ma non il solo. La Regione è ricca perché lo è tutto il suo territorio. Dunque, auspico a un lavoro congiunto, al di là del colore politico, per fare in modo che vengano destinate più risorse e attenzioni. Poi, con i consiglieri del Terzo polo e, se possibile, con gli altri dell’opposizione che conosco bene, come Emilio Del Bono e Miriam Cominelli, c’è da accendere i riflettori su temi quali la sanità e il trasporto pubblico, per dirne alcuni, ma portando delle proposte per cambiare lo stato delle cose. Nella campagna elettorale anche i candidati uscenti hanno ammesso le criticità legate a questi temi. Però, si sono dimenticati che negli ultimi 28 anni hanno fatto dei tagli che hanno indebolito i due settori. Dovrà esserci un lavoro di forze congiunte per far sì che vengano prese in considerazione proposte concrete e che la Regione si rivoluzioni sotto alcuni profili. Infine, è necessaria una visione strategica: negli ultimi 10 anni c’è stata una gestione dell’ordinario senza uno sguardo al futuro.

Quali sono i temi che le stanno più cari?

I temi a me più cari, come già emerso, sono principalmente due. Per quanto riguarda i trasporti, non è accettabile che ci siano tutti questi ritardi e così poca sicurezza (vedasi la linea Brescia-Edolo). Il trasporto pubblico è essenziale per una regione moderna. Non bisogna obbligare i cittadini a dove usare mezzi privati. Sono necessari ulteriori finanziamenti e vanno risolti alcuni nodi strutturali. E’ evidente che bisogna fare una inversione a «u» sul tema della sanità. Va prestata più attenzione ai presidi territoriali: bisogna smetterla di accentrare tutto suoi capoluoghi e puntare di più sui nostri ospedali. E’ giusto che le persone abbiano strutture efficienti già vicino casa. Inoltre, va continuato il lavoro fatto da Letizia Moratti affinché siano ridotte in modo drastico le liste d’attesa e va risolto il problema legato ai medici di base. Ricordo che a Chiari ne abbiamo 9 invece che 13 come dovrebbe essere, con gravi problemi per i cittadini. Un occhio di riguardo deve anche andare alla mancanza di medici e infermieri. Le Case della Comunità vanno aperte e riempite di competenze affinché funzionino e non devono essere solo uno spot. Ci sono altri temi altrettanto importanti, uno particolarmente mi sta a cuore e riguarda le giovani famiglie. Si parla tanto di denatalità, il dato è tragico. Penso però che non si possa costringere i giovani ad essere genitori o professionisti e lavoratori. E’ necessario avere strutture adeguate e a prezzi ragionevoli: gli asili nido devono diventare accessibili come le materne. Non si può fare affidamento sui nonni o far sì che un genitore rinunci alla sua carriera e alle sue ambizioni. Serve un forte intervento da Regione e dallo Stato per garantire una gestione più serena delle famiglie, che non gravi sulle tasche della stessa e dei Comuni. Fondamentale è anche il tema dell’agricoltura, fortemente legato alla siccità. E’ palese che Regione sia in ritardo sulle strategie. La creazione dei bacini non dovrebbe essere iniziata ora, ma da tempo doveva esserci attenzione e progettualità da tempo. Serve una strategia per affrontare un problema che diventerà sempre più tragico e attuale già nei prossimi mesi. Basti pensare all’attuale livello del lago o alla neve sulle montagne.

Cosa succederà adesso? Cosa direbbe ai suoi cittadini che, seppur l'hanno scelta e votata per la Regione, dovranno salutarla con un anno di anticipo?

In primo luogo, ci tengo a dire che, per come vivo io la politica, non esiste che io sparisca a Milano. Per me la politica è sul territorio. Chiari è la mia città, la mia comunità e io resterò stabilmente per tenere i rapporti con i miei concittadini, con le aziende, con gli enti e con gli amministratori territoriali perché è questo che vuol dire fare politica: portare i bisogni e le ambizioni locali nelle sedi opportune che, nel nostro caso, sono a Milano. Quindi, ci sarà un tempo dedicato al Consiglio regionale e alle commissioni, ma la mia vita politica resterà a Chiari. Su questo ho un’idea molto antica e che penso sia quella giusta: la politica non si fa nelle sedi istituzionali, ma sul territorio. Per quanto riguarda la nostra Chiari, verrà presa la decisione migliore. Quanto fatto in questi anni non andrà perso. Bisogna andare avanti. In che modo lo si ragionerà insieme alle forze di maggioranza nei prossimi giorni. Dovrà esserci una coerenza tra la situazione attuale e quella che verrà a crearsi in futuro. E’ chiaro che si può sempre sbagliare nelle valutazioni, ma ho a cuore solo una cosa: che Chiari venga governata in modo ottimo e non si ritorni al passato. Il mio interesse è il bene di Chiari e ragionerò nell’ottica che questo possa continuare.

