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San Salvatore – Santa Giulia: il sito UNESCO che è l’enciclopedia urbana della città di Brescia

Il Vice Presidente del Consiglio Emilio Del Bono racconta il complesso monastico longobardo patrimonio UNESCO

San Salvatore – Santa Giulia: il sito UNESCO che è l’enciclopedia urbana della città di Brescia

«È un valore gigantesco perché sta a dimostrare quanto fosse importante la nostra città durante il periodo longobardo». Con queste parole Emilio Del Bono, Vice Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, introduce il complesso monastico di San Salvatore e Santa Giulia a Brescia, parte del sito seriale UNESCO «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere».

Un po’ di storia

Il complesso monastico fu fondato nel 753 dal re longobardo Desiderio, ultimo sovrano del regno prima della conquista franca. «Durante il regno longobardo, ben due bresciani sono stati re: il re Desiderio e il re Rotari, molto famoso per il codice Rotari, il primo che reintroduce la codificazione dopo il periodo delle grandi invasioni barbariche» ricorda Del Bono.

Il monastero era destinato ad accogliere una comunità femminile benedettina e divenne presto uno dei più importanti d’Italia. Tra le sue mura visse Ermengarda, figlia di Desiderio e ripudiata moglie di Carlo Magno, figura immortalata da Manzoni nell’Adelchi. Oggi il complesso ospita il Museo di Santa Giulia, che attraverso le sue collezioni «ripercorre in maniera molto pedissequa quasi 3.200 anni di storia della nostra città, dalla prima antropizzazione fino ai periodi più recenti».

«È un palazzo che è un contenitore formidabile» afferma Del Bono, descrivendo la versatilità di questo spazio che unisce storia e contemporaneità. Il museo non è solo custode della memoria longobarda: al suo interno si trovano la chiesa di San Salvatore con affreschi medievali, la basilica romanica di Santa Maria in Solario che conserva la preziosa Croce di Desiderio, e gli Orti di Santa Giulia.

Il Capitolium, il teatro e la Vittoria Alata

Accanto al complesso monastico si estende il sito archeologico romano con il Capitolium e il teatro, testimonianza «del lungo periodo di preesistenza romana, della civilizzazione romana». Proprio qui è stata scoperta la Vittoria Alata, «un po’ la statua simbolo della nostra città», recentemente restaurata e restituita ai bresciani.

Il riconoscimento UNESCO ha rappresentato solo l’inizio di un percorso di valorizzazione che ha raggiunto il culmine nel 2023. «Durante il periodo della capitale italiana della cultura, molti lombardi e molti italiani hanno scoperto un pezzo della Brescia che non si aspettavano» racconta Del Bono. «Non la Brescia manifatturiera, industriale, ma la Brescia dalle lunghe storiche radici, una delle città più antiche d’Italia».

La riqualificazione

Negli ultimi anni sono stati realizzati importanti interventi di riqualificazione: «l’apertura di un ulteriore pezzo del palazzo, il ritorno della Vittoria Alata nel Capitolium, la musealizzazione della Quartacella», lo spazio religioso e civile dell’epoca romana. Via Musei, dove si concentrano il sito archeologico e il museo di Santa Giulia, è stata definita «un’enciclopedia urbana»: la possibilità unica di vedere «l’evoluzione nei secoli di una stratificazione urbana, edilizia sacrale, residenziale, monastica. È un luogo molto particolare, magico». I numeri confermano il fascino di questo patrimonio: durante Brescia Capitale della Cultura 2023, la città ha registrato sei milioni di visitatori, molti dei quali attratti proprio dalla scoperta del museo di Santa Giulia.