Cari studenti, l'INVALSI è il vero scoglio
Era un esamone, sarà sempre di più un esamino. Poco alla volta alla Maturità, rito di uscita dall’adolescenza, a cui si guardava con timore e tremore, è stata resa sempre più abbordabile e innocua. L’ultimo passaggio è quello annunciato dalla neo ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ed entrerà in vigore dal 2018. In sintesi queste le facilitazioni per gli studenti: niente più obbligo di sufficienza in tutte le materie per avere accesso all’esame. Basterà avere la media del 6, e anche il voto in condotta concorre al calcolo. Una decisione razionale, perché i professori erano costretti a “barare” sui voti nelle materie in cui gli studenti erano deficitari per evitare lo smacco (e spesso anche il controsenso) del mancato accesso all’esame.
Addio alla tesina
Se l’opzione della media del 6 è una facilitazione ragionevole, le altre introdotte hanno lasciato perplessi un po’ tutti. È stata eliminata la tesina da presentare insieme all’esame orale. Una scelta strana, perché proprio la tesina rappresentava l’opportunità per i ragazzi per mettere fuori la testa dal binario prestabilito e provare a mostrare le proprie propensioni e le proprie competenze specifiche. Era un fuori sentiero che stimolava i ragazzi a cercare anche oltre i confini della scuola, ad allargare lo sguardo, ad avventurarsi in interpretazioni e visioni proprie. In verità, l’eliminazione della tesina è legata alla valorizzazione dell’alternanza scuola lavoro. Nella seconda parte della prova orale infatti il candidato dovrà illustrare una relazione che faccia capire le competenze acquisite durante il tirocinio formativo obbligatorio.
Eliminata la terza prova. E la prima…
Eliminata anche la terza prova scritta, che presentava domande su più materie, e perciò richiedeva un buon ripasso, mente lucida e una buona dose di sangue freddo per non andare in confusione e riuscire a ragionare sui quesiti: un’altra concessione che annacqua l’esame…
Quanto alla prima prova, la prova regina, il tema di italiano le tipologie dell’analisi del testo e del saggio breve perderanno il peso che hanno avuto fino ad ora. Si riduce il ventaglio delle tracce e delle opzioni, anche in questo caso ridimensionando la prova come prova di personalità. Si viaggerà su binari già molto preimpostati.
Cambia il conteggio crediti
Ma a sancire la riduzione della Maturità ad esamino è soprattutto la riduzione dei crediti. Infatti il percorso fatto per arrivare all’esame acquisisce molto più peso con ben 40 punti in gioco (erano 25), redistribuiti sui tre anni: 12 per il primo, 13 per il secondo, 15 per il terzo… Punti che vengono sottratti nel complesso alle tre prove (due scritti più orali) che valgono al massimo 20 punti ciascuno (prima erano 15 per le tre prove scritte e ben 30 per l’orale)
L’Invalsi conta di più
Capitolo a parte quello dell’Invalsi, l’esame nazionale che sta dimostrando sempre più la sua efficacia per valutare non solo gli studenti, ma anche la qualità degli istituiti e il valore dei professori. Viene portato al quinto anno di liceo e diventa condizione indispensabile per l’accesso alla Maturità. Le prove Invalsi di quinta superiore avranno per oggetto non solo italiano e matematica, ma anche inglese. Proprio per la prova Invalsi di quest’ultima materia si legge nel decreto che «l’Invalsi accerta i livelli di apprendimento attraverso test di posizionamento in modalità adattiva sulle abilità di comprensione e uso della lingua, coerenti con il Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue». E attenzione: le Università, per valutare l’accesso degli studenti, guarderanno ai risultati emersi dall’esame Invalsi rispetto alle singole competenze.
Quindi ragazzi, occhio all’Invalsi. È quella la vera maturità.