L'appello

Legambiente: i circoli bresciani si rivolgono ai candidati alla Regione

"La Lombardia in generale e il territorio bresciano in particolare, da troppo tempo vessato e danneggiato da scelte politiche devastanti, hanno bisogno di un cambio di passo"

Legambiente: i circoli bresciani si rivolgono ai candidati alla Regione
Pubblicato:

A pochi giorni dalla chiusura della campagna elettorale che deciderà la composizione della Giunta e del Consiglio della Lombardia, i circoli bresciani di Legambiente si rivolgono ai candidati alla Regione con un documento riassuntivo dei temi ambientali imprescindibili per il futuro della provincia di Brescia.

Legambiente, l'appello dei candidati alla Regione

«La Lombardia in generale e il territorio bresciano in particolare, da troppo tempo vessato e danneggiato da scelte politiche devastanti, hanno bisogno di un cambio di passo – spiegano dal Coordinamento dei Circoli bresciani di Legambiente Lombardia  –. I prossimi 5 anni saranno decisivi per attuare interventi di contrasto ai cambiamenti climatici, ma per farlo è necessaria una capacità di visione che guardi oltre il mandato elettorale e punti a ridisegnare la Regione in termini di sostenibilità produttiva, energetica, ambientale. Con questo documento ci appelliamo ai futuri componenti della Giunta regionale e del Consiglio perché i temi ambientali non vengano ridotti a soli slogan elettorali, ma si tramutino in un programma di azioni effettive».

 

L'appello e gli aspetti considerati prioritari

 

Nel documento un appello rivolto ai candidati i circolo bresciani di Legambiente (Brescia, il Gandovere Franciacorta, Brescia Est di Mazzano, Chiariambiente Ovest bresciano di Chiari, Ilaria Alpi di Erbusco, Fiume Mella di Leno, Montichiari, La Nostra Terra di Montirone, Gruppo Ecologico Pontogliese di Pontoglio, Per il Garda di Sirmione, Basso Sebino di Sulzano, Valle dell’Oglio di Orzinuovi, Vallecamonica di Darfo Boario Terme) ma anche agli elettori affinché possano scegliere i candidati che più hanno a cuore l’ambiente.

Una decina i punti di snodo fondamentali per un territorio che guarda alla sostenibilità ambientale per la salvaguardia delle risorse naturali, il benessere dei cittadini e degli animali. Il coordinamento dei circoli bresciani indica come prioritario: una mobilità sostenibile in cui venga realizzato un sistema di trasporto pubblico regionale intermodale ed interconnesso oltre all’ampliamento delle zone 30 e della rete ciclabile per rendere le città più vivibili. Un trasporto ferroviario potenziato in modo razionale che eviti di disperdere ingenti risorse in sperimentazioni con soluzioni che già sappiamo essere inefficienti, come sta avvenendo per la Brescia – Edolo con il treno ad idrogeno.

Capitolo energia: l’attuazione di politiche per la riduzione dei consumi energetici e la produzione di energia in modo rinnovabile, attraverso la promozione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e l’incoraggiamento al comparto artigianale ed industriale lombardo ad efficientare la filiera produttiva.
C’è poi la sfida della riduzione dell’inquinamento e chiama politiche ambientali incisive, perché ad oggi la qualità dell’aria è ancora molto lontana dai livelli raccomandati dall’OMS. Servono pertanto azioni che mirino a tagliare drasticamente le emissioni da motorizzazioni stradali e quelle da agricoltura e allevamento intensivo.

Un altro obiettivo prioritario è fermare il consumo di suolo, dovuto alla crescita di infrastrutture di trasporto e alla tumultuosa e ingovernata domanda di superfici del settore industriale della logistica su cui occorre da un lato razionalizzare le concessioni e dall’altro ripensare le vaste superfici dismesse.

Sul settore agricolo, secondo Legambiente è necessario sviluppare una riforma degli ordinamenti colturali, che orienti gli operatori verso scelte produttive maggiormente differenziate, resilienti e sostenibili e gestire in ottica di circolarità i flussi dei nutrienti che eccedono i bisogni delle colture diventando inquinanti per aria, acqua e suolo salvaguardano le acque, attuando una reale razionalizzazione della risorsa idrica. Occorre, infine, ripensare alla pressione dell’allevamento intensivo in una pianura di per sé limitata, anche per proteggere la biodiversità e lottare contro l’illegalità nei confronti degli animali e assicurare il benessere animale.

Capitolo cave, molto sentito nel bresciano. La Regione non ha ancora approvato il nuovopiano, per questo l’associazione ambientalista chiede ai consiglieri candidati di impegnarsi ad approvare tale piano riducendone notevolmente le quantità da scavare rispetto al piano odierno sovrastimato.

Sul tema del tutela delle acque, il grave deficit del sistema depurativo della provincia va sanato, per uscire dalle procedure di infrazione orientando le risorse valutando con molta attenzione i progetti molto costosi e ambientalmente impattanti, come quello attualmente in discussione per la depurazione dei reflui della sponda bresciana del Garda. Infine, per tutelare la portata d’acqua di corsi e bacini, è necessario introdurre misure più stringenti di governo delle derivazioni con finalità idroelettrica, nel reale rispetto del Deflusso Ecologico attraverso una seria catena di controllo;

Ultima, ma non per importanza, la questione dell’azione di cura e prevenzione della montagna per limitare il dissesto idrogeologico a fronte di eventi metereologici estremi sempre più frequenti. Le stesse aree naturali protette, che rappresentano buona parte del territorio montano si trovano in uno stato di relativo abbandono, mentre necessiterebbero di maggiori risorse per tutelare e valorizzare il loro patrimonio naturale in un quadro che sta mutando rapidamente.

 

 

Seguici sui nostri canali