Ghedi, cava inferno: «Fermare i lavori»

Ghedi, cava inferno: «Fermare i lavori»
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Il botta e risposta tra Amministrazione comunale e la piattaforma ambientalista «Un futuro per Ghedi» non sembra placarsi. Al sindaco Lorenzo Borzi che chiede lumi in merito al loro apporto alla vicenda gli attivisti hanno ricordato che «per un intero anno, da febbraio 2015 a febbraio 2016, non ci sono stati controlli da parte del Amministrazione comunale. E sono ripartiti solo dopo il nostro sollecito. Nemmeno dopo il ritrovamento da parte della Provincia di ingenti quantitativi di idrocarburi come inquinanti del fondo di preparazione della discarica l’Amministrazione ha approfondito questa preoccupazione facendo intervenire l’Arpa . E’ nella facoltà del sindaco, perché non lo ha fatto? Inoltre gli esiti delle analisi comunicate dalla Provincia al Comune sono datate lo stesso giorno in cui si è svolto il Consiglio comunale aperto in cui ha apertamente dichiarato di non saperne nulla! E' inutile che il sindaco ci dica che sono arrivati dopo il consiglio comunale aperto perché non è così e carta canta».

Altra accusa riguarda l'immobilità dell'Amministrazione: «A detta del primo cittadino ha costantemente dialogato con la Provincia, ma può essere sufficiente dialogare senza produrre nulla di scritto quando è in gioco la salute pubblica? E se ha dialogato come faceva a non sapere dell’esito delle analisi? Dal 12 aprile, giornata del Consiglio comunale aperto, denunciamo la presenza di materiale scuro ed anomalo sul fondo della discarica. Sono passati ben 3 mesi, ma il sindaco, a quanto pare, preferisce parlare con chi ha in capo la realizzazione del fondo della discarica, invece che con i cittadini». In merito al comitato di controllo «è stato forse costituito quello che è riportato nell’accordo tra la società e il Comune ovvero un comitato tecnico di controllo, con il tecnico incaricato dal Comune non per quel che ci risulti e, in ogni caso, nemmeno i consiglieri comunali possano essere annoverati tra i tecnici».


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