Entrambe licenziate

Tirò in testa alla collega una stecca di cioccolato da un chilo: "assolta"

La 41enne colpita rimediò un dente rotto e un trauma cranico. Il Tribunale ha deciso che non vi sarà alcun processo.

Tirò in testa alla collega una stecca di cioccolato da un chilo: "assolta"
Pubblicato:
Aggiornato:

Galeotta fu l'iniziativa "CioccoDays" della Laica, azienda dolciaria di Arona - nel piemontese - dove, per rimanere "in tema", la rissa degenerata fra due operaie era culminata con una tavola di cioccolato extrafondente da un chilo che una cinquantenne aveva adoperato come arma per colpire la collega in volto durante una lite.

Nei giorni scorsi, mercoledì 24 giugno 2021, la colpevole, su decisione del Tribunale di Verbania, ha evitato il processo per aver aggredito la collega con una "dolce" stecca, come racconta Prima Novara.

Picchiò la collega con una stecca di cioccolato: evita il processo

Ha evitato il processo (per lesioni aggravate) l'operaia cinquantenne che quattro anni fa aveva picchiato una collega della Laica con una stecca di cioccolato. Il tribunale di Verbania, dov’era approdato il procedimento, visto l'esito positivo della “messa alla prova” ha dichiarato il "non doversi procedere" nei confronti della donna di origine ucraina residente a Bellinzago.

Una storia che aveva fatto notizia

L’imputata era difesa dagli avvocati Alessandro Brustia e Marcello Picchio di Novara. Il fatto risale al 22 novembre 2018; le indagini erano state affidate alla procura e ai carabinieri di Arona.

Stando alla ricostruzione, quel giovedì pomeriggio due dipendenti dell’azienda dolciaria avevano cominciato a litigare durante l’iniziativa “CioccoDays” e una delle due, al culmine del violento diverbio, aveva scagliato una tavoletta di cioccolato nero di oltre un chilogrammo addosso all’altra.

La malcapitata, una 41enne del posto addetta come la collega alla produzione, era stata colpita al volto, riportando un trauma cranico, la rottura di un dente e diversi lividi sul corpo. In pronto soccorso la vittima se l’era cavata con una prognosi di due settimane.

Entrambe licenziate

L'azienda aveva prima sospeso e poi licenziato entrambe (“un atto gravissimo incompatibile con la nostra policy” avevano dichiarato dall’azienda in riferimento alla donna ucraina rea dell'aggressione fisica), mentre per quanto riguarda l'aronese ferita il contratto era stato risolto perché pare, come emerso nelle memorie difensive, che avesse rivolto all'altra offese razziste.

Seguici sui nostri canali