Appuntamento

Torna la Sagra del Casoncello di Pontoglio

Anche d'asporto e a domicilio, ma non si ferma la tradizione.

Torna la Sagra del Casoncello di Pontoglio
Pubblicato:

di Federica Gisonna

Diversa, ma immancabile.Torna anche quest’anno la Sagra del Casoncello di Pontoglio (dal 4 al 17 gennaio) che, in vista di sapere quale sarà la sorte dei ristoranti (tra le categorie più penalizzate di questa pandemia) sarà anche d’asporto e a domicilio.

Torna la Sagra del casoncello di Pontoglio

Ma che dire su questo tradizionale appuntamento? Con l’aiuto dell’instancabile Roberto Manenti, presidente dell’associazione Commercianti (che con il Comune, il Comitato Sant’Antonio e l’Accademia Italiana del Casoncello organizza l’evento) abbiamo raccolto le voci dei rappresentanti e della cittadinanza.

Il primo cittadino

«In un anno così difficile e che ci ha messo a dura prova, non potevamo rinunciare alla Sagra del Casoncello - ha ribadito il sindaco Alessandro Seghezzi - E’ un appuntamento tradizionale e al quale siamo tutti profondamente legati e che permette di far conoscere il nostro paese. Ogni anno, con la mia famiglia, prepariamo in casa i casoncelli. Queste sono emozioni e sensazioni che non si possono dimenticare e che mi fanno sempre tornare bambino. Non esiste Pontoglio senza il suo piatto d’eccellenza. Dunque, non posso che augurare a tutti di gustare un buon piatto, in sicurezza, ma di non rinunciare al gusto unico del casoncello».

Il vicesindaco

Il vicesindaco Alessandro Pozzi ha invece catalizzato l’attenzione anche sui ringraziamenti a tutti coloro che rendono possibile l’appuntamento e sull’importanza per l’economia del territorio.

«Un lodevole ringraziamento all’associazione Commercianti e all’Accademia italiana del Casoncello per aver organizzato anche in quest’anno particolare la dodicesima sagra, questa voglia di fare è sicuramente sintomo di tenacia e indice di aver voglia di riscattarsi dopo i difficili mesi che ha trascorso il settore della ristorazione - ha evidenziato - A mio avviso, la Sagra del Casoncello rappresenta la nostra tradizione, fortificando la nostra identità come persone. Inoltre, di pari passo, credo che le tradizioni vanno sempre promosse essendo un patrimonio da salvaguardare per le future generazioni. Per il nostro territorio la Sagra è importane anche dal punto di vista commerciale, ha un indotto economico molto ampio e a mio avviso bisogna dare molta attenzione a questa iniziativa che ha come obiettivo sicuramente aumentare il fatturato e quindi il benessere delle nostre attività commerciali, ma parallelamente aumenta anche l’occupazione nel nostro territorio che in un periodo di recessione come questo la creazione di posti di lavoro non guasta sicuramente. In ultimo, vorrei ribadire che la sagra ha molte potenzialità sta a noi cavalcare la nostra tradizione e il nostro piatto tipico per il bene e la crescita della nostra economia interna».

L’Accademia del Casoncello

Non poteva mancare l’intervento di Davide Orlandi, presidente dell’Accademia italiana del Casoncello.
«La Sagra del Casoncello a Pontoglio è una certezza, come il piccolo Lord su Rete 4 nel periodo natalizio, qui da noi, non è gennaio senza sagra - ha evidenziato - Sono onesto, nell’anno appena concluso tutto ha avuto un sapore diverso, un periodo difficile che sicuramente mai dimenticheremo, ma senza ombra di dubbio non meno autentico, anzi, abbiamo tutti riscoperto quanto sia bello trascorrere del tempo in famiglia, con le cose semplici, ma essenziali, ed è un po’ come la nostra Sagra del Casoncello, semplice ma autentica, fatta di radici profonde ma con i rami che crescono e tendono al futuro; in questi anni siamo andati a riscoprire le storie e i sapori di un tempo, le tradizioni più vere tramandate di famiglia in famiglia, i segreti, le filastrocche e gli aneddoti segretamente custoditi, facendo questo è nato il casoncello di Pontoglio De.Co. che ha donato nuova linfa a questo albero secolare che è il nostro piatto tipico, e facendo crescere i rami che ora tendono al futuro. Il 4 gennaio è iniziata la sagra del casoncello, la dodicesima, ma soprattutto la centotrentacinquesima festa di Sant’Antonio abate, ciò significa che è una tradizione viva da più di un secolo, con gli strascichi di questo anno bisesto, la sagra è partita in modo diverso, e infatti sarà anche da asporto, ma se c’è una cosa che tiene viva la fiamma di questa antichissima tradizione, anche in questa edizione non mancherà: la condivisione, nella propria casa di un piatto fatto per scaldare i cuori e riunire intorno ad un tavolo tutta la propria famiglia. concludendo, sono molto felice che questa sagra non si sia fermata, soprattutto in questo anno difficile, perché sono fermamente convinto che sono le tradizioni e il forte attaccamento ad esse a darci la forza di andare avanti, nonostante tutte le difficoltà quindi dico, viva la sagra del casoncello, che se è De.Co. è pure più bello».

