Indice Sintetico Manifatturiero: il Made in Brescia è in salute
A confermarlo è l’ultimo aggiornamento di ISM - Indice Sintetico Manifatturiero, realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia in collaborazione con l’Osservatorio per il territorio: Impresa, Formazione, Internazionalizzazione dell’Università Cattolica dal Sacro Cuore (OpTer)
Indice Sintetico Manifatturiero: il Made in Brescia è in salute.
Un risultato incoraggiante
La manifatturiera bresciana si è mostrata in salute nel 2023 grazie soprattutto al continuo rafforzamento dal punto di vista patrimoniale oltre che ai segnali di tenuta mostrati dal punto di vista economico-finanziario, che fanno seguito al movimento positivo già riscontrato nel biennio 2021-2022. Si tratta di un risultato incoraggiante, se letto alla luce di un contesto macro economico complesso, caratterizzato, in particolare, dalla frenata del PIL mondiale (la cui crescita si è attestata su ritmi al di sotto della media di lungo periodo), dalla debolezza della domanda (in particolare quella proveniente dai mercati comunitari) e dal rialzo del costo del denaro (misura adottata dalle banche centrali, come risposta agli inediti movimenti inflattivi sorti fra il 2021 e il 2022, poi proseguiti anche nel 2023).
L'ultimo aggiornamento dell'Ism - Indice Sintetico Manifatturiero
A confermarlo è l’ultimo aggiornamento di ISM - Indice Sintetico Manifatturiero, realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia in collaborazione con l’Osservatorio per il territorio: Impresa, Formazione, Internazionalizzazione dell’Università Cattolica dal Sacro Cuore (OpTer). Tale sinergia ha analizzato, 2.620 società di capitali manifatturiere del territorio (con ricavi oltre 1 milione di euro), che nel 2023 hanno realizzato un fatturato aggregato di poco più di 42 miliardi e dato lavoro a oltre 101mila addetti. Si tratta di un panel particolarmente rappresentativo dell’industria bresciana, in cui le realtà metalmeccaniche incidono per il 71% delle imprese considerate.
In crescita le aziende più virtuose
L’analisi condotta ha attribuito a ogni azienda del campione uno score che sintetizza, in un unico valore, lo stato di salute dal punto di vista economico-finanziario della stessa. Lo studio ha quindi evidenziato come nel 2023 la quota di aziende più virtuose (classe A) sia passata dal 33% del campione (anno 2022) al 40%, mentre la classe B abbia riscontrato una contrazione, dal 39% del 2022 al 36% del 2023. Allo stesso tempo, la classe C ha sperimentato una riduzione di 4 punti percentuali (da 26% a 22%) e la quota delle aziende più in difficoltà (classe D) si è mantenuta costante intorno al 2%.
Tali risultati, prodotti dallo strumento di ISM, trovano spiegazione nella sostanziale tenuta della marginalità industriale del “made in Brescia”, con l’EBITDA (indicatore che fornisce una prima misura della liquidità generata dalla gestione operativa) che nel 2023 si è posizionato all’11,2% dei ricavi, una quota di poco inferiore a quanto riscontrato nel 2022 (11,5%). A riguardo, va segnalato che la suddetta modesta contrazione è in gran parta dovuta alle difficoltà incontrate dal settore siderurgico locale, che ha visto nel 2023 un significativo ridimensionamento dei principali gli indicatori reddituali, con la quota dell’EBITDA sul totale del fatturato al 5,0% (rispetto al 15,0% dell’esercizio precedente). Il secondo elemento che va a impattare sui risultati di ISM è la struttura patrimoniale della manifattura locale, che nel 2023 si è ulteriormente rafforzata: l’indice di indipendenza finanziaria (che misura la quota del patrimonio netto dell’azienda sul totale del passivo) ha raggiunto il 52,0%, contro il già elevato 48,7% sperimentato nel 2022.
2023-2008
Il gruppo di lavoro ha poi ampliato l’analisi al confronto fra il 2023 e il 2008, anno immediatamente precedente alla “Grande Recessione”, sviluppatasi con particolare intensità nel corso del 2009. L’obiettivo di tale implementazione permette di prendere consapevolezza di quanto la manifattura bresciana si sia rafforzata in questi ultimi quindici anni. L’applicazione di ISM ai bilanci del 2008 certifica i grandi passi in avanti compiuti dall’industria del nostro territorio: in quell’anno la quota di imprese che avrebbero ottenuto lo score A è pari al 20% (la metà di quanto rilevato nel 2023). A una sostanziale stabilità delle realtà in classe B (35% nel 2008, contro il 36% nel 2023), si contrappongono le forti variazioni riscontrate per le classi C e D. Nel dettaglio, la C passa dal 40% del 2008 al 22% del 2023, mentre per la quota di imprese in D cala dal 5% nel 2008 al 2% nel 2023.
Il forte miglioramento dell’indicatore sintetico costruito dal Centro Studi di Confindustria Brescia con OpTer è primariamente ascrivibile al processo di rafforzamento patrimoniale sperimentato dalle imprese manifatturiere del territorio dal 2008 a oggi. Quindici anni fa la composizione del passivo era la seguente: l’incidenza del patrimonio netto era pari al 37,1%, quella dei debiti finanziari si attestava al 27,9%, quella dei debiti commerciali al 19,9%, mentre la quota delle altre passività era pari al 15,1%. Nel 2023 la fotografia risulta essere molto diversa: l’incidenza dei mezzi propri è pari al 52,0% (+14,9% sul 2008), quella dei debiti finanziari al 18,1% (-9,8%) e quella dei debiti commerciali al 14,6% (-5,3% sul 2008).