Tita Prestini racconta il ritorno del commissario Settembrini
E’ il personaggio di tre dei quattro libri del giornalista iseano Tita Prestini, l’ultimo dal titolo "Una breve estate lontano dalla polvere"
"E’ l’agosto del 1942 e l’Italia è impegnata a fianco del Reich in una guerra mondiale che inizia a farsi complicata per le forze dell’Asse. Ma in un paesino della Vallecamonica lontano dalla polvere i giorni scorrono con ritmi diversi e anche la morte pare giocare a nascondersi".
E’ qui, in un piccolo paese nato dall’immaginazione e dai dettagli carpiti in anni di visite dell’autore in valle, che viene inviato il commissario Settembrini, personaggio di tre dei quattro libri scritti dal giornalista iseano Tita Prestini. L’ultimo, edito da Barta in autunno, si intitola "Una Breve estate lontano dalla polvere" ed è ambientato in un luogo dove ancora oggi si reca chi vuole tornare a respirare aria pulita a pieni polmoni e, in qualche modo, allontanarsi dalla polvere e dal caos.
Tita Prestini racconta il ritorno del commissario Settembrini
"La Vallecamonica è un territorio affascinante, che ha una storia enorme alle spalle – ha spiegato l’autore - Quindi secondo me è un territorio ideale per ambientare una storia che, per come l’avevo pensata, doveva essere circoscritta a un piccolo paese, costruito dai frammenti derivanti da numerosissime visite in valle".
Dopo i primi romanzi noir ambientati tra Iseo ("La doppia morta della compagna Sangalli") e Milano ("L’uomo che voleva uccidere il diavolo"), i camuni e i "pitoti" fanno da sfondo a una nuova indagine sulla sparizione di un’archeologa che stava studiando proprio le incisioni rupestri.
"Hanno un fascino emotivo importantissimo, ti viene da chiederti perché questi uomini di diecimila anni fa hanno lavorato per lasciare questo tipo di messaggio", ha evidenziato.
Tutti i gialli di Tita Prestini, che sta già lavorando a un sequel, sono ambientati tra gli anni ‘40 e ‘50 del secolo scorso.
"La prima storia di Settembrini è ambientata nel 1945 a cavallo della Liberazione – ha proseguito - Immagino che gli anni a cavallo dei grandi cambiamenti siano gli anni più interessanti da raccontare, perché non c’è niente ancora di definito e il passato non è ancora completamente alle spalle. Questo rende tale periodo interessantissimo per un autore, perché può succedere di tutto".
Giornalista, una parentesi come editore, e negli ultimi anni autore di romanzi. Ma da dove nasce la passione per la scrittura?
"La passione per la scrittura nasce per forza dalla lettura - ha concluso - Io sono stato un lettore onnivoro da adolescente e anche in anni più recenti, ma soprattutto ero un lettore da bambino. Ai miei tempi non c’era la televisione con tutta la proposta odierna di cartoni animati e di film. Ai miei tempi il libro era ancora importante. I miei genitori facevano arrivare i libri per posta e ogni tanto arrivava qualcosa anche per me. E mi ricordo ancora, davvero, la passione con cui aprivo quei pacchetti. La passione per scrivere e la capacità di scrivere, secondo me, ti viene dalla lettura. Bisogna leggere molto ed essere interessati a tutto. Il bambino curioso diventerà una persona capace di scrivere e pensare storie".