Economia

Export bresciano: vendite all'estero nel terzo trimestre in calo del 9,3% rispetto al 2022

La Germania, principale partner commerciale del made in BS, si caratterizza per una contrazione più intensa (-12,1%)

Export bresciano: vendite all'estero nel terzo trimestre in calo del 9,3% rispetto al 2022
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Export bresciano: vendite all'estero nel terzo trimestre in calo del 9,3% rispetto al 2022.

Export bresciano: dati in calo

Nel 3° trimestre 2023, l’export bresciano, pari a 4.731 milioni di euro, evidenzia una contrazione del 9,3% rispetto allo stesso periodo del 2022 (tendenziale), che segue quella dell’11,7% rilevata tra aprile e giugno di quest’anno.  La dinamica bresciana appare più negativa di quanto emerso in Lombardia (-2,8%) e in Italia (-4,6%). Nello stesso periodo, gli acquisti dall’estero, pari a 2.667 milioni, hanno evidenziato una discesa del 19,1% tendenziale.

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Nei primi nove mesi dell’anno, l’export complessivo del made in Brescia, si è attestato a 15.694 milioni, mostrando una dinamica negativa sull’analogo periodo del 2022 (-6,6%). Il valore realizzato tra gennaio e settembre è comunque il secondo più alto da quando è disponibile la serie storica. La flessione rispetto all’anno scorso va interpretata alla luce della frenata del commercio internazionale (-2,0% nel 2023) e del generalizzato sgonfiamento delle quotazioni delle materie prime industriali, alla base delle merci scambiate dall’industria bresciana. Infatti, tra i materiali maggiormente utilizzati dalla manifattura locale si segnalano i cali dei prezzi del rottame ferroso (-15,3% fra gennaio e settembre di quest’anno sull’analogo periodo del 2022), alluminio (-19,5%), rame (-5,4%), nichel (-11,6%) e zinco (-25,7%).

“Nel 3° trimestre 2023, il Made in Brescia ha scontato, a livello di export, alcuni fattori che si sono combinati, come il rallentamento del commercio internazionale, il calo del costo delle materie prime rispetto allo stesso periodo del 2022, ma soprattutto la frenata delle Germania – commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –; se le imprese bresciane fossero un’unica grande azienda, quello tedesco sarebbe uno dei nostri principali clienti di riferimento, e quindi il risultato complessivo ci penalizza nel confronto con Lombardia e Italia. Il Centro Studi di Confindustria Brescia ha recentemente realizzato un approfondimento volto a rilevare la percezione di tale fenomeno tra le aziende manifatturiere del territorio, che ha sottolineato come quasi un quinto delle imprese abbia registrato cali del 20% nei quantitativi delle merci vendute. Pur auspicando nella transitorietà del fenomeno, con le previsioni di una Germania che tornerebbe a crescere dello 0,9% nel 2024, siamo orientatati a pensare che questo rallentamento tedesco sia in realtà più strutturale, perché legato a scelte strategiche compiute dai precedenti governi, e che in realtà durerà almeno fino al 2025. Siamo quindi consapevoli sempre più della necessità di guardare nel breve periodo a mercati differenti e fuori dall’Unione Europea, su tutti gli Stati Uniti, che continuano a correre e che sono attesi dalle elezioni presidenziali. Le previsioni al 2025 sono invece più complicate, con una situazione che rischia nuovamente di mutare.”

I numeri

Sempre tra gennaio e settembre, le importazioni (pari a 9.140 milioni) sono diminuite del 15,9% sul 2022: ciò ha contribuito alla crescita del saldo commerciale, che ha raggiunto la cifra record di 6.555 milioni.

Per quanto riguarda i mercati di destinazione delle merci vendute all’estero, si rilevano diffuse flessioni, particolarmente intense nel mercato europeo: Germania -12,1% nei primi nove mesi del 2023, Francia -10,0%. La discesa ha riguardato anche gli Stati Uniti (-9,7%) e il Brasile (-22,6%). Per contro, si evidenziano variazioni positive verso Turchia (+15,1%) e Cina (+6,9%). Fra i Paesi di origine, solo gli Stati Uniti mostrano un segno positivo (+22,2%), a fronte di generalizzate contrazioni in tutte le altre più importanti aree di scambio.

Con riferimento ai beni venduti, il calo più consistente riguarda i prodotti della metallurgia (-21,2%), seguiti, a distanza, dai prodotti chimici e farmaceutici (-14,1%). Mezzi di trasporto (+9,0%) e prodotti alimentari e bevande (+6,3%) si caratterizzano invece per dinamiche positive. Fra le merci importate, i prodotti della metallurgia (-31,0%) evidenziano la flessione più intensa, mentre i mezzi di trasporto si connotano per un segno positivo (+8,3%).

Va infine rilevato che Brescia, anche nei primi nove mesi del 2023, si conferma come la quarta provincia esportatrice italiana, dietro solamente a Milano (43.135 milioni), Torino (21.899) e Vicenza (17.174). Dal punto di vista del saldo commerciale manifatturiero, Brescia (7.650 milioni) si colloca in terza posizione, alle spalle di Vicenza (9.520) e Modena (8.105).

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