Storia

Quella devozione più forte del dramma della guerra che riportò a casa Antonio

Un racconto di fede e di speranza, che supera i confini di due province e che unisce Brumano, piccolo paesino in Valle Imagna, a Roccafranca

Quella devozione più forte del dramma della guerra che riportò a casa Antonio
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Un racconto di fede e di speranza, che supera i confini di due province e che unisce Brumano, piccolo paesino in Valle Imagna, provincia di Bergamo, a Roccafranca, nella pianura bresciana. Una storia che parla di Antonio Manzoni, soldato bresciano negli anni della seconda guerra mondiale, e della Madonna di Brumano, a cui i suoi genitori chiesero la grazia per farlo tornare sano e salvo. Preghiere che, alla fine, sono state ascoltate. E che oggi, ottant'anni dopo quel drammatico 1943, sono ancora scolpite nella memoria di molti, tanto che la famiglia è tornata nelle Valli bergamasche, per celebrare un anniversario importante e sentito.

Vendettero una mucca per raggiungere Brumano e pregare

Una vicenda complicata ma incredibile, a suo modo, quella di Antonio Manzoni e di un altro soldato come lui, Battista Coccaglio. «Mio papà, Antonio Manzoni, è partito per il fronte nel 1940, e da quel giorno i suoi genitori, Giuseppe Manzoni e Maddalena Vitari, non ebbero più sue notizie», ha raccontato Luigi Manzoni.

Dopo mesi di agonia e agitazione, i coniugi Manzoni, cittadini di Roccafranca, ma originari delle valli bergamasche, decisero di vendere la loro miglior mucca e con i soldi ricavati di recarsi presso la Madonna di Brumano per chiedere la sua intercessione per il figlio Antonio in guerra e una benedizione per gli altri sei figli a casa.

Antonio al fronte

«Nel frattempo, mio padre, sul campo di guerra non viveva una situazione per niente facile; veniva denigrato e maltrattato. Fino a quando un giorno la sua vita di prigioniero si incrociò con quella di Battista Coccaglio, suo compaesano che cucinava per la famiglia del capitano» continua il figlio Luigi.

Durante la consegna di un pranzo alla moglie del capitano, Battista le svelò che in cucina aveva un nuovo aiutante bresciano, che come lui rischiava la fucilazione o la deportazione in Germania; la donna rattristata dalla toccante confidenza convinse il marito a trattar bene quei due uomini e a prenderli sotto la sua protezione.

Con il passare del tempo, la prima domenica di agosto del 1943 a Brumano, si svolse la processione della Madonna, portata sulle spalle dai due coniugi Manzoni. Un mese più tardi, il soldato Battista Coccaglio fece ritorno a Roccafranca con un permesso di venti giorni, portando notizie anche del soldato Antonio Manzoni, che era vivo e si trovava in Sicilia.

Ottant'anni dopo, a Brumano

Le celebrazioni a Brumano (Bg)

Una storia a lieto fine, nella tragedia della guerra, che vede protagonisti la fede e l’amore di una famiglia, rispolverata in occasione dell’80esimo anniversario della Madonna, quando i figli e i nipoti del soldato hanno deciso di riunirsi a Brumano, con amici, parenti e concittadini, per ricordare il padre e celebrare la tanto amata Maria. «Per me e i mie fratelli, essere riusciti a organizzare una celebrazione di questo tipo è stata un’emozione unica. Vedere la gente emozionarsi con noi al ricordo di nostro padre, ci ha trasmesso una gioia immensa. In particolare, non dimenticheremo mai una signora del paese di 94 anni, che conosceva bene mio padre, che al termine dei festeggiamenti si è avvicinata a me, e con gli occhi lucidi mi ha stretto in un lungo abbraccio, ringraziandomi di ciò che siamo riusciti a riportare alla luce», ha concluso Luigi Manzoni.

Diverse sono state inoltre, le autorità del territorio che si sono riunite attorno alla famiglia Manzoni, tra cui Angelo Visini, presidente dell’associazione pensionati di Coldiretti Brescia, Romeo Andreini presidente dell’associazione pensionati di Coldiretti Bergamo, il sindaco di Brumano Giovanni Luciano Manzoni e il primo cittadino di Roccafranca Marco Franzelli , accompagnato dai consiglieri Asya Coccaglio e Gianluigi Metelli.

«Questa è una storia emblematica che rispecchia la forte devozione di una famiglia - ha commentato Franzelli - E’ stato bello partecipare con loro, anche perché abbiamo avuto modo di conoscere il sindaco e il parroco di Brumano, persone squisite, e vivere un momento della tradizione del paese, molto simile alla nostra realtà».

E nell’anno di Bgbs2023, questo richiamo assume un significato ancora più importante.

«Ovviamente non è finita qua: per ricambiare la gentilezza abbiamo invitato sindaco e chi voglia a partecipare alla Sagra del Quarantì, che andrà in scena a settembre per mostrare loro uno spaccato di Roccafranca», ha concluso.

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