Chiari

Nuovi tesori nella collezione della Fondazione Morcelli - Repossi

Si aggiungono «Il confine. L'Islam» donato dallo scultore Fausto Salvoni e un’opera di Rina Soldo offerta dal cavaliere Gianluigi Valotti

Nuovi tesori nella collezione della Fondazione Morcelli - Repossi
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Si arricchisce la lista dei tesori della Fondazione Morcelli - Repossi di Chiari. Negli scorsi giorni, infatti, il presidente Claudio Baroni ha reso note due nuove e importanti donazioni che vanno ad aggiungersi al già prezioso patrimonio del gioiello clarense per eccellenza.

Nuovi tesori nella collezione della Fondazione Morcelli - Repossi

Inconfondibile per tratto, forma e colori, il dipinto a olio, opera di Rina Soldo, è stato donato alla Fondazione Morcelli-Repossi l’8 ottobre ed è ora esposto nella Sala dell’Arte Contemporanea, accanto ad un’altra opera della pittrice clarense.

La donazione proviene dal cavalier Gianluigi Valotti, appassionato ricercatore di storia ottocentesca e legato a Chiari per ragioni familiari e affettive. Tra le molte ricerche svolte da Valotti, la più recente riguarda proprio un clarense, il garibaldino Paolo Almici (al quale ChiariWeek ha recentemente dedicato un approfondimento), il cui diario dell’avventura nei Cacciatori delle Alpi sui monti tra Valsabbia e Trentino, recentemente ritrovato, è stato pubblicato la scorsa estate.
«Il dipinto di Rina Soldo viene ad arricchire il patrimonio della nostra pinacoteca, aggiungendo un pezzo assai interessante della vasta opera dell’artista clarense - è stato spiegato - Nata a Chiari nel 1899, figlia del fotografo Ermenegildo, Rina, assieme alla sorella Berta, ha partecipato direttamente alla vita artistica europea del Novecento, vivendo in Svizzera, a Milano e poi ad Annecy, a Parigi, nelle Fiandre, in Austria e Spagna, prima di approdare a Venezia e infine sul lago di Garda. Partita da una matrice impressionista, ha poi maturato un personalissimo percorso artistico. Il dipinto che ora giunge accanto ad una affascinante veduta della laguna di un’isola veneziana, rappresenta uno scorcio di paesaggio industriale, tema affrontato dalla Soldo con dipinti di imprese bresciane quali le acciaierie Orlandi e Tempini. A quest’ultime si riferisce il dipinto, che giunge senza titolo e senza firma, come la Soldo era solita fare con le opere che non metteva in rassegna o non inviava ai concorsi. La nostra Fondazione aveva voluto ricordare l’artista, morta nel 1982, partecipando ad una mostra allestita in Villa Mazzotti nel maggio 2007».
Le opere della Soldo, inoltre, sono state affiancate a quelle di Giovanni Repossi in una mostra al Castello di Padernello nel 2022.

«Il confine. L'Islam"». La donazione di Fausto Salvoni

Ma non è finita. «Il confine. L’Islam» è il titolo dell’opera che lo scultore Fausto Salvoni ha donato alla Fondazione Morcelli-Repossi.
«La donazione è particolarmente importante per diverse ragioni - hanno proseguito dalla Fondazione - Innanzitutto l’opera viene ad arricchire il patrimonio della pinacoteca dedicato agli artisti della nostra città, rendendo così vivissimo il compito dell’ente che ha tra le proprie finalità la custodia e la valorizzazione dell’ingegno creativo».

La scultura si aggiunge, infatti, ad altre tre dello stesso artista che sono già esposte nella sala dedicata all’arte contemporanea, e che hanno come tema Dafne, l’Angelo e i minatori. Sono sculture in bronzo di piccole dimensioni che rappresentano l’ampio spettro dell’attività di Fausto Salvoni.
«L’artista ha saputo guadagnarsi stima e riconoscimenti grazie ad un impegno che non è mai venuto meno, nonostante le difficoltà di una forma d’espressione, la scultura, particolarmente onerosa per impegno e materiale», è stato sottolineato.

La biografia

Fausto Salvoni ha iniziato fin dagli anni Settanta, in collaborazione con l’incisore Angiolino Berardi e il pittore Renzo Faglia, sulla via della creazione artistica libera da ogni vincolo. Si è conquistato una buona fama partecipando a numerosi concorsi ed ha al suo attivo opere di grande interesse, fra le quali sculture nelle chiese clarensi di San Bernardo e del Santellone. Un medaglione con una sua deposizione è stato donato a Papa Francesco nel 2014. Con opere in terracotta, ceramica e bronzo ha cercato di cogliere le trasformazioni della natura fino ad arrivare a toccare l’umana trasfigurazione. Molte anche le rassegne collettive che lo hanno visto protagonista. Ad aprirgli le porte della Pinacoteca clarense furono l’apprezzamento e l’attenzione di Giovanni Repossi e di Enio Molinari, che nelle sue sculture hanno colto originalità di stile e profondità di messaggio. L’opera che ora viene donata segna un passaggio ulteriore nel cammino tra arte figurativa e astrazione. Realizzata con tecnica mista, in bronzo e argilla, cerca di andare all’anima di una delle questioni più drammaticamente attuali nei rapporti con il mondo culturale del Vicino Oriente.

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