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Diastasi dei retti nelle donne: il tema sul tavolo della Regione

Il consigliere Claudia Carzeri: "Ho voluto portare in Commissione Sanità questo problema perché tantissime persone ne soffrono"

Diastasi dei retti nelle donne: il tema sul tavolo della Regione
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La diastasi dei retti addominali nelle donne, specialmente quelle che hanno avuto almeno una gravidanza, è una patologia tanto diffusa quanto difficile da diagnosticare. Nell’ultima seduta della Commissione Sanità, il consigliere Claudia Carzeri ha proposto l’audizione della presidente di Diastasi Donna Elena Albanese e, che conta 35.000 iscritte in tutta Italia, del dottor Nereo Vettoretto, esperto nel trattamento della diastasi operante all’Ospedale di Montichiari, e di una paziente che ha raccontato la sua toccante storia.

Il tema della diastasi dei retti in Commissione Sanità

L’introduzione è stata del consigliere Carzeri:

"Ho voluto portare in Commissione queste persone e questo tema perché tantissime donne ne soffrono, su 400.000 gravidanze annue si parla di circa 106.000 donne con la patologia della diastasi, ma difficilmente viene loro diagnosticata e spesso viene sottovalutata. Può portare incontinenza, difficoltà digestive e respiratorie, dolori alla schiena e molto altro ancora. Per questo con noi, oltre a Elena Albanese e al dottor Vettoretto, abbiamo anche la testimonianza di una donna che ha dovuto affrontare le importanti conseguenze della malattia nella sua vita, tra cui anche la perdita del suo impiego. Ho proposto per questo un gruppo di lavoro della Commissione Sanità per approfondire e studiare nuove soluzioni e per sostenere queste donne e per stimolare il Governo a inserire questo tema nella sua agenda politica".

"Io, prima di diventare la presidente di Diastasi Donna, sono stata una paziente - ha spiegato Elena Albanese - ho passato mesi a girare per ospedali e per medici che sostenevano che la mia fosse solo ansia o che esagerassi i sintomi della mia condizione, ma io sapevo che c’era qualcosa che non andava. Ci serve più sensibilizzazione, più informazione e soprattutto ci servono più contributi per aiutare tutte queste donne".

Le testimonianze

La conferma è del dottor Nereo Vettoretto:

"Il tema principale riguarda la diagnosi perché anche gli ecografi o i medici faticano ancora a riconoscere i sintomi o a inquadrarli come diastasi. L’altro è il tema economico, insufficiente a garantire alle pazienti la copertura di day hospital o di interventi specifici. Ultimo tema: queste donne sono spesso sottoposte a uno stress psicologico importante dovuto a una condizione che, non essendo ancora inquadrata pienamente, porta spesso a considerare dolori e fatiche come eccessi di ansia".

La testimonianza della paziente, infine, è stata molto toccante e incisiva:

"Oltre al dolore fisico, che ancora oggi mi costringe verso il tardo pomeriggio a dovermi allungare per non sentire male, è soprattutto lo stato psicologico ed emotivo che viene letteralmente devastato. Ti senti abbandonata. Faccio anche io parte dell’Associazione Diastasi Donna e spero di poter aiutare tante altre persone che affrontano questo difficilissimo percorso".

Il gruppo di lavoro sulla Diastasi per trovare nuove soluzioni è stato ufficialmente approvato dalla presidente della III Commissione Patrizia Baffi e la coordinatrice delle operazioni sarà il consigliere Carzeri.

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