Il parroco

A settembre del 2019, proprio mentre la comunità sceglieva il ripieno e si preparava per perfezionare la ricetta del Casoncello di Pontoglio De.Co, giunse a Pontoglio anche un nuovo parroco. Don Giovanni Cominardi subito venne coinvolto nell'iniziativa e non poté fare altro che notare l'interesse e la passione dei pontogliesi attorno a questo prodotto.
«Per me non è stata una sorpresa provenendo da Castelcovati, mio paese natale, anch'esso legato guarda caso ai casoncelli ed a S. Antonio Abate - ha evidenziato il sacerdote - Il casoncello per queste 2 comunità non è solo un alimento. Profuma di storia, di tradizioni, di religiosità e soprattutto di famiglia. Le famiglie si ritrovano per produrli e poi per consumarli in un rituale che si tramanda di generazione in generazione. È bellissimo che si voglia promuovere, incoraggiare, e difendere questa bellissima storia, la nostra storia».

Il mondo della scuola

«Ma l'dé de Sant'Antone, in ogni cascina l'era festa granda, e i casonsèi venivano contati a donzéne. Nà donzéna per ciascun bambino», questa la storia contenuta nel libro «Nedal al föc, Pasqua al zöc» di Giuseppina Peci (memoria storica pontogliese) e che le classi terze della scuola primaria stanno leggendo nell’ambito del progetto «Noi pontogliesi» di domani», e che viene interrotta da una mano che si alza e subito, senza aspettare che venga data la parola, ma che fa partire il viaggio dei ricordi di una tradizione rimasta tutt'oggi indelebile. A raccontarci questa storia è Francesca Soave, insegnante veronese ma trapiantata per amore in quel di Pontoglio. «Io arrivo dalla città e non conoscevo questo senso di appartenenza e di comunità vista come una grande famiglia - ha spiegato l’insegnante - Da subito appena arrivata a Pontoglio ho percepito questo forte legame, questa unione. E’ solo grazie alla memoria che la tradizione può resistere e se la tradizione resiste, rimarrà sempre vivo anche il ricordo verso i nostri cari ed i valori da loro trasmessi a noi.

La segretaria dell’associazione

Pontoglio, i Casoncelli e Sant’Antonio Abate hanno un legame che dura da più di 100 anni.
«Dati certi parlano di 135 anni, ma sicuramente saranno molti di più - ha evidenziato Maria Parietti (Palotola), storica segretaria dell'associazione Commercianti di Pontoglio - Il nostro gruppo crede fortemente nell'importanza della salvaguardia e promozione delle tradizioni, con il Comune, l'Accademia italiana del Casoncello e numerosi volontari pontogliese abbiamo iniziato 12 anni fa questo progetto di salvaguardia della tradizione pontogliese e siamo consapevoli dell'enorme responsabilità che abbiamo sulle spalle, ma siamo altresì consapevoli che il nostro impegno serva per creare un legame tra passato e futuro ,tra i nostri avi e le future generazioni».

Per tutte le informazioni e i locali aderenti alla Sagra è possibile richiedere informazioni (anche WhatsApp) al 331.1550455 o sul sito www.comune.pontoglio.bs.it

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