Guidesi: per concorrere alla pari in Europa serve l'autonomia
"È una questione di equità, le nostre imprese devono poter concorrere alla pari con i competitor europei"
“Serve l’autonomia, la Lombardia non può più aspettare, è una questione economica; si tratta di una riforma fondamentale non solo per la Regione più industrializzata d’Europa ma per tutto il Paese, perché se si vuole che la Lombardia continui ad essere locomotiva del Paese è fondamentale che le venga riconosciuta finalmente l’autonomia”. È determinato l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, che tra le ‘sue’ parole chiave mette l’autonomia ma non solo; anche sostenibilità ambientale e filiere per continuare a sostenere le imprese e confermare la Lombardia regione leader in Europa in campo economico.
La transizione ecologica è uno dei pilastri del progetto Next Generation EU e costituisce una direttrice imprescindibile dello sviluppo futuro. La sostenibilità oggi è un tema strategico per tutte le imprese, piccole e grandi, ma, ridurre l’impatto ambientale dei sistemi produttivi e i consumi energetici, favorire l’economia circolare, comporta anche significativi investimenti. Regione Lombardia cosa sta facendo su questo fronte?
“Inizio ricordando alcuni numeri della Lombardia che dimostrano quanto la nostra Regione, grazie al fondamentale contributo delle imprese, sia tra le protagoniste anche in campo ambientale. In Lombardia ci sono oltre 90mila imprese eco-investitrici, ossia imprese che hanno investito in prodotti e tecnologie green. Investimenti che hanno riguardato anche il ‘capitale umano’: nel 2022 un terzo dei nuovi occupati, circa 364mila lavoratori, sono stati nei green job. Una Lombardia che risulta essere prima in Italia nella produzione di energia da fonti rinnovabili, ne produciamo annualmente il 14,8% dell’intera energia verde prodotta in Italia. In un quadro così importante anche noi, come Regione, abbiamo voluto fare la nostra parte e così continueremo a fare anche in futuro. Abbiamo messo in campo misure per l’efficientamento energetico delle imprese per un totale di investimento di circa 70 milioni, bandi per l’economia circolare delle Mpmi e uno strumento, dal valore di 65 milione di euro, dedicato alle grandi imprese per investimenti di efficientamento energetico degli impianti produttivi per favorire la riduzione dell’impatto ambientale dei sistemi produttivi, sia attraverso la riduzione dei consumi energetici sia attraverso il recupero di energia e/o la cattura dei gas serra dai cicli produttivi esistenti. Anche grazie al sostegno che diamo alle filiere siamo riusciti a supportare progetti di economia circolare e sostenibilità ambientale. Questa è la strada che vogliamo continuare a percorrere, sempre in una logica di ‘sistema’, perché in Lombardia il progresso è crescita economica e sostenibilità ambientale”.
A volte, evidentemente sbagliando, si considera lo sviluppo in contrasto con la sostenibilità ambientale, eppure i dati della Lombardia dimostrano il contrario. Qual è, secondo lei, la verità e il segreto del ‘caso Lombardia’?
“La sostenibilità si raggiunge soprattutto attraverso l’innovazione e la ricerca. Il modello lombardo lo testimonia, siamo infatti la prima Regione industriale d’Europa, quelli che nel 2022 sono cresciuti di più rispetto ai competitor europei; allo stesso tempo, la Lombardia è la Regione maggiormente protagonista in Italia con investimenti in campo ambientale. Quanto accade in Lombardia dimostra che si può vincere contro i fondamentalismi e gli estremisti coniugando il rispetto dell’ambiente con lo sviluppo”
Lei ha deciso di scommettere sulle filiere, favorendo il consolidamento dei rapporti tra mondo produttivo, mondo accademico, scientifico e istituti formativi. Con quale obiettivo?
