Il tempo dei parrucconi è scaduto

Il tempo dei parrucconi è scaduto
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MONTICHIARI - Sono solo canzonette... cantava Edoardo Bennato nel 1980, quasi per sconsacrare quelle frasi a effetto che i potenti di quel tempo spesso pronunciavano per far calmare il popolo. Bennato smitizzava con la sua chitarra e la sua armonica quella politica che si ergeva a custode della verità, come più di tutte fece la canzone «Dotti, Medici e Sapienti» (incisa 3 anni prima) sempre del cantautore napoletano, che metteva in discussione soprattutto quei personaggi, colti e con le lauree appese al muro, ma vuoti dentro e solo ben ornati da un perfetto trucco e parrucco.

E quello che è successo a Sanremo solo una settimana fa, con il giovane Francesco Gabbani che vestito da scimmia ha rimandato sul divano di casa in successione Al Bano, Gigi D’Alessio, Ron e in finale Fiorella Mannoia, vincendo il festiva, non è solo il frutto di una canzonetta scritta, musicata e ballata bene, bensì il segnale inequivocabile che la storia è cambiata da un pezzo.

Come lo stesso Pierluigi Bersani ha fatto notare in Direzione Pd l’altro giorno, quando parlando in faccia a Renzi, ha fatto a lui e a tutti i delegati una domanda precisa: «... è vero o no che una parte di popolo non ci sopporta?». Non ci interessa la risposta, nè l’analisi politica, ma apprezziamo la lucidità di una mente rapida a intercettare il cambiamento. E il malumore. La politica, i governi, le giunte e i grandi progetti non si fanno più a palazzo, o nei salotti «buoni» e neppure nelle Curie, bensì in mezzo alla gente. Al bar. In piazza. Tra coloro che oggi, come non mai, se li tradisci in un attimo ti «tolgono l’amicizia da Facebook» e allora tu non conti più niente. La forza del popolo è diventata dirompente. Il fronte è compatto e in grado di scegliere oggi il centrodestra, domani il centrosinistra e dopodomani emarginare il centrodestra e dare una sberla epocale al centrosinistra affidando gli stessi voti ai «5 stelle».

Come è successo alle ultime elezioni politiche. Come è successo all’Ariston qualche giorno fa. Non fai bene, vai a casa. Non canti bene, vai a casa. E la libertà è esprimibile attraverso lo strumento che oggi la tecnologia e la rete mettono a disposizione anche di chi fa informazione per raccontare il cambiamento, aiutando a intercettarlo in un post, in una pagina dei social, in un gruppo o semplicemente nel consenso a una canzonetta, come le chiamava Bennato.

Ma esiste una nuova specie adesso: quella che quando gli fai notare che il pollice puntato nella sua direzione è verso, allora ti discredita, etichettandoti solo perché il tuo vestito è variopinto e non monocolore e triste come il suo. Il tempo dei parrucconi è finito. Non abbiate paura gente!


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