Quanto conterà per Chiari, e per Brescia in generale, avere un referente in Regione?

Per Chiari e per Brescia un referente in Regione, peraltro un amministratore che già conosce il territorio, significa avere una porta d’accesso privilegiata o comunque un punto di dialogo con Regione Lombardia. E questo non è sempre facilissimo, anzi. Sicuramente potrà favorire la ricchezza dei nostri territorio, delle nostre proposte economiche, culturali e sociali. Il compito di un consigliere regionale, oltre portare proposte strategiche nelle sedi opportune, è soprattutto quello di facilitare il rapporto con l’ente Regione.

Vuole fare dei ringraziamenti?

I ringraziamenti sono doverosi. Devo dire «grazie» a molte persone. C’è stato un grandissimo movimento nello spingere una persona, in questo caso il sottoscritto, indipendentemente dal partito. Grazie, grazie di cuore a tutti i miei concittadini clarensi, ma anche a quelli del territorio circostante. Un ringraziamento va anche al gruppo di Azione Brescia, all’onorevole Fabrizio Benzoni e alla senatrice Maria Stella Gelmini che mi hanno accompagnato in questo percorso e hanno lavorato insieme a me per ottenere questo risultato. Grazie, infine, alla mia famiglia. Tutto parte da loro. Penso che questo grande risultato io lo debba premiare in due modi: continuando con una politica trasparente, onesta e ambiziosa, anche se qualcuno vuole sempre dare accezione negativa al termine che, invece, non ne ha per forza quando si parla della volontà di presentare una politica con grandi obiettivi, come quella che a Chiari ha portato i suoi frutti. Inoltre, fondamentale sarà continuare a coinvolgere le persone nell’amministrazione della cosa pubblica che è qualcosa di bello e di importante. Porterò avanti la mia battaglia personale affinché la politica si rinnovi. Ho visto lamentele da parte di taluni, ma penso che alcune personalità, dopo svariati anni, debbano passare in seconda linea e non ambire a nuove posizioni di potere. Una classe politica è credibile ed efficiente se si rinnova con competenza, entusiasmo e nuove forze.

Ma adesso che succede a Chiari? Due i possibili scenari

E’ un dato di fatto: Massimo Vizzardi con 3.014 preferenze è l’unico eletto del Terzo polo in provincia di Brescia. Questo, però, vuol dire che non potrà più ricoprire il ruolo di sindaco della città. Due sono gli scenari possibili: il primo cittadino può dimettersi e il Comune viene commissariato fino alle prossime elezioni, o può essere dichiarato decaduto dal Consiglio comunale e in quel caso prenderebbe il suo posto l’attuale vicesindaco Maurizio Libretti.

Analizzando i due scenari, le ipotesi si prospettano fin da subito opposte tra loro. Vizzardi, come ribadito nell’intervista, sta ragionando con la maggioranza (composta dal Pd, Chiari Virtuosa e Chiari al Centro, mentre Patto per Chiari insieme si è distaccato ormai da qualche tempo) sul da farsi. Certo è che, nel caso delle dimissioni e del conseguente commissariamento, si andrebbe al voto nella prima finestra elettorale disponibile e dunque prima dell’estate.

Il vice al comando

Accordi di maggioranza, magari con qualche rimpasto in Giunta, permetterebbero, invece, di arrivare al prossimo anno (o quantomeno provarci e, solo in caso, andare incontro al commissariamento) e concludere il mandato amministrativo in scadenza nel 2024. A prendere il posto del sindaco Vizzardi, in questo caso, potrebbe essere il vice Maurizio Libretti (Pd), già al corrente della progettualità in corso e degli obiettivi prefissati per la fine del mandato dalla compagine che per 9 anni ha sostenuto Vizzardi.

Le elezioni

Partendo dal presupposto che l’arrivo di un commissario per molti aspetti «immobilizzerebbe» il Comune, di fatto non mancherebbe troppo tempo alla prossima chiamata alle urne. Un bene e un male allo stesso tempo.
Il vantaggio, infatti, è che sarebbero nuovamente i cittadini a dover scegliere la guida della città, mentre lo svantaggio riguarderebbe una campagna elettorale davvero breve, come per le Regionali. Con tutta probabilità, dato l’oltre 20% che ha ottenuto a Chiari la lista di Azione, potrebbe venirsi a creare un nuovo gruppo, ma bisogna attendere ancora qualche giorno per capire se Chiari Virtuosa e Chiari al Centro, per esempio, correrebbero ancora insieme. Stesso discorso per il Pd, che però, in caso di frattura, certamente andrebbe da solo. Già da qualche mese, invece, Patto per Chiari ha annunciato che ci sarà. Il Centrodestra? Fratelli d’Italia è cresciuto (24,63%), la Lega c’è (16,32%). Non è dato sapersi se si alleeranno così come non si conoscono le intenzioni di Forza Italia e della Civica. Non resta dunque che attendere.

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