Calcinato,quando un maestro fa buoni scolari
Quando è la passione il sentimento alla base, i risultati si vedono, eccome. Basta fare due chiacchiere con il professore Novellino Quirino e in un attimo si percorrono secoli di arte. Ammaliante e coinvolgente, il docente di storia dell’arte sa come attirare l’attenzione dei giovani studenti. «Ludendo docere», è l’imperativo categorico dello stile educativo del maestro d’arte, originario di Montecorvino ma bresciano d’adozione. Erano infatti gli anni ‘80 quando dal caldo sud Novellino migra nella brescianissima Lumezzane per iniziare quelli che poi sarebbero stati per molti insegnanti, i difficili anni di precariato. «Un po’ traumatico, commenta ridendo Novellino, non capivo praticamente una parola di dialetto e ai tempi si usava parecchio anche per esprimersi e comunicare in situazioni “ufficiali”. Ricordo ancora di questa mamma che ai colloqui cercava di dirmi della “so putina”, e c’ho messo un po’ capire che parlava della sua figlioletta. Anche quando cercavo qualche luogo e chiedevo indicazioni su quale mezzo pubblico usare, il più delle volte mi perdevo, perché la traduzione del dialetto che riuscivo a fare era davvero pessima».
Dopo alcuni anni nella bassa bresciana, Novellino viene trasferito a Firenze, patria indiscussa dell’arte, dove continua la carriera sempre nell’insegnamento ai ragazzi delle scuole medie, per poi tornare, 17 anni fa, a Brescia, proprio a Calcinato, alla scuola dove tutt’ora svolge la sua missione formativa. «Sono ormai a tutti gli effetti bresciano, i miei figli sono nati qui e da quasi 20 anni insegno agli studenti di questa scuola, l’unico rammarico che ho è legato al passare del tempo, perché i miei studenti hanno sempre 11, 12 13 anni, mentre io sono ad ogni anno scolastico, un pochino più vecchio». Ilare, spiritoso e con un’affamata curiosità di conoscere, visitare, capire tutto ciò che è strettamente legato all’arte, «perché l’arte è cultura, è comunicazione, solo attraverso l’arte si può conoscere la storia di un popolo, comprenderne i bisogni, i desideri, le abitudini, le consuetudini». Una passione che arriva da lontano, da quando era a sua volta studente. «Sorrido mentre penso a mia madre che mi chiedeva se stavo studiando perché non mi vedeva mai sui libri, ricordo di avergli detto che la mia insegnante di allora del liceo era così coinvolgente e trascinante che non c’era bisogno di tornare sui libri dopo una sua lezione, perché avevo già memorizzato tutto ed ero prontissimo per l’interrogazione del giorno successivo e così accadeva». Un seme interrato con passione e che è servito per indirizzare il professore verso l’universo dell’arte, ma soprattutto verso l’insegnamento di una delle discipline più affascinanti del panorama scolastico. Tra i grandi progetti del professor Novellino, dopo il video «Sciogli la lingua» premiato al film Festival di Torino e il cortometraggio «Confini», anche la mostra visitabile al piano terra dell’Istituto Comprensivo di via Arnaldo creata dagli alunni delle classi prime, seconde e terze. Un vernissage che dalla preistoria giunge fino alle Avanguardie percorrendo tutti i principali movimenti artistici attraverso la riproduzione delle tecniche pittoriche di riferimento. Dall’arte figurativa egizia, a quella greca e gotica, fino alle Avanguardie con i movimenti artistico-culturali che si sono sviluppati in Europa dagli inizi del ’900 sotto forma di Impressionismo, Espressionismo, Futurismo, Dadaismo, Cubismo. Entusiasmo, passione ma soprattutto stima da parte dei colleghi dell’Istituto, tra cui la responsabile dell’area Intercultura Monica Rizzardi che in passato ha collaborato con il docente, «grande uomo, ma soprattutto grande insegnante e collega, sempre disponibile e solare, una vera guida per i ragazzi».
Marika Marenghi