Un fiume di vino bresciano scorre per l'Europa

Un fiume di vino bresciano scorre per l'Europa
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Il reddito delle imprese agricole è al centro della discussione e dell’interesse politico ed economico da sempre, anche se stiamo parlando di un settore che riesce a trovare il giusto equilibrio in un momento difficile per il comparto. I numeri parlano chiaro, oltre il 95% delle superfici vitate nella nostra provincia bresciana sono destinati a produzione di vino DOCG, DOC e IGT, quasi 500mila quintali di uva prodotta, oltre 38 milioni di bottiglie, con una percentuale importante che viene destinata al mercato estero. Questo il quadro generale dell’incontro che si è svolto a Lonato del Garda venerdì 13 gennaio in occasione della 59ª edizione della «Fiera regionale dell’agricoltura, artigianato e commercio».

«Continuare a sostenere al meglio le nostre imprese vitivinicole sui mercati internazionali, è un intervento fondamentale, che sta generando un incremento delle prospettiva di crescita del comparto e quindi della tutela e valorizzazione dei territori, ha commentato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Brescia. Per Gianni Fava, assessore regionale all’Agricoltura, «... la crescita di un comparto la si misura anche dalla giusta remunerazione delle uve ai produttori, che è sintomo di una filiera che evolve in modo equilibrato, garantendo soddisfazioni economiche a tutti gli attori.

È altrettanto chiaro che ciò lo si raggiunge valorizzando al meglio il prodotto finito, legato al territorio ma promosso anche e soprattutto sui mercati internazionali. E in questo senso Regione Lombardia è disponibile a ragionare sui concreti progetti di promozione e internazionalizzazione. Con Simone Frusca, responsabile vitivinicolo di Coldiretti Brescia, si è anche parlato di burocrazia e dell’importanza della definitiva approvazione del Testo Unico Vino che ha determinato un taglio del 50% del tempo dedicato al numero di pratiche da compilare nella fase di produzione permettendo quindi alle aziende agricole di ridurre gli oneri economici senza abbassare la soglia di garanzia qualitativa attraverso i controlli».


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