Lombardia zona rossa, donato un pallottoliere a Fontana. Iss: “Sui dati lombardi 54 segnalazioni da maggio a oggi”
Lombardia zona rossa, donato un pallottoliere a Fontana. Straniero: “Vogliamo i numeri”
Lombardia zona rossa, donato un pallottoliere a Fontana. Iss: “Sui dati lombardi 54 segnalazioni da maggio a oggi”.
Da maggio 2020 l’Istituto superiore di sanità ha inviato 54 segnalazioni di errori, incompletezze o incongruenze alla Regione Lombardia, l’ultima delle quali il 7 gennaio 2021. Lo ha rivelato nel pomeriggio di martedì 26 gennaio 2021 l’Iss stesso, replicando colpo su colpo alle dichiarazioni di questa mattina in cui il governatore Attilio Fontana aveva negato nuovamente che gli uffici regionali possano aver sbagliato a inviare a Roma i dati per la classificazione della Lombardia in zona rossa. Un errore che ha portato, come minimo, a una settimana di “zona rossa” senza giustificazione sanitaria.
Dalla Regione dati incompleti in un caso su due
Nel dettagliato comunicato stampa, l’Istituto superiore ha anche ribadito sostanzialmente che soltanto la Lombardia trasmetteva i dati in questo modo. Nelle altre regioni, la percentuale di segnalazioni incomplete sullo stato clinico dei casi nei vari report tramessi è pari a un ventesimo rispetto a quella lombarda. “La percentuale di casi incompleti per la sintomatologia (assenza di informazioni nel campo “stato clinico”, che è proprio la mancanza contestata ai tecnici regionali lombardi nella trasmissione dei dati) è pari al 50,3%, a fronte del 2,5% del resto d’Italia nel periodo 13 dicembre-13 gennaio” spiega l’Istituto.
La rettifica, nel dettaglio
L’Iss ha infine reso noto nel dettaglio in cosa è consistita la famosa “rettifica” del 20 gennaio in cui la Regione correggeva i dati precedentemente inviati. In due successive modifiche, alle ore 10.58 e alle 14.51, è stata eliminata “la segnalazione di una data di inizio sintomi per 4875 casi”, diminuito di 17654 “il numero dei casi precedentemente inseriti come sintomatici” e aumentato di 12779 “il numero di quelli classificati come asintomatici”.
Non è colpa dell’algoritmo
Smentisce infine, Iss, anche la possibilità che a “sbagliare” possa essere stato l’algoritmo stesso, o perlomeno la sua applicazione dal momento che, di per sé, una formula matematica difficilmente “sbaglia” un risultato. “L’algoritmo non è esile – ha replicato l’Istituto superiore di sanità citando proprio le parole di Fontana – è basato su standard internazionali, è pubblico (…) Il sistema è in uso da 36 settimane e nessun altra regione finora ha segnalato anomalie di questa entità sull’immissione dei dati”.
Secondo Iss non si può, infine, come ha invece proposto Fontana, parlare di “aggiornamento” invece che di “rettifica”, poiché nel primo caso si intende “l’inserimento o modifica di variabili suscettibili di evoluzioni”, mentre una rettifica è l'”inserimento di variabili non ancora presenti (come la data di inizio sintomi, appunto, ndr) o la modifica di variabili inserite erroneamente”. “Ed è esattamente ciò che è stato chiesto alla Regione per il ricalcolo, e non per la riclassificazione in zona Arancione” ha concluso l’Iss.
Bagarre in Consiglio: un pallottoliere per il presidente
Intanto, questo pomeriggio a Milano in Consiglio regionale è stata bagarre. Le forze di minoranza hanno abbandonato l’aula del Pirellone dopo che alcuni consiglieri, tra cui il dem Pietro Bussolati, erano stati espulsi dal presidente Alessandro Fermi. La protesta di Pd, 5Stelle, Azione, Civici e +Europa era iniziata questa mattina durante la relazione del presidente Fontana, chiamato in Consiglio dalle minoranze proprio sull’imbarazzante vicenda dei dati.
Lombardia zona rossa, donato un pallottoliere a Fontana
Dopo che Fontana ha negato ancora una volta qualsiasi errore da parte della Regione, i consiglieri dell’opposizione hanno dato il via a una bagarre in Aula, chiedendo con forza alla Regione di fornire i dati disaggregati e di procedere alla revisione della legge quadro sulla sanità regionale, la cui sperimentazione è scaduta a fine anno.
Raffaele Straniero
“Oggi, in Aula, sono emersi due aspetti: il presidente Fontana ha voluto confermare la sua versione, che contrasta nettamente con i dati e le email che sono state rese pubbliche anche da autorevoli organi di stampa – fa notare Raffaele Straniero, consigliere regionale lecchese del Pd”
“Abbiamo chiesto fortemente la trasparenza di questi numeri, ma a tutt’oggi non abbiamo ricevuto niente. Questo ci sembra particolarmente grave ed inquietante. Perciò, o il presidente rende assolutamente trasparenti e, dunque, pubblici i dati sulla pandemia e fa partire la riforma della sanità regionale o noi continueremo a protestare, soprattutto in Commissione Sanità, perché le priorità devono essere queste”, aggiunge Straniero, rilevando che “invece delle risposte è arrivata l’espulsione di alcuni colleghi. È evidente che non c’erano le condizioni per continuare i lavori d’Aula”.
Il presidente del Consiglio Regionale Fermi chiede rispetto
“Le istituzioni non si fermano mai, e nessuno può pensare di arrestarne il funzionamento perché hanno anticorpi e regole che le mettono al di sopra di ogni tentativo di sabotarle. Oggi l’istituzione regionale è stata minata da comportamenti irrispettosi nei confronti innanzitutto dei cittadini lombardi: ben venga un confronto politico duro e schietto, ma è stato grave cercare di bloccare ripetutamente i lavori con atteggiamenti strumentali. Il Consiglio regionale alla fine ha comunque approvato provvedimenti importanti a tutela dei figli minori di genitori separati e per favorire l’ingresso dei disabili nel mondo del lavoro, provvedimenti condivisi e che certamente ai cittadini lombardi stanno molto a cuore”. Lo sottolinea a margine dei lavori d’Aula il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, che aggiunge: “Alla fine della giornata di oggi ai cittadini lombardi resterà solo la consapevolezza di poter contare su nuove misure importanti a sostegno di famiglie con genitori separati o con persone disabili. Questa è la forza delle istituzioni: affrontare e dare risposte alle esigenze e ai problemi. Questo è il dovere del Consiglio regionale, che non si è mai fermato nemmeno nel periodo del lockdown, figuriamoci davanti alle proteste”.