Unione civile omosessuale, Spaziani lascia la maggioranza
La prima unione civile celebrata dal sindaco Stefano Tramonti lo scorso 25 marzo ha provocato un’irreparabile frattura tra i banchi della maggioranza che ha portato il consigliere Paolo Spaziani, nella giornata di sabato, a rassegnare le sue dimissioni da ogni carica amministrativa.
«Fin dall’inizio della mia attività politica, nel 2006 mi sono battuto per i temi che mi sono sempre stati più a cuore: la vita, la famiglia, la libertà di educazione e quindi una presenza cristiana, cioè autenticamente laica, in politica. In questi due anni e mezzo, tuttavia, più volte ho visto prendere decisioni che andavano in contrasto non solo con le mie idee ma con quello che era in fin dei conti il nostro programma elettorale e l’area politica di appartenenza, “in teoria” il centro-destra». In questi anni non erano passate inosservate le reazioni del consigliere ad alcune decisioni prese dal sindaco in merito ad esempio all’accoglienza migranti. «Casus belli» è stata tuttavia la celebrazione dell’unione civile tra due uomini.
«A mio avviso non si può pensare di celebrare un’unione civile omosessuale senza rendersi conto che è un atto che ha una portata generale, in quanto equipara al matrimonio l’unione tra persone dello stesso sesso e porta con sé una domanda più profonda sul futuro dei nostri figli e della nostra società. Dimostrazione lampante della non condivisione di alcuni temi che considero essenziali, che ha condotto a una situazione di estraneità diventata sempre più evidente all’interno del gruppo che ho contribuito, non senza sacrifici, a far nascere e crescere».
Nonostante Tramonti abbia ribattuto sulla pagina facebook del Comune che «Quando si amministra si è chiamati ad essere sindaco di tutti e non solo di alcuni e se la legge garantisce a taluni un diritto e si prevede che sia il sindaco a formalizzarlo, si crede che il sindaco “non sia nessuno” per mettere in discussione questo diritto, condiviso o meno che sia dallo stesso», Spaziani non ci sta. «Sono affermazioni gravi, fatte da una persona molto preparata che quindi avrebbe saputo gestire la situazione in modo differente se solo avesse voluto. Ad esempio avrebbe potuto delegare chiunque, così come consentito dalla norma». Ad aggravare la situazione «non mi era stato detto nemmeno che quest’unione sarebbe stata celebrata, l’ho saputo il giorno dopo da un cittadino. Sarebbe stata preferibile maggiore trasparenza a riguardo».