MALPENSA SI, MONTICHIARI PROPRIO NO. Maroni lo "seppellisce"

MALPENSA SI, MONTICHIARI PROPRIO NO. Maroni lo "seppellisce"
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MONTICHIARI - Se mai ce ne fosse stato bisogno, la regione Lombardia, e in particolar modo il suo presidente Roberto Maroni, hanno confermato il totale disinteresse a investire o anche solo a dedicare del tempo all’aeroporto di Montichiari «Gabriele D’Annunzio».

E’ netta la percezione che si avverte leggendo un inequivocabile comunicato reso pubblico nei giorni scorsi dal centro di potere milanese dal quale Lega Nord e alleati guidano la Regione: «Abbiamo deciso di investire su Malpensa per più ragioni: è uno scalo aeroportuale strategico non solo per la Lombardia e nemmeno solo per il nord Italia, ed è destinato a svolgere un ruolo ancora più importante nel prossimo futuro in Europa, per una serie di coincidenze e anche per una serie di decisioni, che la favoriscono».

Lo ha appunto affermato il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni, all'aeroporto di Malpensa, alla cerimonia di inaugurazione del collegamento ferroviario tra i due terminal «T1 -T2» e della stazione al «T2». «L'ultima di queste decisioni è del Governo americano - ha spiegato il presidente -, che ha inserito Malpensa nell'elenco degli 11 aeroporti al mondo che avranno la pre-clearence, il che consentirà, nei viaggi verso gli Stati Uniti, a chi parte da Malpensa, di essere favorito rispetto a chi parte da altri aeroporti del centro Europa, quindi, molto probabilmente, Malpensa attrarrà traffico da altri aeroporti europei e questo restituisce a Malpensa quel ruolo centrale, che ha sempre avuto e che è stato messo in discussione, qualche anno fa, da scelte molto opinabili di alcuni vettori. Per questo è giusto investire su Malpensa - ha aggiunto il presidente -, cosa che Regione sta facendo, come stiamo investendo sul trasporto ferroviario, che, in Lombardia, ogni giorno, porta circa 720mila viaggiatori, come Veneto e Piemonte insieme, se non di più. È un sistema che va rafforzato e su cui investimenti sono stati fatti e devo essere fatti».


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