In regione

Tariffe standard, tamponi gratuiti e un Piano di sanità territoriale post emergenza

Accolte due mozioni presentate dal Partito democratico. Girelli: "Ora speriamo di recuperare il tempo perduto".

Tariffe standard, tamponi gratuiti e un Piano di sanità territoriale post emergenza
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Regione Lombardia opera una decisa inversione di rotta e prende un impegno reale per la fase post Covid. «E questo grazie alle tante, continue, puntuali insistenze del Gruppo regionale del Pd», sottolinea Gian Antonio Girelli, consigliere dem e capogruppo in Commissione Sanità. Sono state, infatti, approvate in  Consiglio regionale due mozioni presentate dal Pd che impegnano la Giunta Fontana a garantire test a tariffe standard e tamponi gratuiti, e a stilare un Piano di sanità territoriale post emergenza.

Tamponi gratuiti e non solo

Nel primo caso, la Regione dovrà rendere gratuito il tampone effettuato dopo il test sierologico positivo, che oggi viene rimborsato solo se il tampone stesso risulta positivo, condurre uno studio epidemiologico mediante test sierologici sugli over 65, indicare ai laboratori una tariffa standard per i test effettuati in via privata e prevedere un percorso agevolato per le aziende che vogliono effettuarli sui propri dipendenti.

«Di fatto, una svolta che chiediamo da tempo, inascoltati, e che ha visto finalmente d’accordo anche le forze di maggioranza. Ora speriamo che si possa recuperare il tempo perduto», si augura Girelli. Non solo: l’emergenza Covid ha mostrato i limiti della sanità territoriale lombarda e la necessità di prevedere un piano post Coronavirus. Così, grazie alla seconda mozione Pd, la Giunta dovrà mettere in campo diverse azioni. Innanzitutto c’è l’impegno a rendere obbligatori i vaccini antinfluenzali per gli over 65 e le persone più fragili o a rischio, coperte ora solo al 48%, e, per fare questo, a provvedere da subito all’approvvigionamento delle dosi.  E non  solo. «Grazie ai decreti di aprile e di maggio del Governo, alla Lombardia arriveranno 550 milioni di euro di euro per la sanità, sia di territorio che ospedaliera, il che consente di prevedere assunzioni di medici e infermieri necessari all’organizzazione di un’infrastruttura territoriale sanitaria – conclude il consigliere – Sarà possibile quindi potenziare le Usca, le Unità speciali per la continuità assistenziale, per arrivare, come previsto dalla normativa nazionale, ad averne una ogni 50mila abitanti, disponendo un piano di assunzioni del personale medico e infermieristico e investendo le risorse necessarie a pagare le prestazioni già somministrate e quelle future».

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