Edilizia sociosanitaria: semplificare la normativa per dare ossigeno al settore
Comazzi e Carzeri: "Abbiamo letto la pubblicazione del dottor Lanzoni e studiamo un gruppo di lavoro con le istituzioni per trovare soluzioni"
C’è un settore che, da dopo l’arrivo della pandemia Covid, ha incontrato sempre più difficoltà sia a livello economico che dal punto di vista dei nuovi spazi da dedicare alla cura dei propri utenti: si tratta del comparto sociosanitario e delle strutture residenziali e semiresidenziali che meritano più attenzione in un mondo in cui i loro servizi saranno sempre più fondamentali per le comunità.
Edilizia sociosanitaria: semplificare la normativa
L’idea per invertire questa rotta pericolosa arriva da un articolo del dottor Vincenzo Lanzoni, consulente in sviluppo di servizi sanitari e sociosanitari, che propone una semplificazione ad hoc per il settore, sul tema dei nuovi ambienti per l’ampliamento degli edifici che svolgono attività di residenza per disabili (Rsd), per anziani (Rsa), per le dipendenze o per la salute mentale: rivedere e ripensare la norma urbanistica per consentire agli operatori del settore di poter realizzare nuove zone dedicate ai loro utenti, anche in aree attualmente non edificabili per leggi vincolanti e limitanti. Una semplificazione normativa, fermo restando che dovrebbe comunque essere sottoposta a rigidi vincoli antispeculativi, consentirebbe ai servizi sociosanitari di tornare ad essere sostenibili, di dare ossigeno a un mondo che già in troppi casi vede perdite annuali di migliaia di euro. Una discussione e un confronto multidisciplinare tra urbanistica, sanità ed edilizia potrebbe essere la soluzione, la chiave per dare un futuro più sereno all’intero settore.
Comazzi e Carzeri: "Un gruppo di lavoro per trovare soluzioni"
Ha commentato questa ipotesi Gianluca Comazzi, assessore al Territorio di Regione Lombardia:
"Un’idea interessante che va sicuramente sviluppata e approfondita. Dobbiamo valorizzare sempre più le residenze per anziani e per persone diversamente abili, anche sul piano urbanistico, poiché le richieste di assistenza sono in aumento. Bisogna immaginare strutture ancora più multidisciplinari".
Claudia Carzeri, consigliere regionale membro della Commissione Sanità, in merito ha aggiunto:
"Occorre aprire un gruppo di lavoro per promuovere questa prima bozza di iniziativa portata avanti dal dottor Lanzoni che ringrazio per aver comunque portato alla luce il tema delle difficoltà e della sostenibilità delle case di riposo. Personalmente ho già prodotto in questa legislatura un documento che andasse nella direzione di aiutare queste strutture, specialmente quelle posizionate in luoghi logisticamente svantaggiati come le aree montane, e accolgo quindi con grande entusiasmo tutte le proposte che sostengano il comparto sociosanitario, sempre più fondamentale per il territorio locale e non solo".