La protesta

Agricoltori in piazza a Bruxelles contro “Vonderland”: c’è anche Brescia

Prandini: "È in gioco molto più del nostro futuro: è in gioco la democrazia e la stessa idea di Europa"

Agricoltori in piazza a Bruxelles contro “Vonderland”: c’è anche Brescia

In piazza a Bruxelles contro la “tecnocrate” europea – la presidente Ursula Von der Leyen – che punta a “distruggere l’agricoltura, la produzione di cibo e la sicurezza alimentare in Europa, mettendo a rischio le fondamenta stesse della democrazia”. E che, accusa Coldiretti, è anche “l’indiziata numero uno” dell’immobilismo “che sta affossando l’economia europea con rischi ora per l’agricoltura dieci volte più gravi dei danni che potrebbero causare i dazi di Trump“.

Agricoltura europea, la protesta a Bruxelles con Coldiretti Brescia

C’erano anche diversi agricoltori bresciani nel centinaio che insieme a Coldiretti Lombardia ha raggiunto nei giorni scorsi la sede la Commissione Europea, insieme al presidente nazionale Ettore Prandini. Obiettivo, protestare contro le politiche europee annunciate nei giorni scorsi, contenute nelle proposte di bilancio che la Commissione ha presentato in settimana. Tra queste, la costituzione di fondo unico che fonda le “politiche di coesione” e la politica agricola. “Per la prima volta dal 1962 l’Europa non avrebbe più un budget destinato con chiarezza al sostegno della produzione di cibo e alla sicurezza degli approvvigionamenti alimentari” denunciano gli agricoltori italiani.

“Abbiamo bisogno dell’Europa come il pane, ma questa non è l’Europa che vogliamo” hanno tuonato i manifestanti di Coldiretti. Oggi, dicono, “Vonderland” è “una landa autocratica sempre più distante dalla realtà, dai cittadini e dalla terra”. Tra i presenti a Bruxelles anche il delegato nazionale Coldiretti Giovani Impresa Enrico Parisi, la responsabile nazionale di Coldiretti Donne Mariafrancesca Serra e la presidente di Campagna Amica Dominga Cotarella.

“Facciamo sentire la nostra voce per difendere il nostro futuro e quello dell’Europa – commenta Giovanni Bellei, delegato giovani Coldiretti Lombardia – Abbiamo bisogno dell’Europa, ma non di un’Europa che mette in pericolo la nostra capacità produttiva e la nostra sicurezza alimentare tagliando risorse all’agricoltura, che non ritiene necessario pretendere il principio di reciprocità negli scambi commerciali, che impone norme sganciate dalla realtà o procedure burocratiche soffocanti”.

“I fondi della PAC non sono un lusso”

“I fondi della PAC non sono un lusso, sono uno strumento essenziale per la sopravvivenza delle aziende agricole, soprattutto per chi come me vive e lavora in montagna – aggiunge Manuel Cadenelli imprenditore agricolo di Vobarno (Brescia) – senza questi sostegni, non potremmo più permetterci di essere custodi di un territorio che rischia ogni giorno di essere abbandonato.

“Siamo qui a Bruxelles perché l’agricoltura sta affrontando una pressione senza precedenti con una burocrazia che paralizza il nostro lavoro quotidiano – aggiunge Cristel Rizzardi di Calcinato (Brescia) – Non siamo qui per chiedere privilegi, ma per rivendicare il diritto di lavorare con dignità, rispetto e buon senso. È ora di cambiare rotta e di dare voce a chi lavora la terra”.

All’indice, continua Coldiretti, una “Commissione Europea che ignora sistematicamente le scelte del Parlamento europeo e agisce senza confronto democratico”. Diversi striscioni, oltre ad essere stati esposti dal palazzo di Farm Europe a Bruxelles a pochi passi da quello di Berlaymont sede della Commissione Europea, sono stati alzati in cielo anche in alcuni luoghi iconici di Roma come il Colosseo, Fontana di Trevi e Piazza Navona, e con valore anche politico come il Senato.

Prandini: “È in gioco molto più del nostro futuro”

Ettore Prandini

“Siamo scesi in piazza perché è in gioco molto più del nostro futuro: è in gioco la democrazia e la stessa idea di Europa – dichiara da Bruxelles il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – Di fronte all’arroganza di una burocrazia europea che, sotto la guida della presidente Von der Leyen, calpesta ogni giorno il lavoro degli agricoltori e ignora sistematicamente la volontà dei cittadini. Un’Europa che toglie risorse alla produzione di cibo per destinarle al riarmo, che apre le porte a prodotti stranieri privi di garanzie, che firma accordi senza reciprocità e impone regolamenti scollegati dalla realtà agricola. Questa non è l’Europa che vogliamo. Un’Europa che in questo momento si ritrova a trattare con la minaccia di dazi USA al 30% figli di un’incapacità della Von der Leyen di negoziare in prima persona e di difendere la nostra economia. Ennesimo tassello di una politica economica e produttiva totalmente fallimentare, che sta facendo chiudere interi settori europei, avvantaggiando paesi come la Cina. Oggi gli agricoltori non chiedono privilegi, ma rispetto: per chi ogni giorno garantisce sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e presidio del territorio. Non accetteremo più decisioni imposte dalla Presidente, senza confronto, senza ascolto, senza dignità”.