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#Ioapro1501: in centinaia pronti ad aprire a Brescia, ma anche la Prefettura risponde presente

L'iniziativa di protesta da parte di bar e ristoranti in programma oggi, venerdì 15 gennaio.

#Ioapro1501: in centinaia pronti ad aprire a Brescia, ma anche la Prefettura risponde presente
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#Ioapro1501: in centinaia pronti ad aprire a Brescia, ma anche la Prefettura risponde presente.

Per i baristi e i ristoratori di tutta Italia quella di oggi, venerdì 15 gennaio 2021, non sarà una data come tutte le altre. Sulle principali piattaforme social sta da giorni spopolando l’hashtag #IoApro, che invita i titolari dei locali a riaprire le proprie attività e ad accogliere nuovamente i clienti senza tener conto delle nuove limitazioni imposte dal Governo.

Oltre ai diversi gruppi su Facebook sono stati creati anche canali dedicati su Telegram. Nel gruppo “IOAPRO Brescia”, creato sul popolare servizio di messaggistica istantanea, si contano ad oggi oltre 500 componenti tra esercenti e clienti, questi ultimi insofferenti per non poter consumare un caffè al banco o bersi un aperitivo con gli amici da ormai molti mesi.

Sull’onda del malcontento gli amministratori stanno cercando di coinvolgere quanti più baristi e ristoratori possibili, facendo appello al passa parola tra chi si è aggiunto. «Aiutaci ad espandere la lista il più possibile – scrivono – contattando ristoranti e bar di fiducia».

Le ragioni del dissenso

La protesta è montata soprattutto dopo che Palazzo Chigi ha annunciato la volontà di vietare l’asporto di cibi e bevande dai bar a partire dalle 18 per evitare assembramenti che potrebbero favorire la circolazione del Covid. Una decisione ritenuta dalla maggioranza degli esercenti vessatoria e non risolutiva, visto l’aumentare dei contagi nonostante da mesi la movida sia pressochè ridotta a zero e che all’esterno dei locali è già previsto il divieto di consumazione. Per evitare pericolosi assembramenti, quindi, basterebbe mettere in atto controlli efficaci, consentendo a una categoria, già profondamente danneggiata dalle misure restrittive, di continuare a lavorare.

I clienti promettono di fare la loro parte riversandosi nei locali che saranno aperti, senza risparmiare toni accusatori nei confronti del Governo e delle forze dell’ordine colpevoli di multare gente che cerca soltanto di lavorare. Ci sono però anche cittadini ed esercenti preoccupati delle ricadute di questa forma di disobbedienza civile, oltre a baristi e ristoratori contrari alla protesta. Le ragioni del dissenso dipendono dal fatto che «se lo Stato fa una legge, noi la rispettiamo: e pretenderemmo che anche lui si prenda le sue responsabilità e ci tuteli – aggiungono nel post -. Non vogliamo passare dalla ragione al torto. Non daremo la possibilità di darci degli untori, quando ormai è ben chiaro che chiudere i locali non ha ridotto il contagio, anzi la situazione è peggiorata. Siamo persone oneste, che hanno impegnato la loro vita nella propria attività. Per tutte queste ragioni noi non apriremo per protesta il 15 gennaio, ma lotteremo perché ci venga riconosciuto il nostro valore e lotteremo per superare questo drammatico momento e tornare più forti di prima».

La Prefettura intensifica i controlli

A rispondere presente all'iniziativa è stata anche la Prefettura di Brescia.

«La protesta organizzata già da alcuni giorni da un gruppo chiamato “I5 gennaio#ioapro”, consistente nell’apertura, nella giornata di domani, dei locali di ristorazione in fasce orarie non consentite dalle disposizioni di legge in materia anti-covid è stata oggetto di attento esame nel corso del Comitato per la Sicurezza svoltosi nella mattinata odierna in Prefettura con la presenza, oltre che dei vertici delle Forze di Polizia, del Sindaco di Brescia, del Presidente della Confesercenti e del Vicedirettore del Confcommercio di Brescia.

In tale circostanza – continua la nota della Prefettura -, è stato unanimemente riconosciuta la necessità che, domani, le Forze di Polizia tengano un comportamento equilibrato, ma fermo e deciso, nell’intervenire nei confronti di quanti parteciperanno all’iniziativa in questione che, benché comprensibile nello spirito, resta, in termini giuridici, palesemente illegittima, e moralmente ingiusta rispetto alle numerosissime vittime della pandemia registrate su questo territorio, ai sacrifici sofferti dai cittadini bresciani – e, in primis, dagli operatori sanitari – e da tutti coloro che, nonostante il peso delle restrizioni sofferte hanno deciso di conformarsi, con attenzione e scrupolo, alle disposizioni di legge vigenti.

A ciò si aggiunge che i dati di questi giorni sul numero dei contagi nella regione Lombardia ed, in particolare, in questa provincia, impongono ancora rigore e, quindi, massimo rispetto delle misure di prevenzione indicate dal Governo e dal Comitato Tecnico Scientifico Nazionale e quello regionale.

Per tali ragioni è stata disposta una intensificazione dei servizi di vigilanza e di controllo del territorio cittadino e di tutte le località della provincia dove verranno segnalate adesioni alla cennata iniziativa.

Durante tali servizi verranno, quindi, irrogate le previste sanzioni amministrative e saranno denunciati all’autorità giudiziaria tutti i comportamenti assunti deliberatamente in spregio alla situazione pandemica in atto».

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