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Vaccino russo: è possibile l'utilizzo con forniture nazionali senza approvazione dell'Ema?

L'europarlamentare Angelo Ciocca chiede di accelerare e consentire l’utilizzo del vaccino con forniture nazionali.

Vaccino russo: è possibile l'utilizzo con forniture nazionali senza approvazione dell'Ema?
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Vaccino russo: è possibile l'utilizzo con forniture nazionali senza approvazione dell'Ema? Arrivato in 40 Paesi del mondo, in Europa si va a rilento.

Vaccino russo: è possibile l'utilizzo con forniture nazionali senza approvazione dell'Ema?

“Mentre la Lombardia lotta contro la mancanza di vaccini per creare un cordone sanitario nelle aree a rischio e molti Paesi  sembrano correre ai ripari comprando dosi del vaccino Sputnik, l'Europa appare come lenta e divisa su questo tema” così l’europarlamentare della Lega Angelo Ciocca che ha chiesto espressamente alla Commissione di avviare i test per consentire alle aree arancio rinforzato della Lombardia che comprendono Brescia, Bergamo, Como, Cremona, Pavia e Mantova di avere alternative alle forniture attualmente autorizzate.

Le premesse

Ma facciamo un passo indietro.
Perché l'Europa intera invoca l'arrivo dello Sputnik V e questo non viene consegnato?
Di fatto l'iter nel vecchio continente non è ancora iniziato, in quanto non ha ottenuto l'autorizzazione per uso emergenziale come avvenuto in Paesi quali la Serbia e il Messico.
Gli standard imposti dall'Ema (Agenzia europea del farmaco) sono infatti diversi da quelli stretti dal Rdif (Russian Direct Investment Fund) e i singoli Stati che hanno già aderito e paiono molto più rigidi.
Emerge, di fatto, come i rapporti tra l’Ema e il Rdif siano altalenanti e non del tutto chiari.

"Prassi da modificare"

“Sebbene la Commissione europea sembra stia valutando l'attivazione di una procedura di emergenza per l'approvazione dei vaccini all’uso d’emergenza per una versione leggera sarebbe però altrettanto sensato che l'EMA cambiasse le solite procedure e andasse lei stessa a testare e valutare l'efficacia e sicurezza del vaccino Sputnik, nonostante dalla Russia non sia ancora arrivata una richiesta ufficiale” ha proseguito Ciocca.

Da qui la richiesta di accelerare e consentire l’utilizzo del  vaccino russo con le forniture nazionali.
“Preso atto dei ritardi della strategia europea vaccinale e dei contratti siglati deve essere valutata ogni strada e messa in campo ogni arma per combattere la pandemia - ha chiuso Ciocca -. Se quindi esiste un vaccino pronto e che molti Paesi stanno utilizzando (pur considerando quelle che sono le regole europee, che prevedono il via libera sia dal Committee for Medicinal Products for Human Use che dalla task force dell’Ema) non capisco perché l'Agenzia europea del farmaco non modifichi la normale prassi operativa e dia una pronta risposta alla carenza vaccinale”.

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