Anche la Lega bresciana chiede di rivedere la decisione per la zona rossa
Anche il carroccio ha fatto sentire la sua voce
“Rivedere decisione, zona rossa per la Lombardia scelta politica, territorio bresciano ha già pagato troppo”, questo quello che hanno affermato gli esponenti del Carroccio bresciano.
La richiesta a Speranza e Conte
"La Lega bresciana è compatta nel chiedere con forza al Ministro Speranza e al Premier Conte di fare un passo indietro e rivedere la decisione di ricomprendere la nostra Provincia all’interno della Zona rossa”. Con una nota gli esponenti della Lega di Brescia (senatori, deputati, eurodeputati, consiglieri e assessori regionali, consiglieri provinciali, sindaci e Segreteria politica) hanno preso posizione sull’ordinanza del Ministro Speranza relativa al lockdown della Lombardia. “Purtroppo appare evidente come la scelta di collocare Regione Lombardia in Zona rossa sia esclusivamente di tipo politico. Fra l’altro vorremmo capire come mai sono stati utilizzati dati non aggiornati, risalenti a 15 giorni fa e quali sono gli altri parametri presi in considerazione. Questo perché il Governo non ha minimamente tenuto conto dell’andamento dei contagi, soprattutto dopo le chiusure operate dalla Regione con ordinanza del 27 ottobre; al contrario Conte ha addirittura penalizzato la Lombardia rispetto ad altre regioni notoriamente in difficoltà. A questo proposito risulta totalmente incomprensibile il motivo per cui la Campania, dove il sistema sanitario è già prossimo al collasso, sia stata collocata in zona gialla. Inoltre occorre considerare un altro aspetto: territori come la Provincia di Brescia hanno una diffusione del virus nettamente inferiore rispetto ad altre zone della stessa Lombardia. La nostra gente ha sofferto molto e ha pagato un prezzo altissimo, a livello economico e in termini di vite umane. Per questo motivo faremo quanto è in nostro potere affinché il Ministro Speranza, l’unico che può concretamente intervenire in modo tempestivo con una nuova ordinanza, riveda la classificazione dei territori Lombardi rispetto all’effettivo livello di criticità e non sulla base di squallidi calcoli politici”.