Economia

Lenta ripresa economica in Germania, per Confapi Brescia la causa è: "L'assenza di pragmatismo"

Muratore: "Oggi è il Nord Italia, tra i motori europei, a essere un modello per difendere la competitività e il posizionamento"

Lenta ripresa economica in Germania, per Confapi Brescia la causa è: "L'assenza di pragmatismo"
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Lenta ripresa economica in Germania, per Confapi Brescia la causa è: "L'assenza di pragmatismo".

 

Germania alle prese con una lenta ripresa economica

La Germania non sembra destinata a una ripresa economica nel breve termine, almeno non nei primi mesi del 2024. La crisi energetica seguita all’invasione dell’Ucraina, le politiche di spesa respinte dalla Corte di Karlsruhe e la necessità di ristrutturare le basi del suo modello di sviluppo hanno indebolito l’economia tedesca. Questa situazione, simile a quella del finale del 2023, dovrebbe indurre gli operatori industriali italiani, in particolare quelli del Nord legati a Berlino (automotive, macchinari, chimica, ecc.), a prevedere possibili dinamiche non entusiasmanti per l’anno in corso. Il Ministro dell’Economia Robert Habeck ha sottolineato il 15 marzo che la Germania è in difficoltà a causa della «debolezza persistente della domanda interna, degli alti costi di finanziamento e del clima di debolezza persistente della capacità di spesa delle famiglie e delle aziende» che ostacolano gli investimenti nell’economia centrale dell’Europa.

La coalizione del cancelliere Olaf Scholz, composta da socialdemocratici, verdi e liberali, ha subito un contraccolpo anche perché è fallito il tentativo di Berlino di mantenere bassi i deficit di bilancio, comprimere i salari rispetto alla produttività per stimolare l’export e ridurre i costi dell’energia, garantiti dagli accordi a lungo termine con la Russia. Allo stesso tempo, Berlino mirava a indirizzare gli investimenti verso politiche di transizione verde che Scholz e i suoi alleati hanno cercato di alimentare principalmente con fondi esterni al bilancio. Tuttavia, alla fine del 2023, la Corte costituzionale ha dichiarato non valido il piano di Scholz di destinare 60 miliardi di euro di risorse, provenienti da un fondo di emergenza approvato da Angela Merkel durante l’era pandemica, per finanziare politiche verdi di vario tipo, principalmente nei settori delle batterie e dell’elettrico, al di fuori del deficit nazionale.

Le motivazioni alla base

«L’assenza di pragmatismo, impensabile fino a pochi anni fa, nella programmazione tedesca della convivenza tra l’industria tradizionale, locomotiva di oggi, e le politiche della transizione verde, ha creato una condizione di fragilità che si ripercuote sull’industria europea e quella del Nord Italia», commenta Andrea Muratore, analista di Confapi Brescia. Quest’ultima, nota Muratore, «ha sperimentato i contraccolpi della crisi tedesca alla fine del 2023. In questo contesto, la lezione di resilienza e resistenza del settore italiano, integrato nella subfornitura all’industria tedesca, della manifattura in campi come la meccanica, i macchinari e l’automotive, può essere un esempio anche per il nostro principale partner commerciale: maggiore flessibilità, minore dipendenza da un mix energetico univoco, ricerca del pragmatismo nelle soluzioni legate alla transizione per coniugare industria e sviluppo nel lungo periodo possono essere la base per una nuova convergenza industriale italo-tedesca».

 

Secondo Muratore:

«Oggi è il Nord Italia, tra i motori europei, a essere un modello per difendere la competitività e il posizionamento. E dall’automotive alle costruzioni, dalle filiere di nuova generazione alle politiche industriali per la transizione, gli ultimi mesi di dibattiti e discussioni, anche a livello europeo, mostrano come la programmazione dell’industria per la transizione, pensata come germanocentrica negli anni passati, inizi a vacillare. Inoltre, la via pragmatica di cui l’Italia si è fatta portavoce può fare scuola, aiutando a mitigare gli impatti che si sono già fatti sentire in catene del valore fortemente integrate».

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