“Siamo convinti che una pianificazione strategica settoriale ci consentirà di anticipare i tempi e di certificare le nostre leadership. Capofila, fornitori, università e centri di innovazione insieme verso il futuro con il sostegno di Regione. E in effetti le aziende hanno risposto positivamente al ‘nostro appello’. Un percorso iniziato un anno fa con una manifestazione di interesse per riconoscere e supportare il rafforzamento, la resilienza e la competitività delle filiere produttive e di servizi e degli ecosistemi industriali, produttivi ed economici del proprio territorio e poi sviluppata con misure specifiche a supporto. Una strategia di politica industriale a carattere europeista in quanto il percorso è figlio di un indirizzo adottato a Bruxelles dal commissario Thierry Breton che ha scelto 14 eco-sistemi strategici su cui concentrare l’azione. Regione Lombardia ha aggiunto alla ricetta europea un grado di flessibilità, lasciando libertà agli ecosistemi di manifestare i propri progetti anche al di là dei settori ‘privilegiati’ dall’Europa. Ad oggi sono 43 le filiere riconosciute da Regione; realtà che complessivamente coinvolgono oltre 700, tra imprese, università, centri di ricerca e istituti di credito e che sono presenti in tutte le 12 province lombarde; di queste l’86% dichiara come obiettivo quello dell’innovazione e della sostenibilità e il 34% ha per oggetto un progetto specifico di sostenibilità ed economia circolare. Mediamente il ‘partenariato’ si compone di 20 soggetti. Tutti fino a poco tempo fa non si parlavano tra di loro, al massimo si incrociavano sul campo scambiandosi beni e servizi, così come bonifici e fatture; oggi invece non solo sono coinvolti in una scelta di sistema che prevede l’individuazione di percorsi di medio-lungo termine ma dichiarano la volontà di collaborazione tra le diverse filiere. Situazione quasi impensabile fino a qualche mese fa che grazie ad un cambio di mentalità decisivo da parte della Regione porta la Lombardia nel suo habitat naturale, quello europeo. Il tempo dirà se anche in questo caso il sistema lombardo abbia colto prima degli altri le sfide del futuro; intanto le imprese dimostrano curiosità e grande interesse”.
Con l’inflazione che resta alta oggi l’imprenditore è meno propenso a fare investimenti. Bankitalia dopo aver parlato di una forte ripresa post pandemica nel 2021 e di un'ulteriore crescita nel 2022 dice che nel 2023 stanno rallentando. Come si può fare Regione Lombardia per aiutare le imprese?
“Continuando a fare ciò che stiamo facendo, mettendo in campo tutte le risorse e gli strumenti disponibili; purtroppo, però non basta perché non potendo contare sull’autonomia abbiamo risorse e competenze limitate; è per questo che l’autonomia è un tema non più rimandabile. Senza questa riforma le aziende lombarde faranno sempre più fatica a concorrere con i competitor europei. Noi vinciamo in campo europeo grazie all’innovazione, alla ricerca, ma se noi, come Regione, abbiamo un margine di azione limitato e loro sono impossibilitati ad investire a causa di una politica monetaria che si sta dimostrando nei fatti più peggiorativa che risolutiva, rischiamo di perdere quote di mercato ai danni dei nostri competitori”.
La Lombardia si conferma regione leader in Europa nella crescita 2019-2023. Il Pil che con un +5% stacca le varie concorrenti come Fiandre - unica a tenere il confronto con un +4% -, Baviera, Catalogna, Renania e altre. Ma anche sul fronte degli investimenti e dell'export si attesta in prima linea con una crescita a doppia cifra rispettivamente del +25% e del +28%. Nota stonata la perdita del 3,6% di imprese artigiane. Come valuta questi numeri?
“Penso sia importante cambiare approccio, se continuiamo a concentrarci sui problemi non aiutiamo le nuove generazioni a mettersi in gioco. Dobbiamo invece raccontare la storia di successo delle realtà artigianali che poi sono diventate industrie di successo, il ‘saper fare’ che sperimenta, che trova nuove soluzioni, che innova e che ad esempio diventa una grande firma del design apprezzato in tutto il mondo. Un mondo fatto di botteghe leader di nicchie di mercato, di tanta manualità e di tanta creatività. Le imprese, grazie al capitale umano, saranno in grado di sfruttare l’intelligenza artificiale eliminandone le influenze negative. Io sono convinto che la Lombardia sia la ‘casa delle idee’ in cui chiunque abbia un’idea può svilupparla anche grazie al sostegno della Regione. Dobbiamo avere il coraggio di entusiasmare i nostri giovani nel raggiungere i loro sogni imprenditoriali”.
Sempre parlando in chiave europea, la Lombardia, come accennava prima, si scontra con regioni che adottano l’autonomia fiscale, quanto questa situazione di iniquità può ‘tenere’?
“L’autonomia è indispensabile per la Lombardia ma anche per tutto il Paese. Dobbiamo competere ad armi pari con le regioni europee concorrenti che hanno maggiori competenze e possono utilizzare la leva fiscale. È una questione di equità: la Lombardia può fare la differenza solo partendo dagli stessi blocchi di partenza, così da capitalizzare il nostro primato in innovazione, ricerca e capacità di coniugare sviluppo con sostenibilità. Una riforma che serve a tutto il Paese perché, se vogliamo che la Lombardia continui a trainare l’Italia, allora c’è la necessità che alla Lombardia venga riconosciuta maggiore autonomia”.